Michael

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Il mattino dopo non aspetto Michael e mi affretto ad andare a scuola per parlare con Calum.

Ci siamo dati "appuntamento" fuori dal cancello della scuola.

Quando arrivo è ancora presto ma lui è già là. Si è fatto tingere il ciuffo di biondo.
"Ciao Cal."
"Luke. Come va?"
"Tutto bene, tu?"
"Uguale."
"Inizierò io dato che la colpa è principalmente mia. Mi dispiace per non averti lasciato spiegare come stavano le cose e di essermene andato senza un perché.
Io e te siamo amici da 17 anni e non avrei dovuto mettere in dubbio la tua amicizia, ma sai che per tutto ciò che riguarda Michael non sono propriamente me stesso al 100%. Quindi io ti chiedo scusa per quel che mi riguarda e spero che tutto possa risistemarsi." dico tutto d'un fiato.
"La colpa è stata anche mia. Avrei dovuto parlartene prima e sapere che ciò che stavo per fare ti avrebbe fatto soffrire." si blocca e prende un respiro. "Scusami."
"Ormai è passata. Mi sei mancato Calum."
"Mi sei mancato anche tu Luke!" apre le sue braccia e mi ci butto praticamente dentro. È più freddo però, è come se questa storia ci avesse diviso e mi sento male al solo pensiero. Io e lui abbiamo litigato miliardi di volte e ho sempre avuto la certezza che non mi avrebbe abbandonato, ma questa volta non è così. Lo sento lontano anni luce e mentre ci stacchiamo mi viene in mente il messaggio della sera prima. Iniziavo ad insospettirmi ma quel messaggio non meritava tutta la mia attenzione, non ora che avevo "ritrovato" Calum.

È Michael,  arrivato da dietro, a rompere il silenzio che si è creato tra me e Calum.
"Avete finalmente fatto pace?"
"Già" rispondo io e vedo Calum annuire.
"Volevo chiedervi se vi piacerebbe venire alla festa che ho organizzato a casa mia venerdì sera." dice Calum.

Era arrivato addirittura a chiedermi se volevo andare ad una sua festa. Un tempo me l'avrebbe imposto, come minimo. Stava diventando insopportabile questa storia. Non sarei stato zitto ancora a lungo se avesse continuato a tenermi a distanza. Michael prontamente mi afferra la mano, visto che ha notato che mi sono irrigidito e risponde per entrambi.
"Si, ci farebbe piacere."
"Allora a venerdì." ci saluta e se ne va.
"Allora a venerdì? Ti rendi conto che mi tratta come se fossi un conoscente di sua madre? Michael, non credo che lui fosse d'accordo quando gli hai detto che gli avrei parlato oggi."
"Avrà cambiato idea questa notte."
"Ma per favore." stacco la mia mano dalla sua e vado in classe. Non credo di poter reggere anche le battute di Michael.

***

"Lucas, ti sono chiare le regole di questa casa?"
"Sì mamma, me le hai ripetute 20 volte almeno! Vai e fatti questo viaggio di lavoro tranquilla che non ti distruggo casa. E goditi l'appuntamento."
"Possono venire a dormire solo Calum e Michael purché dormiate in stanze separate."
"Si mamma. So anche questo. Ora vai che sei già in ritardo."
"Hai ragione! Ciao tesoro, fai il bravo." mi lascia un bacio sulla nuca e corre in macchina. A volte temo che sarò il bambino di mia madre anche a ottant'anni. Sentirà sempre questo dovere di proteggermi; non che mi dispiaccia.

È venerdì e questa sera c'è la festa di Calum. È stata una settimana da dimenticare quella appena passata poiché tra me e Calum le cose non si erano assolutamente rimesse a posto. Forse si erano solo frantumate di più.

Michael passerà a prendermi alle 9.30 e poi andiamo alla festa.

Speravo anche che il messaggio ricevuto dallo Sconosciuto fosse solo uno stupido scherzo ma evidentemente non è così. I messaggi mi erano arrivati anche i giorni successivi, sempre alla stessa ora: le 11.30.

Non volevo pensarci più perché ogni giorno mi sentivo sempre più perso e sempre con meno fiducia nei miei confronti e in quelli di Michael.

In Case -Muke-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora