Capitolo 38

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"Cosa? Intendi dire che ci hanno lasciati qui, dall'altra parte del mondo soli, e se ne sono tornati tutti a Seoul?"

Jimin mi fissa per qualche istante e il suo volto viene illuminato da un piccolo sorriso.
"A dire la verità si. Se ne sono tornati tutti a casa perchè il rientro era previsto per oggi. Tutti treanne me, non potevo lasciarti da sola."

I miei occhi si inumidiscono di lacrime non appena sento Jimin pronunciare quelle belle parole. Lui ha deciso di stare con me nonostante tutto.
Mi precipito tra le sue braccia stringendolo in un abbraccio forte e duraturo. Sento il suo cuore battere e il profumo dolce che lo caratterizza. Quanto ti amo Jimin.

Il ragazzo allunga una mano accarezzandomi la testa; mi stacco dall'abbraccio solamente perchè voglio ammirare i suoi bellissimi occhi scuri e profondi come un abisso e perdermi dentro di loro.
Senza nemmeno accorgercene, i nostri visi si avvicinano timidamente e le nostre labbra si accarezzano in un dolce bacio.
Ora le lacrime che hanno inumidito il mio volto bagnano anche il suo, mentre i nostri respiri danzano sui nostri visi.

Improvvisanente sento un rumore provenire non molto distante da noi: sembra essere il suono dello scatto di una macchina fotografica.
Subito io e Jimin ci stacchiamo dal bacio per guardarci attorno; alla mia destra vedo una figura snella fuggire furtivamente, inizio ad inseguirla correndo velocemente.

"Hey tu! Fermati! Fermati ho detto!"

Jimin corre dietro di me mentre la figura sospetta si fa sempre piú vicina a me.
Non appena i nostri corpi si avvicinano abbastanza affinchè posso allungare un braccio per fermarla, la figura scavalca un cancello e sento un tonfo provenire dall'altra parte.
Subito mi precipito da lei scavalcando a mia volta il cancello ma quella persona riprende a correre sempre piú velocemente.

Corro piú veloce che posso quando finalmente, dopo aver allungato una mano, riesco ad afferrarla per il cappuccio della felpa facendola cadere a terra.

"Fermati! Perché ti sei messa a correre improvvisamente?"

Il sospettato inizia a divincolarsi per liberarsi dalla mia presa ma non ci riesce: il suo cappello cade a terra e subito riconosco quella persona. Lisa.

Lei mi guarda attonita per qualche istante prima di iniziare ad imprecare come una dannata.

"Che cazzo ci facevi lí?! Si può sapere?! Perchè ci stavi fotografando?!"

Lisa tace. Jimin arriva e sgrana gli occhi non appena riconosce la ragazza.

"Parla! Perchè ci hai inseguiti?" il mio sguardo cade sulla sua borsetta dove tiene la macchina fotografica:

"Ah, è così. Volevi fotografarci per dimostrare la nostra relazione. Che stronza." affermo schifata.
Jimin afferra la borsetta ed estrae la macchina fotografica iniziando a scrollare tutte le foto. Inutile dire che il suo volto si fa paonazzo per il nervoso.
Senza nemmeno pensarci, Jimin si precipita sulla ragazza afferrandola per il colletto della felpa.

"Tu ora vieni con noi. E non osare opporre resistenza altrimenti ti faccio fare la stessa fine del tuo amichetto Jaesang".
Le parole escono piú dure e fredde del ghiaccio.

"Alzati. Alzati ho detto!" urla Jimin in preda all'ira "Giada, tienila saldamente, non vorrei che fuggisse nuovamente" e così faccio. Poco dopo siamo di nuovo alla stazione di polizia: Lisa viene immediatamente riconosciuta colpevole per stalking e di altri capi d'accusa, tra cui omicidio premeditato. Viene arrestata in attesa del processo.

"E così pensavi di farla franca eh. Bhe, divertiti in questa lurida cella, c'è tanto con cui divertirsi. Potresti fare quei graffiti verticali che sono soliti fare i prigionieri, contare i tichettii della lancetta dei secondi per creare una canzone in testa, farti un tatuaggio con ciò che trovi... Insomma, ci sono tante distrazioni se ci pensi".

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