CAP. 06 - L'Ora della Verità part.1

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Eccoci al nuovo capitolo, ma prima devo spiegarvi una cosa. Come avete letto dal titolo, il capitolo "L'Ora della Verità" sarà diviso in 4 parti. Nella versione originale sarebbero solo 2, ma se li avessi lasciati così sarebbero stati troppo lunghi, almeno per questo sito.
Comunque adesso vi lascio alla storia, dicendovi subito che oggi conoscerete un pò meglio la storia dei fratelli Mc Bryte, sperando che inizierete ad amarli come li amo io ^_^
Baci baci, e ci sentiamo di sotto.
Alicesme (Danyel)
 


PoV Jacob

Mi ha picchiato. Si è alzato e mi ha tirato un pugno in pieno volto, e poi se n'è andato tranquillamente a fumare come se niente fosse. Bastardo! Lo odio. Lo odio dal profondo del mio cuore. Odio questa vita di merda, che mi tocca vivere senza averlo chiesto. Odio mio padre per essere morto, per non avermi detto quale eredità particolare mi lasciava e per aver trascinato in fondo a quel maledetto burrone mia madre. Lo odio per averci lasciati soli, senza una guida, che ci insegnasse a convivere con quella che sarebbe diventata la nostra maledizione. Sì; perché questa capacità di vedere le anime e potergli parlare è una maledizione.
Odio non poter girare per la strada, senza che qualche anima mi chieda aiuto; non posso neanche mandarle al diavolo, perché finirei per passare per pazzo.
Odio non poter uscire con quei pochi amici che riesco a farmi, perché ogni volta che ridiamo o scherziamo, rischio di rispondere alle loro anime e passare per deficiente.
Odio il fatto di non poter fare sesso con un ragazzo, senza trovarmi due occhi che mi guardano mentre sto per avere un orgasmo. Sentire i gemiti di piacere amplificati, come se fosse un film porno in una multisala. Insomma, odio essere speciale... Sì, certo: Speciale 'sto cazzo!
Ricordo che, quando ero piccolo, domandai perché potevo vedere gli Angeli –in quel periodo credevo davvero che lo fossero– e Taker mi disse che noi due eravamo speciali, che quello era un dono, e che dovevamo usarlo per salvare le persone. Ero tanto ingenuo e inconsapevole, che cominciai a credermi un supereroe che combatteva contro i malvagi. Che stupido che sono stato.
Stupido, perché credevo ad ogni bugia che mi raccontava, e lo veneravo come fosse un Dio. Era il fratello maggiore, una guida, uno scoglio dove aggrapparmi, una spalla dove piangere. Dopo la morte dei nostri genitori, ho avuto un periodo nero, cadendo in depressione post-traumatico –così lo chiamavano i medici–. Mi prendevano parecchi attacchi di panico e pianti isterici; le mie urla, nel cuore della notte, spaventavano i vicini, e ho perso il conto di quante volte ci siamo ritrovati i carabinieri alla porta, perché pensavano che mi stessero picchiando o, peggio, violentando.
Vi chiederete come può un bambino di dieci anni cadere in depressione. Beh, vorrei vedere chi non impazzirebbe se dall'oggi al domani si trovasse orfano, privo di un futuro e di punto in bianco iniziasse a vedere gente trasparente che gli parla chiedendo di aiutarla. È già un miracolo che non sia diventato pazzo. Certo, per i medici lo ero, anche perché allora rispondevo alle anime che mi parlavano, e ringraziando eventuali divinità, credevano che parlassi con i miei genitori e lasciavano perdere; se non ci fosse stato Taker, sarei davvero impazzito.
Mi asciugava le lacrime quando piangevo, trascorreva le notti in bianco per vegliarmi quando urlavo dagli incubi, e si prendeva cura di me ogni volta che ne avevo bisogno. È stato un punto di riferimento per non cadere nel baratro. Era, ed è tuttora, il mio mondo; almeno fino ad oggi.
È la prima volta che alza le mani su di me; neanche quando le meritavo sul serio mi ha mai picchiato e questo fa ancora di più bruciare la rabbia che ho dentro. D'accordo, ripensandoci adesso, a mente fredda, forse stavolta ho un po' esagerato insultando nostro padre, ma in quel momento ero accecato dalla rabbia per la partenza e ritenevo loro i responsabili. Stavolta, però, non ho alcuna intenzione di sottostare al suo volere. Ormai sono grande e posso benissimo vivere da solo, anche a costo di fare marchette negli angoli delle strade.

«Se non ti vesti, rischi di farti venire il raffreddore idiota.» Mi giro spaventato e vedo Taker seduto sul mio letto; vicino a lui un vassoio con sopra una calda cioccolata bianca e i pasticcini alle mandorle con pistacchi che tanto adoro. Ecco, è proprio questo che dicevo: lui sa sempre di cosa ho bisogno o cosa deve fare per farsi perdonare. Mi vuole bene e si prende sempre cura di me, anche quando ho torto marcio. E non riesco a trattenermi, comincio a piangere come se avessi di nuovo dieci anni, buttandomi tra le sue braccia in preda ai singhiozzi.
Con una mano mi accarezza la schiena e con l'altra mi circonda le spalle come per proteggermi dalle persone malvagie. «Mi dispiace, fratellino; ti prego, perdonami per il pugno, non so cosa mi sia preso. Ero furioso con me stesso, perché di nuovo dobbiamo andare via in un'altra città e me la sono presa con te. Lo so che questa volta è ancora più difficile per te, lo so che hai alcune persone care che ti mancheranno in modo particolare, e all'idea di non rimanere nella loro vita ti distrugge, ma è giusto così. Devono continuare la loro vita serenamente e andare avanti. Vivere senza alcun dolore, e sai anche tu che è giusto così. Dobbiamo farlo, Jacob: è il nostro compito e noi dobbiamo adempiere al nostro destino. Non possiamo opporci» dice, e dentro di me sento che ha ragione. È la nostra eredità e dobbiamo accettarla, ma pensare che non avrò più contatti con loro mi fa male. Sono la mia vita e separarmi dai miei amici è un dolore atroce.

Quando mi calmo, prendo la mia cioccolata e comincio a berla, mangiando i miei adorati biscotti alle mandorle. Sì, sono gay e adoro i biscotti alle mandorle... Avete qualche problema? No? Benissimo. Taker è ancora qui; mi guarda, con quel sorriso da stronzo che si stampa in faccia quando sa di aver vinto la battaglia: dannazione, stavolta glielo darei io un bel pugno sulla faccia. «Levati quel ghigno dalla faccia, brutto stronzo, che non hai vinto proprio niente. Avevo già deciso di perdonarti e di partire; i tuoi inutili giochetti per comprarmi stavolta non hanno funzionato. L'unica ragione per cui sto mangiando è perché con la litigata di prima non ho cenato, quindi non darti tante arie.» Adesso comincia proprio a ridere di gusto, e questo mi fa ancora più innervosire. Non solo mi compra con i miei dolci preferiti, ma se la gode nel vedere che io ci sono cascato con tutte le scarpe.

«D'accordo, fratellino, la smetto di ridere e prenderti in giro, ma devi ammettere che stavolta ho vinto su tutta la linea. Dai, finisci e vattene a dormire, che domani devi salutare i tuoi compagni di scuola. Non preoccuparti per il resto dei bagagli, ci penso io; goditi l'ultimo giorno con le persone a cui vuoi bene.» Dicendo questo mi bacia la fronte e si dirige verso la porta, ma, appena uscito, si ferma e rispunta per dirmi qualcos'altro: «E, se non sbaglio, c'è una persona in particolare che devi salutare, e molto calorosamente, credo. Buona notte.».

Pietrificato, rimango con la tazza a mezz'aria e un pasticcino nell'altra mano che cade sul letto; non riesco a credere alle mie orecchie. Non può averlo detto davvero. Dannazione, lui e i suoi doppi sensi. Adesso, oltre che affamato, sono anche eccitato e mi toccherà andare in bagno per rilassarmi. Ma, un momento; lui come cavolo fa a saperlo? «Ehi, aspetta un attimo, razza di stronzo che non sei altro: come cazzo fai a saperlo?» urlo con tutto il fiato mentre Taker se la ride ancora più forte.

«Ho i miei informatori privati, che ti credi, principiante. Io sono il maggiore e devo sapere sempre tutto quello che ti riguarda, quindi so anche di Ryan. A questo proposito, volevo farti i complimenti; io sono etero, ma una botta gliela darei volentieri anch'io. È un figo da paura... Bravo il mio fratellino che non si accontenta: mira sempre al meglio. 'Notte, 'notte, Bro.» Dicendo questo se ne va, lasciandomi con la bocca aperta stile pesce palla e un'erezione che farebbe invidia a uno stallone purosangue. Adesso devo andare a farmi una doccia fredda per sistemare il problema che ho tra le gambe, altrimenti chi cazzo riesce a dormire?
Odio la mia vita; mi sembra di averlo già detto, vero?

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