Capitolo 36

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Il concerto è terminato e le grida gioiose dei fans rieccheggiano in tutto lo stadio, illuminato dai mille colori dei lighsticks che si muovono a ritmo della canzone Young Forever. I ragazzi s'inchinano sul palco col cuore ricolmo di felicità e gratitudine, ma non tutti i cuori in verità brillano di allegria e contentezza: l'ansia e il turbamento oscurano e soffocano la gaiezza di Teahyung e Jimin.

Dopo aver salutato gli Army, i ragazzi lasciano il palco; Jimin si precipita ansioso da me, sudato e affannato dalle coreografie. Si fa aiutare a togliere la giacca prima di fiondarsi davanti alla porta dello stanzino che nasconde il cadavere di Jaesang.

 Si fa aiutare a togliere la giacca prima di fiondarsi davanti alla porta dello stanzino che nasconde il cadavere di Jaesang

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"Chiamiamo la polizia" la sua voce è ferma e determinata "È stata legittima difesa, hai capito?"

"Si. Ma non voglio mentire. Potevo risparmiare la sua vita e invece l'ho ucciso. Pagherò il prezzo che dovrò pagare"

"No, non se ne parla! Sei impazzita?! Finirai dietro le sbarre!"

"Jimin..."

"Giada, dirai che è stata legittima difesa. Dopo tutto non stai mentendo, lui ti ha attaccata e tu avevi tutto il diritto di difenderti."

Guardo intensamente Jimin, il suo volto è segnato dalla preoccupazione.

"La giustizia farà la sua scelta. Non posso vivere col rimorso per aver ucciso un uomo."

"No aspetta...!" prima che possa terminare la frase sono già al telefono con la polizia. Non impiegheranno molto tempo ad arrivare visto che ci sono già delle pattuglie fuori dallo stadio.

"Stanno arrivando".

Nel mentre che attendiamo che arrivi la polizia, Taehyung arriva, seguito la Jungkook.

"Esigo una spiegazione" dice freddamente, il suo viso è sconcertato. L'amico si avvicina alla porta, quasi come se la volesse analizzare; la osserva per un breve istante per poi voltarsi verso Jimin e poi verso di me sorpreso.

"L'assassino è lì dentro? Siamo certi che non sia fuggito?" si assicura che la maniglia non sia stata manomessa.

"È morto".

Abbasso lo sguardo per evitare che i ragazzi vedano il mio volto e un grande sospiro sfugge dalla mia bocca mentre, con grande sforzo, trattengo le lacrime negli occhi.

Non passa molto prima che veniamo raggiunti da due agenti.
I due uomini strappano il nastro dalla porta e sgranano gli occhi a quell'orrida vista: il corpo inerme di Jaesang è riverso in un lago del suo stesso sangue; il suo collo è dominato da una profonda ferita da taglio e i suoi capelli coprono gli occhi vacui che fissano il vuoto.

Attorno a noi, moltissime persone si radunano sconcertate per l'accaduto creando un brusio di mille voci scosse che si domandano ansiose come possa essere accaduta una cosa del genere.
Tutti e quattro siamo chiamati per testimoniare sulla vicenda presso la stazione di polizia piú vicina.

A bordo della stessa volante della polizia, io e Jimin non facciamo parola. Il ragazzo stringe la mia mano nella sua come se volesse infondermi della forza, ma ormai la determinazione brucia nelle vene e sono pronta ad affrontare qualsiasi cosa pur di dare un taglio a quest'orribile storia. Taehyung e Jungkok sono stati anche loro costretti a seguirci a bordo di un'altra auto.

Giunti in stazione, gli agenti ci conducono presso una scrivania in una stanza chiusa. Non la solita stanza degli interrogatoi, ma uno studio elegante sulle cui pareti troneggiano diversi attestati e distintivi.
Uno di loro si accomoda sull'enorme sedia in pelle nera esigendo al piú presto delle spiegazioni.
Tutti e quattro ci scambiamo delle occhiate veloci ed infine prendo parola raccontando per filo e per segno la vicenda.

"... Sono riuscita a sfilargli dalla tasca il coltello che aveva usato per minacciarmi e l'ho accoltellato alla coscia. Dopodiché, mentre cercava di attaccarmi, ho usato nuovamente l'arma per pugnalarlo. Una volta a terra ho chiesto perchè volesse uccidermi e se fosse stato mandato da Lisa. Jaesang mi ha rivelato che Eun Min era a conoscenza di un segreto di Lisa quindi doveva ucciderla. E così ha fatto. Ha rivelato di essere stato lui ad ucciderla la notte scorsa mentre dormiva. Alla fine, presa dalla rabbia e dall'ira, l'ho accoltellato alla gola e me ne sono andata".

L'agente mi guarda attento studiando il mio viso per capire se io stia mentendo o meno.

"Quindi è stata lei ad ucciderlo?"

"Si. Sono stata io" ma prima che possa finire, Jimin si alza in piedi sbattendo le mani sulla scrivania:

"È stata legittima difesa! La ragazza ha dovuto farlo! Quell'uomo aveva già tentato di ucciderla tre volte! Tre volte agente! Compreso oggi!"

Taehyung e Jungkook si sorprendendono alla reazione impulsiva di Jimin. Anche io a dire la verità. Non ho mai visto Jimin comportarsi in questa maniera prima di oggi.

"Mi dispiace ma per ora la ragazza è in arresto per omicidio di secondo grado. Dovremo tenerla in custudia fino a quando il caso non sarà risolto. Non ho prove che dimostrino che si sia trattato di un caso di legittima difesa. Dovrà rimanere fino al verderdetto della scientifica e della polizia".

"Come?! No!!" l'urlo di Jimin fa tremare le pareti della stanza "Non potete farlo! Non potete arrestarla! È innocente!"

"Jimin, ti prego siediti e calmati. Si risolverà tutto non preoccuparti"

"No! Tu sei innocente e non puoi essere incarcerata senza prove che dimostrino la tua colpevolezza"

"Come ho detto, la ragazza rimarrà sotto custodia cautelare per quarantotto ore. Fino a prova contraria, lei ha ucciso un uomo ed era cosciente di farlo."

"Jimin, sono solo due giorni. Sappiamo come sono andate le cose quindi rilassati. Non verrò incolpata di nulla".

Il ragazzo è furibondo. Stringe le mani in pugni fino a far diventare bianche le sue nocche; le vene delle braccia pulsano e i suoi occhi si colmano di rabbia.
Lo costringo a sedersi guardandolo dritto negli occhi "Siediti se non vuoi essere imprigionato anche te".

L'agente rivolge delle domane anche a Jungkook e a Taehyung, soprattutto riguardo l'omicidio di Eun Min. Pure Jimin interviene, sebbene impulsivamente, alle domande dell'agente cercando di difendermi in qualsiasi modo. Ma non c'è verso: alla fine i miei polsi vengono cinti da un paio di manette e vengo condotta in una cella piuttosto piccola, priva di qualsiasi cosa. Solamente un piccolo water con lavandino e un lettino mi faranno compagnia per questi due giorni.

Taehyung e Jungkook fatigano a trattenere Jimin: il ragazzo cerca di liberarsi dalla morsa dei compagni per tornare da me.

Con la tristezza nel cuore, non posso fare altro se non osservare il mio fidanzato che viene trascinato via da me.

"Ti faró uscire! Costi quel che costi!"

"Hyung, perchè ti comporti così! Calmati!" dice a fatica Jungkook mentre Taehyung cerca disperatamente di tappare la bocca a Jimin, ma il ragazzo non demorde: con un forte strattone si libera dei compagni correndo da me, afferra saldamente le sbarre della cella:

"Resisti. Ti tirerò fuori di qui. Ti amo. Ti amo piú di qualsiasi cosa esistente sulla terra, ti amo più di tutto. Tornerò da te domani. Non ti lascerò mai sola."

Sorrido debolmente a Jimin sfiorando le sue mani e il ragazzo mi guarda intensamente.

"Anche io ti amo Jimin. Ti amo con tutto il mio cuore. Ti aspetterò ma ora vai, non voglio che ti intrattengano per il tuo comportamento.
Non preoccuparti, tutto andrà per il meglio".

Taehyung e Jungkook raggiungono il ragazzo portandolo via, questa volta Jimin non oppone resistenza.

Si limita a darmi un'ultima occhiata prima di uscire.
Quello sguardo mi dice tutto quello che c'è da dire.

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