I due ex amanti tornarono a casa, preferendo non recarsi in nessun luogo pubblico, nel caso gli scagnozzi di Poseidone si fossero infiltrati nei paraggi, sapendo del ferito.
Kelly fece sedere Theodore su una sedia del tavolo in cucina, mentre lei andava a prendere l'occorrente; dopo un'abbondante ora di lavoro, il proiettile fu rimosso e la ferita disinfettata e bendata con delle garze pulite.
"Non sarà da professionale, ma può andare per il momento. Ma dovremmo comunque farla vedere da un medico" commentò ad un certo punto la giovane donna, in tono spento, rompendo il silenzio ed incartando la pallottola insanguinata nel cotone; lo aiutò a rimettere la camicia, sbattendo più volte le palpebre per scacciare via la solita sensazione diventata più schiacciante nell'averlo davanti mezzo nudo.
Alzatasi gli diede le spalle, prendendo silenziosi respiri profondi, avvertendo i suoi occhi scuri puntati sulla schiena.
"Dovrei ringraziarti, non credi?" l'ex detenuto, seppur ancora barcollante, la raggiunse alle spalle posizionandosi lateralmente, bloccandola; la bionda si sforzò con tutta se stessa di evitare di ricambiare il suo sguardo, non volendo assolutamente cedere a quel fascino che per lei era stato solo frutto di numerosi inganni.
Non riuscì, però, ad evitare di osservare con la coda dell'occhio la pelle del corpo ancora in vista per via della camicia sbottonata.
Non poteva buttarsi nell'ignoto.
"Se vuoi davvero ringraziarmi, allora lasciami in pace" sputò fuori, allontanandosi a passo veloce, lasciando di proposito sul mobile ciò che aveva in mano.
***
"Grazie, ho capito. Va bene, resta vigile e aggiornami se hai novità" Alan posò il telefono sul mobile del salotto e dopo aver buttato una rapida occhiata su Thea e James, si diresse verso la porta d'ingresso a cui avevano suonato il campanello.
"Kelly... cos'è successo?" chiese, non potendo non notare l'espressione che lei aveva in faccia; la invitò ad entrare, chiamando anche la figlia che non esitò a gettarsi tra le braccia della madre ed iniziando la sua raffica di domande, la maggior parte delle quali erano concentrate su Theodore.
La giovane donna fece un sorriso tirato "Papà non è potuto venire, ma sta bene, tesoro" specificò subito, per evitare un'altra ondata di quesiti.
"Quando potrò rivederlo, mamma?" domandò la bambina, in tono speranzoso, ricevendo un bacio sulla fronte.
"Molto presto, te lo prometto, non appena le acque si calmeranno"
"Allora chissà, nel tempo che passerete l'uno con l'altra, non è da escludere che tornerete insieme" la ben altro che spontanea frecciatina di Thea ammutì completamente Alan e Kelly; quest'ultima, nel piccolo momento di imbarazzo, si morse il labbro, abbassando leggermente la testa.
L'agente FBI respirò profondamente, con le mani suoi fianchi, in un tentativo di spezzare la situazione compromettente "James, perché tu e Thea non andate..."
Il figlio si voltò in direzione del genitore "In camera mia, perché avete una cosa importante di cui parlare, tipo come quando devi fare quelle tue telefonate misteriose?" ripeté retoricamente, sollevando un sopracciglio, contribuendo a mettere in difficoltà il padre.
"Esatto, James, esatto"
Congedati i due bambini, Kelly fu la prima a parlare, inarcando un sopracciglio "Telefonate misteriose?"
"Lavoro... ma, vieni, accomodati" rispose subito l'uomo che frequentava; spostò una sedia per la sua ospite, per poi fare lo stesso per sé "Avete scoperto qualcosa?" vedendo che non rispondeva, ribadì una seconda volta la stessa domanda, finalmente ottenendo risultati, benché la spiegazione non positiva.
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How You Remind Me "Prison Break"
FanfictionSEQUEL di 'How You Live Me' 'Sometimes a man needs to surrender to fate' Michael Scofield è morto da sette anni, Lincoln Burrows ha ripreso la vita vissuta prima della sua incarcerazione a Fox River, e Sara Tancredi si è risposata, crescendo con s...