Capitolo 48

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È mattina e la debole luce dell'alba filtra timida tra le ante della finestra disegnando strinsce luminose sulla parete accanto a me.
È un dolce risveglio che mi fa restare per qualche minuto a letto ad ammirare il gioco di luci naturali.
Poco dopo mi alzo stropicciandomi il viso e i capelli per poi andare in bagno. Per dei lunghi istanti rimango lì, ferma davanti al mio riflesso pensando sostanzialmente al niente.
Mangio e mi vesto per poi recarmi come al solito alla BigHit.

Nel mentre che cammino un' auto scura si ferma accanto a me sorprendendomi:
"Bhe, che aspetti? Non sali?"

È Jimin e nell'istante in cui lo vedo il mio cuore perde un battito ed un timido sorriso si disegna sul mio viso.

"Come mai in giro a quest'ora?" domando incuriosita al ragazzo.

"Avevo una faccenda da sbrigare..." cerca di sviare il discorso "... ma nulla di importante. Oggi ancora photoshoot?"

"Si per il gioco BTS World poi coi photoshoot abbiamo finito ed inizia il tour"

"Parigi è la prima tappa" dice quasi maliziosamente "Non vedo l'ora di andarci. È una città così artistica e romantica..."

"Già"

A Parigi ho in serbo per Jimin un sorpresa che sono più che sicura che apprezzerà. Sarà una ricompensa per aver resistito in questi giorni, per essere stato forte e determinato e per aver lavorato molto.
Non vedo l'ora anche io di andarci!

Arriviamo alla BigHit e, dopo aver parcheggiato, Jimin mi sorprende con un bacio a stampo

"Jimin...!"

"Shh... Non ci ha visti nessuno" sorride dolcemente "Consideralo come il bacio del buongiorno".

Detto questo si avvia per primo ed io rimango a guardarlo impietrita mentre si allontana da me.
Mi mordo il labbro cercando di riassaporare il suo dolce sapore per poi rendermi conto di star ritardando all'appuntamento con Cristina.

Entrata in sede vedo la grande chioma rossa della mia amica al bancone della reception e mi avvicino a lei sorprendendola alle spalle:

"Hey stagista, pronta per il tour?"

Si volta spalancando i supi grandi occhioni azzurri
"Oh, Giada! Sei tu, mi hai fatto venire un infarto!"

"Scusa" lo dico con fare infantile "Dai su, vieni"

Ci incamminiamo tra i corridoi e man mano le spiego dove si trovano i vari ambienti, dove dovrà lavorare e gli orari:
"...e questa è il salone dove lavoro io, voi fotografi avete il vostro studio proprio qui di fronte a noi assistenti"

Il tour e la spiegazione continua poi il l'elenco degli eventi e termina con la classica frase:
Per qualsiasi cosa non esitare a chiamarmi.

Ritorno al salone dove Jimin mi attende seduto alla sua solita poltroncina; sta leggendo qualcosa sul cellulare e sembra essere particolarmente preso.
Alza poi la testa con aria triste e pensierosa.

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