Tears

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"Io e mio padre non siamo mai stati troppo legati. Eravamo troppo uguali per stare insieme più di cinque minuti ma nonstante tutto sapevo che se avevo bisogno di lui, era disposto ad aiutarmi, nel bene e nel male. Era un padre severo e pretendeva il meglio da me, ma devo solo ringraziarlo per questo; devo ringraziarlo per avermi fatto diventare una persona con dei valori e dei principi.

Se c'è una cosa che mi mancherà terribilmente di lui sono le paternali infinite che mi faceva. Mi mancherà sentirlo urlare per casa dicendomi che devo dare il meglio di me perché la società non si accontenta di un mediocre ragazzo di città. Vorrei rivederlo un'ultima volta per dirgli che tutte le cose che gli ho detto in questo ultimo periodo non le penso veramente, che nonostante i miei 18 anni ho ancora bisogno di qualcuno che mi controlli i compiti la sera o che mi dia consigli sull'amore perché fa ancora troppo male per sopportare il dolore da solo. Vorrei dirgli che pensavo di essere maturo e invece sono solo un ragazzino; vorrei dirgli che nessun padre aveva mai portato il proprio figlio di 7 mesi a vedere una partita di football e andarne fiero, vorrei potergli dire che il dolore che sto provando ora non è niente in confronto a quello che ha provato lui negli ultimi mesi, vorrei dirgli che la vita è ingiusta perché mi ha tolto tutto quello a cui tenevo di più ma se mi vedesse piangere mi direbbe di tirare fuori le palle e combattere perché lui mi ha cresciuto così. Come ultima cosa vorrei dirgli che se dovessi esprimere un ultimo desiderio, la mia scelta sarebbe riaverlo accanto a me; con tutti i pregi e i difetti che aveva. Lui era speciale e non dimenticherò mai il suo viso l'ultima volta che lo vidi." mi avvicino alla bara di legno scuro e metto sopra una rosa bianca.

"Ti voglio bene papà. Ti porterò con me ogni singolo giorno della mia vita. Scusami per tutte le delusioni e gli errori commessi." sento le ginocchia cedere e cado accanto alla bara, sotto gli occhi di tutti. Le lacrime mi bagnano la camicia e sento i singhiozzi di mia madre dietro di me. Qualcuno mi aiuta a rialzarmi e mi porta verso la sedia. Rimango fermo tra le lacrime fino a quando la bara non viene sotterrata.

Le persone iniziano ad andarsene tranne i parenti più stretti. Lascio a mia madre il tempo di piangere papà e mi allontano di qualche passo.

Mi rifugio dietro ad un albero dove cerco di allontanare le lacrime ma il dolore è ancora troppo forte, è ancora troppo acuto per poter andare avanti.

Due ragazzi in smoking vengono vicino a me. Il veleno mi scorre nelle vene.

"Cosa ci fate voi qua?" grugnisco nel tono peggiore possibile.

"Volevamo farti le condoglianze." sussurra Michael.

"La feccia non è ammessa ai funerali. Soprattutto non tu Calum. O ve ne andate da soli o vi mando fuori io."

"Il solito geloso." bisbiglia Calum.

"Come scusa? Anche qua vuoi litigare? Non hai nemmeno un briciolo di rispetto? Non ti rendi conto che sei al funerale di mio padre e che sto soffrendo come un cane? Non ti rendi conto che mi hai portato via ogni singola cosa a cui tenevo?  Ora hai anche Michael, sei felice? Non mi interessa la risposta ma voglio che tu sappia che se ti avvicini ancora a me non sarò più così calmo. Ora sparisci dalla mia vista."

Calum senza problemi indietreggia e se ne va; quando di accorge che la mano di Michael non lo segue, la lascia e prosegue sbuffando.

"Se sei rimasto per farmi la predica sul modo poco rispettoso in cui ho trattato il tuo ragazzo, puoi evitare ed andartene con lui." lui ignora totalmente le mie parole.

"Come stai?"

"Come vuoi che stia? Vuoto, triste, solo, senza te al mio fianco nel giorno più doloroso della mia vita..."

"Perché non mi hai detto che tuo padre era malato?"

"Perché sarei stato un peso. Lo ero per me stesso, non potevo esserlo anche per te. Dovevi rifarti una vita."

"E come hai potuto pensare che io potessi rifarmi una vita senza di te?"

"Non mi pare che tu te la stia cavando male."

"Lui è un ripiego, una vendetta. Ma tu non dicendomi di tuo padre mi hai allontanto e così io non soni potuto stare accanto a te oggi, non ho potuto abbracciarti e dirti che andava tutto bene, non ho potuto darti un bacio per rassicurarti prima del funerale. Ho solo potuto ascoltare le tue parole di commemorazione e desiderare con tutto il mio corpo di abbracciarti e non lasciarti più."

"Puoi sempre farlo ora." mi lascio sfuggire. Sono stanco, non solo emotivamente ma anche fisicamente. Ho dormito 4 ore in 5 giorni e mi sembra tutto surreale. Ma Michael non se lo fa ripetere due volte e mi abbraccia. Io mi lascio cullare dalle sue braccia. Sono tornato finalmente a casa, nelle sue braccia che mi sono tanto mancate. Ma questo è solo un momento. Lui non è più mio.

Calum lo richiama da lontano.

Michael prima di staccarsi mi sussurra all'orecchio "Stasera alle 9 nella casetta sull'albero." poi si stacca, mi fa l'occhiolino e torna da Calum. Io di rimando torno da mia madre abbracciandola; con la consapevolezza che il mio dolore è stato alleviato da un solo abbraccio di Michael

-SPAZIO AUTRICE-

Scusate il ritardo e scusate la lunghezza.

So perfettamente che è corto .-.

Comunque buonasera amorini ♥

Voi non avete idea di quanto io abbia pianto per scrivere questo capitolo! Ero una fontana!

Spero che susciti in voi le stesse emozioni e che vi piaccia almeno quanto piace a me :)

Fatemi sapere, buonanotte ♥

InMichaelsarm

In Case -Muke-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora