Theodore finì di sistemarsi la camicia marrone ed infilò la giacca dello stesso colore, ma di una tonalità più scura; si avvicinò poi allo specchio a muro della camera del motel dove alloggiava da una notte ed osservò la propria immagine riflessa nel vetro, muovendo lentamente il collo, tenendo salda la stoffa finalmente in entrambe le mani.
Sul viso si disegnò un sorriso soddisfatto appena visibile all'angolo della bocca, ma la sua mente era un vortice di pensieri per quanto accaduto la sera prima: Kelly gli aveva detto di andarsene e così aveva fatto.
Probabilmente avrebbe ricevuto la delusione di sua figlia e questo particolare gli comprimeva il petto e le tempie.
In silenzio chiese perdono alla bambina, ma sua madre lo odiava e lui doveva accettare il fatto che anche la seconda donna che aveva veramente amato non lo avrebbe mai perdonato.
Probabilmente Kelly aveva ragione nel dire che avrebbe fatto soffrire sua figlia.
Coprì la mano cibernetica con il guanto di pelle e si allontanò verso il mobile di fronte al letto, digitò il numero del centralino ed attese la risposta dall'altro lato, appoggiandosi con la schiena sul taglio della superficie di legno scuro.
"Ho urgente bisogno di incontrarti, cara, facciamo al Lagunitas Taproom, tra mezz'ora"
***
L'ex detenuto sollevò lo sguardo solo quando scorse la sagoma della donna dai capelli castani, fermarsi accanto al tavolo del pub; lo sguardo, però, tradiva il suo reale stato d'animo, non passando inosservato all'uomo.
In un primo momento non aveva creduto che si sarebbe presentata all'appuntamento.
"Non farti intimorire dall'atmosfera, ormai possiamo considerarci alleati. Ho pensato che un bicchierino di Jack Daniel's ti avrebbe dato la carica necessaria per affrontare ciò che sto per mostrarti riguardo l'incarico che mi hai dato" dichiarò per primo l'uomo, gesticolando con la mano destra, mentre con l'altra si portava alla bocca il liquore, leccandosi le labbra per assaporarne meglio l'aroma alcolico "Ti avrei avvisato prima, ma ho avuto un piccolo contrattempo"
Se non fosse stato per la pulce saltata nell'orecchio, Sara non si sarebbe seduta sull'altra sedia libera, all'altro lato del tavolino, incitandolo a parlare.
Per tutta risposta, Bagwell le porse il proprio cellulare accompagnando il gesto con un commento misto tra il sarcasmo e la serietà, unito ad un sopracciglio inarcato "Non vorrei essere al tuo posto, tesoro, perché quello che ho scoperto ti spezzerà il cuore in due" la Tancredi prese il dispositivo in mano, assumendo un colorito completamente pallido; mancava poco che la mascella toccasse terra.
"Non è possibile, non capisco..." farfugliò lei, non staccando gli occhi dallo schermo ritraente i due sicari con un terzo uomo.
Suo marito.
Jacob Ness.
"Dopo che quei due sono arrivati, hanno fatto fuori Kellerman e non ti mento se ti dico che ci è mancato poco che io e Kelly non facevamo la stessa fine, anche se sono riusciti ugualmente a regalarmi un proiettile ad una spalla. Andavi a letto con il nemico, piccola"
"Che cosa ha detto, Kellerman? Parla, Theodore! Che cosa ha detto?"
"Ha parlato di Poseidone come un sanguinario, ma prima che potesse dire altro gli hanno sparato e siamo stati costretti a nasconderci. Quando li abbiamo seguiti Kelly ha detto di non aver sentito nulla tranne il tuo nome e quello di Michael... ehi, ma dove vai? Aspetta Sara!"
L'ex dottoressa non si voltò indietro quando gli rispose: era talmente attanagliata dalla paura per ciò di cui era venuta a conoscenza, che il cuore le si era fermato "Mike è con lui!" tuttavia, l'uomo riuscì a raggiungerla e fermarla prima che lei potesse allontanarsi maggiormente, parandosi sulla sua strada "Che stai facendo?"
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How You Remind Me "Prison Break"
FanfictionSEQUEL di 'How You Live Me' 'Sometimes a man needs to surrender to fate' Michael Scofield è morto da sette anni, Lincoln Burrows ha ripreso la vita vissuta prima della sua incarcerazione a Fox River, e Sara Tancredi si è risposata, crescendo con s...