Like scales on a snake

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"Non ci posso credere! Non posso crederci!" ripeté per l'ennesima volta Kelly, coprendo gli occhi con la mano cercando di mantenere la calma, mentre aspettava che l'agente le riportasse sua figlia "Stavolta ha superato il limite, Alan!"

"Fortuna che non sia capitato nulla a nessuno dei due" dichiarò deciso l'uomo, con le mani sui fianchi, alla sua destra.

"Mio dio, pensa se qualcuno... no, no, quella bambina mi farà impazzire prima o poi. È stata colpa mia, sono una pessima madre, come ho potuto lasciare che... mio dio!" proseguì lei, sbottando, camminando su e giù ed emettendo lunghi sospiri; sicuramente la sua pressione ruotava attorno ai duecento.

"Non dire così Kelly, non sei affatto una pessima madre. La colpa è di mia figlia, Savannah, lei li ha assecondati"

"Forse non ti rendi conto della gravità della situazione: non sono andati a passeggiare per la strada, sono entrati in un penitenziario e non in uno qualunque: si tratta di un carcere di massima sicurezza! Si tratta di Fox River!"

Alan a si staccò dalla cancellata di ferro, ponendosi davanti alla giovane donna "Si, lo so, ne sono consapevole e sono arrabbiato quanto te per quello che hanno fatto. Può capitare a tutti di fare errori, e non voglio che tu te ne faccia una colpa"

Kelly distolto lo sguardo, puntando davanti a sé, di spalle all'entrata del penitenziario, ed incrociò le braccia sotto il seno "E invece sembra che con Thea io stia facendo un errore dopo l'altro..." sussurrò, senza aggiungere altro perché l'agente della polizia penitenziaria li raggiunse, tenendo per mano la bambina e James, entrambi con gli sguardi bassi per evitare quelli dei rispettivi genitori.

"Eccoli qua" affermò l'uomo in divisa, prima di lasciarli ai due adulti e tornare indietro, non senza aver rivolto ai due piccoli visitatori parole di rimprovero comunque adatte alla loro età.

"Avete idea di quello che vi sarebbe potuto succedere? Quello non è un parco giochi, è un penitenziario dove sono rinchiuse persone molto pericolose!" iniziò il padre, rivolto ad entrambi, finché, trascorsi alcuni minuti, il maschietto si fece coraggio, prendendo le difese della piccola amica.

"Apprezzo che tu ti sia scusato James, ma non credere che sia finita qui, stessa cosa per Savannah quando tornerà. Intanto avrai tempo per le spiegazioni quando saremo a casa" lo informò serio il genitore, non lasciando trasparire nessun segno di indecisione nelle parole appena pronunciate.

Kelly, dal canto suo, continuava a fissare con un sopracciglio inarcato e braccia conserte la figlia di sette anni, che non aveva ancora aperto bocca: sapeva di avere a che fare con un soggetto assai più duro da dominare "E tu signorina, cos'hai da dire in proposito?"

"Vuoi davvero saperlo? Sono venuta per vedere mio padre, cosa che tu non mi permetti di fare liberamente, allora ho fatto da sola e non mi pare che qualcuno mi abbia aggredita, altrimenti che cosa servono le guardie?" svuotò il sacco quella, inviperita, non essendo riuscita a trattenere la verità che le costò uno schiaffo.

La giovane madre riprese fiato dopo aver compiuto quel gesto davanti a James ed Alan, che avevano ascoltato tutto, quest'ultimo ricevendo un'occhiata difficile da decifrare da parte della sottoscritta, sconvolta; si rivolse poi nuovamente alla figlia, imbronciata "Sali subito in macchina, Thea, adesso. Non voglio ripeterlo, chiaro?"

Senza nemmeno salutare decentemente padre e figlio, le due ripresero il cammino verso casa.

Una volta entrate, Kelly fermò la bambina prima che sparisse su per le scale, diretta in camera sua "Comunque sei in castigo, signorina: niente TV per una settimana, mi sono spiegata?"

Thea strinse i pugni e si voltò di scatto verso la mamma, indignata "Sono in castigo perché ho visto mio padre o perché ho detto a tutti che non vuoi farmelo conoscere? Confessa!"

How You Remind Me "Prison Break"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora