Uno spiraglio aperto della tapparella fa entrare un raggio di sole che mi sveglia.
Mi ritrovo arrotolato nel lenzulo del mio letto e accanto a me lo spazio è vuoto.
Mi stropiccio gli occhi e sbadiglio rumorosamente prima di alzarmi e infilarmi i pantaloni di una tuta.
Scendendo le scale noto che Michael è seduto sul divano a leggere l'album che gli ho regalato ieri sera. Sfoglia delicatamente le pagine soffermandosi sulla mia scrittura e su ogni particolare che ho scritto.
Rimango qualche secondo a fissarlo e poi mi decido a scendere.
Gli cingo le spalle e lo abbraccio lasciandogli un bacio sulla guancia.
"Sei sveglio da molto?" domando io.
"15-20 minuti. Ti ho svegliato?"
"No no. Mi ha svegliato un raggio di sole."
Faccio il giro del divano e mi accoccolo di fianco a lui, avvolto dalle sue braccia.
"Sei un poeta, lo sai?"
"Addirittura? E io che cercavo solo di esprimere i miei sentimenti!" sbuffo umoristicamente.
"Allora li sai esprimere dannatamente bene."
"Perché li provo davvero, ecco perche è cosi facile scriverli."
"Sembra che tu abbia fotografato ogni mio colore di capelli. Ci sono praticamente tutti!" ride lui.
"Hai già fatto colazione?"
"Volevo aspettare te."
"Allora vado a prepararla."
"Okay. Ti aspetto qui."
Mi alzo e mi dirigo in cucina. Considerando le mie doti da pessimo cuoco, spero che mamma abbia congelato un pò di impasto per i pancakes.
Una volta trovato, metto l'impasto nel microonde per farlo scongelare. Pessimo errore. Il contenuto si rovescia e la ciotola esplode. Addio colazione. Mi avvicino timoroso allo stipite della porta e guardo fisso Michael.
"Che ne dici se andiamo a fare colazione fuori?"
"Ma non la volevi preparare tu?"
"Ma ho realizzato che è meglio uscire e godersi l'aria calda di giugno, gli uccellini che cantano, il sole caldo..." spero di averlo convinto.
"Che hai combinato con i pancakes?" sbuffo mettendo il broncio.
"L'impasto era congelato e ho pensato di metterlo nel microonde a scongelare." Michael scoppia in una risata fragorosa e io metto ancora di più il broncio ma finisco per ridere.
Lui si alza e si avvicina a me abbracciandomi.
"Non fa ridere! Sono un disastro!"
"Ma no Luke! È solo un incidente di percorso!" continua ridendo lui. "Ora vai a vestirti che andiamo da Starbucks."
Annuisco e salgo di sopra per vestirmi.
Metto degli skinny neri, una t-shirt bianca e una camicia arrotolata fin sopra al braccio.
Scendo di sotto e aspetto Michael che è in bagno.
Una volta pronti entrambi usciamo e andiamo a piedi verso Starbucks.
Cerchiamo di essere il più naturali possibili senza dare nell'occhio ma ho voglia di prenderlo per mano.
Fortunatamente non incontriamo nessuno di nostra conoscenza.
Quando siamo dentro a Starbucks ordiniamo due frappuccini; uno alla vaniglia per Michael e uno al caramello per me e dei donuts.
Io mi assento per andare al bagno e lavarmi le mani.
Quando esco, il posto accanto a Michael è occupato. Da Calum.
Mi nascondo dietro ad un pianta per orgiliare.
"Sei da solo?"
"Si, volevo chiamarti per offrirti la colazione e fare pace ma dato che sei così sospettoso direi che posso anche andarmene." dice Michael.
"Non sono sospettoso. Semplicemente mi fa strano che tu ti sia dimenticato che odio il frappuccino al caramello e i donuts."
"Infatti i donuts erano per me e il frappuccino si saranno sbagliati a portarlo." replica in tono sfacciato Michael.
"Comunque visto che non sei dell'umore di far pace, io me ne vado." sbatte sul tavolo 10 dollari e se ne va con i due frappuccini e i donuts senza ascoltare le scuse campate in aria di Calum.
Io cerco di muovermi da dietro la pianta senza far rumore ma Calum mi vede.
"Lucas."
"Calum. Anche tu qua?"
"Potrei farti la stessa domanda."
"Sono qua in prova per il lavoro di cameriere, qualche problema?"
"Non mi interessa." si volta ed esce dal locale. Pericolo scampato.
Controllo che non sia nei paraggi e poi esco.
Michael mi ha scritto un messaggio dicendomi che sarebbe andato a casa mia con la colazione.
Quando entro, lui è disteso sul divano e il cibo e le bevande sono posate sul tavolino in salotto.
Mi siedo di fianco a lui e inziamo a fare colazione.
"Anche da Sturbucks lo devo incontrare. Con tutti i bar di Sidney lui dove va? Nel nostro."
"L'importante è averla scampata, no?"
"Ma hai visto con quale aria di sufficienza mi ha parlato?"
"Non darci troppa importanza. Non merita tutte queste attenzioni."
"Mi infastidisce però. Non vedo di liberarmi di lui."
"Spero presto."
"Non sopporto più di dovermi nascondere per baciarti."
sorride.
"Almeno qua possiamo essere ciò che siamo realmente." sospiro io.
"Qua posso fare questo." dice lasciandomi un bacio a stampo. "O questo" dice intrecciando la sua mano alla mia. "O ancora dirti che ti amo davanti a tutti."
"E io potrei afferrarti per la vita e sussurrarti all'orecchio che sei tutto ciò che ho sempre voluto."
"Ti amo Luke."
"Non sarei niente senza di te, Mike." sussurro prima di avvicinarlo al mio viso e lasciargli un dolce bacio sulle labbra.
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In Case -Muke-
FanfictionLuke ama Michael più della sua stessa vita e Michael l'ha sempre amato ma non è ancora pronto a donare il suo cuore a qualcuno. Riuscirà Luke a conquistare il cuore di Michael? E riuscirà Micheal a farsi perdonare da Luke?