Ice

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Non avevo ricevuto una risposta da Calum in questo periodo e nonostante mi desse fastidio ammetterlo, la aspettavo ogni giorno da quando me n'ero andato.

Vivere con mio padre non è affatto semplice. È passato un mese. E sono cambiato anche io. Ho fatto una stupidata a lasciare mia madre ma ora devo prendermi le mie responsabilità.

Ora sono qui e non so neppure per quanto, ma so che mia madre farebbe di tutto per riavermi indietro.

Non ho nessun amico e la cosa un pó mi pesa. Se prima ero timido ora ho una barriera che allontana tutti e tutto e sono più freddo di un pezzo di ghiaccio. Ho perso la fiducia nelle persone. Primo fra tutti mio padre.

All'inzio non ha voluto saperne niente di me poi però deve aver realizzato che era una delle ultime possibilità di vedermi, così mi ha preso con sé. È stato addirittura gentile, anche se non dimentica il fatto che io sia gay.

La scuola non è per nulla diversa; i bulli ci sono, ma non sono io ad essere il bersaglio, almeno non fino ad oggi.

Nell'intervallo ho aiutato un ragazzo che era stato picchiato e così hanno picchiato anche me. Ma non sono stato fermo. Questa volta mi sono stancato di essere il bersaglio. Ho rotto il naso a uno dei ragazzi, e mi hanno sospeso.

Ora sto aspettando mio padre in presidenza nonostante io sia maggiorenne.

Quando arriva non mi degna di uno sguardo e percepisco dalla sua voce che è infastidito.

Vengo buttato fuori dalla presidenza e lui resta ancora dentro qualche minuto.

Mi accendo una sigaretta e poco prima che io la finisca, mio padre esce sbattendo la porta.
"Dio Luke, sei qui da un mese e già combini casini? Ora chi lo dice a tua madre che sei stato sospeso?" si incammina verso il parcheggio
"Nessuno, mi pare ovvio."
"Non la passi liscia questa volta. Qui con me non ci resti se fai il cazzone e salti la scuola. Sai come la penso."
"Quindi?"
"Quindi cosa? Ormai sei un adulto e dovresti essere abbastanza maturo. Non eri così prima che io e tua madre ci separassimo."
"Non credi che sia proprio questo il problema? Tu te ne sei andato. Mi hai ripudiato come figlio perché sono gay e non ti sei mai chiesto come io stessi. Ma non ti preoccupare, ho preso da te in questo. Piuttosto che ammettere di stare male sto zitto e lascio che il dolore mi consumi." Faccio una pausa per contenere tutte le lacrime che ho trattenuto in questo mese. "E ho deciso che me ne vado."
"Credi che sia così semplice? Un mese fa hai deciso di venire da me e ora decidi di tornare a casa, ma non è così facile. Hai dei doveri."
"Si, ora ne ho uno ben preciso, essere felice. Perché me lo merito e perché avete fatto di tutto per distruggermi, ma come vedi sono ancora in piedi. Se non ti dispiace, ora ho una valigia da preparare." E me ne vado a grandi passi lasciando mio padre fermo sulla soglia del parcheggio.

Non so cosa mi sia preso ma sono stanco di mettere gli altri al primo posto. Ora devo pensare a me stesso. Devo dimenticare Michael e Calum ed essere finalmente felice.

Prendo il cellulare.
"Mamma?"
"Tesoro! Non dovresti essere a scuola?"
"Si, ma sono stato sospeso perché ho fatto a botte con un ragazzo."
"Hai picchiato un ragazzo? Perché l'hai fatto Lucas?" amavo mia madre. Prima di giudicarmi mi lasciava sempre spiegare quello che era successo.
"Perché stava picchiando un ragazzo e quando mi sono messo in mezzo ha cercato di picchiare anche me così mi sono difeso."
"E ti hanno sospeso per questo?"
"Sì."
"Tuo padre come l'ha presa?"
"Non bene."
"Vuoi che venga a prenderti?"
"Lo faresti?"
"Certo che si, sei mio figlio e mi manchi da morire!"
"Grazie mamma, mi sei mancata tanto."
"Ci vediamo più tardi tesoro."
"A dopo mamma."

Una volta a casa di mio padre, butto i miei vestiti in un borsone e raccolgo i pochi oggetti che ho avuto in questo periodo.

Mio padre non è ancora rincasato. Cosi decido di scrivere un paio di righe da lasciargli prima di partire. Nonostante il nostro rapporto burrascoso, è mio padre e non smetterò mai di volergli bene.

"Ehi papà.
So che sei ancora arrabbiato con me e ne hai tutto il diritto ma vedi, io e te siamo troppo uguali per stare a lungo insieme.
Non me la sono presa per ciò che mi hai detto quando hai scoperto la mia omosessualità, d'altra parte,  ognuno la pensa come vuole, ma sono solo deluso dal fatto che tu mi abbia abbandonato. Credevo di non aver bisogno di te ma mi sbagliavo. Forse ho ancora bisogno di te, nonostante tutto.
Ti voglio bene.
Luke"

Prima di lasciare casa, gli lascio il foglio sul cuscino e poi esco.

Mamma non sarà qui prima di mezz'ora.

E piuttosto che vagare senza meta, vado nel parco vicino scuola e la aspetto li.

Nel frattempo apro tumblr. È tanto che non lo faccio e ho la home piena di frasi.

C'è ne una a colpirmi:
«Tranne poche eccezioni, le persone che hanno sofferto molto, finiscono col diventare arroganti e non umili; e non hanno tregua fino a quando non soffrite quanto loro.»

Nella mia testa compaiono due nomi: Michael e Calum. Loro mi hanno fatto soffrire. E io non dimentico.

-SPAZIO AUTRICE-

Inanzitutto volevo dirvi una cosa: GRAZIE!

Grazie per aver fatto salire le visualizzazioni da 70 a 160 e grazie per tutti i voti e i commenti, siete fantastici ♥

Ma passiamo al capitolo: so che è orrendo, è un capitolo incentrato tutto su Luke, ma non avevo nessuna idea, quindi vi chiedo di perdonarmi.

Infatti ho pensato di pubblicare domani mattina invece che alla sera per farmi perdonare.

Ma voi qualche recensione me la fate anche su quest? Così mi date anche dei consigli per i capitoli futuri :)

So che non è bello ma è preparatorio alla storia futura tra Luke e Michael ♥

Grazie ancora di tutto :*

VIAMO ♥♥

InMichaelsarm

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