David riuscì solo a boccheggiare a vuoto, ma prima che dalle sue labbra uscissero nuovamente frasi di senso compiuto, la loro attenzione si spostò direttamente sul proprietario delle barche che aveva appena parlato e che si stava dirigendo nuovamente verso di loro.
"Mi hanno detto che quando avrei visto una donna con due uomini in questo molo, avrei dovuto indicare loro la prossima tappa"
L'uomo li condusse all'interno di un piccolo alloggio, aprendo la porta e cedendo il passo ai tre.
"Questo è uno dei migliori alloggi che possiedo. È l'ideale per staccare la spina dal fragore tipico di città" spiegò; la casetta, infatti, era situata nella giusta posizione del lago per poter avere una visuale perfetta del placido e silenzioso panorama che si specchiava nelle acque limpide ed argentate del Long Lake; immagine attraversata in alcuni tratti dagli ultimi raggi solari del tramonto divenuti simili a lingue di fuoco "Mi hanno affittato questo posto da un tempo che nemmeno vi dico, ma mi hanno promesso un profitto generoso che ho già ricevuto, altrimenti non avrei accettato una cosa simile... potete passare qui la notte e domani ripartire per Chicago, chiamando questo numero con il telefono che avete a disposizione" aggiunse, indicando l'apparecchio posto sul tavolo più grande presente; il proprietario del piccolo porto porse un foglietto con su scritto un numero di telefono: il pezzo di carta venne afferrato da Whip che alternò occhiate scritatrici tra i genitori e l'uomo che li stava ospitando "Se avete bisogno, il mio numero fisso è in quella rubrica nel secondo cassetto del mobile accanto al tavolino"
"Grazie" rispose sempre il più giovane; quando furono soli strinse le labbra, voltandosi completamente in direzione del padre e la madre "Perdonate se peccherò di diffidenza, ma credo che chiunque al mio farebbe due calcoli prima di fidarsi di due tizi spuntati dal nulla che dicono di essere i suoi genitori, dopo un'intera vita vissuta tra orfanotrofi e prigioni... se ci fossero cose ad esempio certificati, quella roba lì..."
Kelly decise di farsi avanti dopo quelle parole giustamente pronunciate, ma non decisa a lasciare che il figlio che aveva perso rimanesse nell'oblio "Ascolta, so che ti sembra tutta una pazzia, una follia pura" iniziò, cercando di placare l'agitazione che si stava impossessando di lei fino al midollo "Ed è comprensibile: ti sei ritrovato su questo molo con due sconosciuti che dicono di essere i tuoi genitori, quando fino a poco tempo prima la tua consapevolezza era di non avere più nessuno. Ma... in realtà non sei solo, David... se non ti senti ancora di fidarti di noi, abbi fiducia nella motivazione che ha spinto Michael a mandarti da noi"
Dall'espressione che il ragazzo notò aveva, ebbe l'impressione che la bionda che a quanto pareva era sua madre, stesse osservando un angelo.
Evidentemente doveva essere così; ma non gli sfuggì neppure quella esitazione e disagio di cui era vittima in ogni piccola quantità di minuti in cui parlava, soprattutto se doveva anche solo guardarlo in faccia.
A meno che la soluzione migliore della recita fosse ricaduta sulla seconda opzione del classico 'dolore'.
"Magari ci è sfuggito qualcosa come questa busta gialla. Non credo che Michael abbia avuto bisogno di scrivere il suo nome, ormai deve essere diventato il suo nuovo biglietto da visita dopo l'origami..." l'ex componente degli otto di Fox River si staccò dalla parete dove si era appoggiato per il tempo di scoprire il nuovo recapito, e si avvicinò a passo felpato alla sua ex compagna ed a suo figlio che per tutta risposta lo fissavano interdetti "Ma è curioso il contenuto di questa busta, dà un'occhiata..." si fermò, spostando completamente gli occhi sul ragazzo, che esitò alcuni secondi prima di afferrare il foglio bianco, lanciando un'ultima occhiata al sorrisetto quasi strafottente appena visibile che caratterizzava lo sguardo del padre.
Diede un rapido sguardo a quanto scritto, storcendo la bocca ad ogni riga che passava sotto i suoi occhi.
"Questo è l'orfanotrofio in West Virginia dove sono stato fino a quattordici anni..." commentò con un filo di voce, si lasciò cadere sul bordo del divano ricoperto con stoffa rossa, battendo il dorso della mano con cui teneva lo scritto sulla coscia destra "E così Michael aveva calcolato tutto alla perfezione" continuò, strofinandosi il pizzetto con il pollice e l'indice sinistro: dopo il tipo vita selvaggio in cui ogni singolo giorno poteva equivalere all'ultimo che aveva condotto sin dalla tenera età, si era ritrovato in un contesto totalmente nuovo in cui non esisteva un manuale da leggere od un piano da seguire per capire come comportarsi.
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How You Remind Me "Prison Break"
FanfictionSEQUEL di 'How You Live Me' 'Sometimes a man needs to surrender to fate' Michael Scofield è morto da sette anni, Lincoln Burrows ha ripreso la vita vissuta prima della sua incarcerazione a Fox River, e Sara Tancredi si è risposata, crescendo con s...