Un fitto silenzio calò nell'area del magazzino.
Quando la giovane donna riaprì gli occhi, non avvertendo nulla in sé stessa, né calore rovente né dolore, uno strano presentimentosi si insinuò violento nel suo petto: spostò immediatamente l'attenzione su suo figlio, temendo il peggio.
Il sospiro di sollievo nel non scorgere alcuna macchia scarlatta, però, tornò una maschera pietrificata dall'espressione sconcertata sul volto di David.
Voltatasi a sua volta, Kelly incontrò lo sguardo dilatato del suo ex compagno: Theodore indietreggiò di qualche passo, tenendo premute le mani su un punto sullo stomaco.
Il respiro le si bloccò nella trachea come una pietra incastrata in un buco, quando notò una macchia di sangue espandersi rapidamente, impregnando anche le mani dell'ex detenuto.
"No..." rifiutando di credere a ciò appena accaduto, a bocca aperta e senza battere ciglio, la bionda alternò lo sguardo dal volto dell'uomo alla ferita che sanguinava, prendendo pian piano coscienza di quanto accaduto; tese appena le braccia come a volerlo toccare, mentre lui sollevava gli occhi persi e spalancati su di lei "No! No, no, no, no..." urlò, seguendo la stessa parola ma in rapidi sussurri, tenendogli il viso tra le mani dopo che lui gli cadde in ginocchio, cedendo alla debolezza "Theodore! Theodore guardami! Ehi, guardami!" lo chiamò più volte, scuotendolo e contemporaneamente appoggiandogli la testa tra le proprie braccia "Guardami" il corpo dell'uomo era scosso da forti spasmi che aumentavano la fuoriuscita del sangue cosparso anche sul pavimento e su tutta la mano della sua ex compagna, che dalla ferita tornò a concentrarsi sul suo viso "Santo cielo... devi restare sveglio, capito? Non chiudere gli occhi! Non devi assolutamente chiudere gli occhi, Theodore, mi senti? Mi hai sentito? Andrà tutto bene, Si, andrà tutto bene... tu non puoi morire davvero... mi hai già fatto questo scherzo..."
Il sentimento che si formava in casi estremi come quello creava un enorme e talvolta inusuale paradosso con tutti gli avvenimenti antecedenti.
Quasi come se non fossero esistiti.
Whip, inchiodato sul pavimento, fissava il genitore a terra senza momentanea forza di volontà: il piano prevedeva che nessuno di loro si facesse male.
"No..." ripeté ancora una volta sua madre "Gli hai sparato, stronza, perché! Perché! Perché! Non avresti dovuto fargli del male, giuro che questa me la pagherai cara!" gridò furente verso A&W: gli occhi fiammeggiavano, cacciando tutta l'ira che aveva in corpo simile ad una bomba pronta ad esplodere.
"Non doveva mettersi in mezzo" ribatté secco il sicario, continuando a tenerli sotto tiro.
"Devi sapere che ho chiamato l'FBI: secondo una soffiata anonima, Kaniel Outis è in questo magazzino. Se non vuoi che qualcun altro si faccia male, ti conviene consegnarmi subito gli hardisk, Michael" ordinò Poseidone in tutta calma, ad uno Scofield allibito ed incapace di pronunciare parola, che gli indicò di seguirlo dopo essersi scambiato un'occhiata con David: uno sguardo veloce in cui non sapeva cosa dirgli.
"Signora non sapete in che guaio vi siete cacciata" esclamò il ragazzo, accompagnato da un'ira che lo stava invadendo da cima a fondo.
"Se non stai zitto, faccio fuori anche te"
Kelly la fulminò con gli occhi verde acqua, ma colmi di un fuoco più rosso che mai: gli stavano già portando via il padre dei suoi figli, non gli avrebbero tolto anche il figlio appena ritrovato.
Venne nuovamente impossessata da una sensazione che conosceva molto bene, ma con un'unica differenza: stavolta non ci sarebbero state esitazioni ed insicurezze come quella volta con Scofield mentre cercavano Scylla.
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How You Remind Me "Prison Break"
FanfictionSEQUEL di 'How You Live Me' 'Sometimes a man needs to surrender to fate' Michael Scofield è morto da sette anni, Lincoln Burrows ha ripreso la vita vissuta prima della sua incarcerazione a Fox River, e Sara Tancredi si è risposata, crescendo con s...