Kelly si diresse nell'ingresso di casa a causa del continuo bussare alla porta e quando l'aprì si ritrovò faccia a faccia con Alan.
"Aspettavi qualcun altro?" mormorò lui, facendo scivolare via il sorriso nel notare l'espressione confusa della padrona di casa; la giovane donna si strofinò velocemente le mani sulle cosce, abbassando per brevi secondi lo sguardo, prima di ritrovare l'uso della parola.
"Ehm... no. Sono molto contenta che tu sia venuto. Entra pure"
L'uomo decise di lasciar perdere il discorso iniziale e scosse il capo negativamente "Mi piacerebbe, ma sto andando a lavoro proprio adesso. Mi hanno chiamato urgentemente in ufficio e James mi ha pregato in ginocchio di poter venire qui..." solo in quel momento il bambino uscì da dietro le gambe del genitore, Alan gli scompigliò i capelli biondi "Savannah è a lavoro e non so a chi poterlo affidare"
"Ma certo, non c'è alcun problema, puoi lasciarlo qui"
"Ti ringrazio infinitamente, Kelly"
"Non devi ringraziarmi, lo faccio volentieri. Poi, lui e Thea sono inseparabili. Vai, tesoro, Thea è in camera sua"
"Tu come stai?"
La bionda lasciò la visuale del ragazzino che si stava dirigendo nella cameretta della sua amichetta, per voltarsi nuovamente in direzione del suo interlocutore "Bene, grazie" si limitò a rispondere, suscitando ulteriore tensione; in seguito fece un passo indietro con i pensieri e si avvicinò alla bocca dell'uomo che frequentava, posando le proprie labbra sulle sue.
Un improvviso grugnito spezzò il piccolo momento di intimità, soprattutto per lei, costringendo entrambi a separarsi.
"Spero vivamente di non avere interrotto niente di... intimo" la figura di Theodore appoggiato con la spalla destra sul muretto, a pochi metri dall'entrata, con un'espressione mista tra il sarcasmo e la serietà dipinta sul viso, si rifletteva alla fievole luce del lampione vicino; distogliendo il contatto visivo, l'ex detenuto avanzò di due passi squadrando poi da cima a fondo l'altro, di qualche centimetro più alto.
"Tu devi essere il misterioso pretendente di Kelly"
La sottoscritta, ancora rossa in viso, avvertì il respiro spezzarsi a metà gola; rimase ad ascoltare la breve conversazione sperando trovasse subito la sua conclusione senza alcuna complicazione perché, a giudicare dall'andamento che stava prendendo, la tensione era più alta di quel che credeva.
Alan possedeva un enorme autocontrollo, grazie anche al mestiere che svolgeva.
Il vero enigma era proprio il padre di sua figlia.
"Theodore Bagwell. Non credo tu abbia bisogno di ulteriori presentazioni" pronunciò il primo, non lasciando trasparire alcuna emozione nel tono di voce.
"Per i tipi come me talvolta è importante mantenere un basso profilo, specie in determinate situazioni... è stato un piacere conoscerti, ma ora avrei da fare: questioni della massima importanza mi attendono"
Il biondo lo fissò diritto negli occhi, finché Bagwell non sparì dalla sua vista oltre l'angolo del corridoio.
"Kelly forse... è meglio che James..." Alan espresse riluttanza nel lasciare il figlio nello stesso luogo dove si trovava un criminale di quel calibro, avendo per un istante trascurato quel dettaglio importante, ma lei lo rassicurò, appoggiandogli una mano sulla spalla.
"Sta tranquillo, a James non accadrà nulla di male" si voltò alle proprie spalle "Con Thea il padre è un cane al guinzaglio ed io ho le chiavi" terminò con un sospiro, voltandosi nuovamente a guardarlo.
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How You Remind Me "Prison Break"
FanfictionSEQUEL di 'How You Live Me' 'Sometimes a man needs to surrender to fate' Michael Scofield è morto da sette anni, Lincoln Burrows ha ripreso la vita vissuta prima della sua incarcerazione a Fox River, e Sara Tancredi si è risposata, crescendo con s...