CAP. 31 - Il Filo Trasparente del Destino part.1

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POV JAKE


Sento caldo…
Jake…
Un dolce torpore…
Aprimi il tuo cuore, tesoro
Un dolce calore avvolgermi…
Finalmente mi senti, finalmente siamo collegati!
Sento come una sensazione di protezione…
Ascolta quella sensazione, tesoro, ascolta il tuo cuore…
Mi sento felice, mi sento a casa…
Si, tesoro, io sono la tua casa! Ti voglio bene, da sempre e anche da prima… Andrà tutto bene, Jake, ne sono sicura… Adesso sei pronto per andare fino in fondo. Nel tuo cuore ormai non hai più alcun dolore… Abbi fiducia nelle tue capacità, non aver paura di fallire, perché Noi abbiamo fiducia in te… Io ho fiducia in te!
C-hi sei? Perché la tua voce mi fa sentire così bene?
Perché sei una parte di me e il tuo potere è grande! Alzati, Jake… Svegliati e ama con tutto te stesso! Diventa la persona di cui sono fortemente orgogliosa! Adempi al tuo destino Jake, spezza la maledizione e poi vieni da me… Ti aspetto!


Di nuovo odore di caffè e brioche calde… Di nuovo lo stesso risveglio, ma con un’unica differenza: non c’è il calore di Nicholas a scaldarmi. Ripensare a quello che è successo ieri mi fa gelare il sangue, ma devo farmi coraggio; mi ha promesso che sarebbe tornato e devo avere fiducia in lui.
Di nuovo odore di caffè. Di nuovo profumo di brioche calde. «Mmm… caffè?» Un momento: come può essere un risveglio uguale a ieri, se Nicholas non c’è?

«Buongiorno...» Sentirlo mi provoca mille brividi; mi muovo di scatto, mettendomi seduto sul letto, verso la direzione da cui proviene la sua voce, e lo trovo seduto sulla stessa poltrona, vicino alla porta finestra, dove ieri sera guardavo il tramonto da solo.

Appoggiato al tavolino, accanto alla poltrona, un vassoio con sopra una caffettiera fumante e ogni genere di dolci per colazione: brioche, biscotti secchi, fette biscottate e ogni tipo di marmellata che deve aver trovato nella credenza. «Lo so che non è un risveglio paragonabile a quello di ieri, e di questo me ne dispiace, ma ti giuro che cercherò di rimediare. Mi farò perdonare, piccolo, te lo prometto!» Sorride, cercando di farmi credere di stare bene, ma noto subito le profonde occhiaie che cerca di nascondere. Questo può solo significare che non ha dormito e che deve essere rimasto a vegliarmi per tutta la notte. Che coglione!

Davvero crede di poter rimediare alla sofferenza che mi ha fatto penare? Davvero crede che possa dimenticare ogni cosa con un semplice “mi dispiace”? Che gli salterei addosso per non farlo più alzare da questo letto, fino a quando non torneremo a casa?

Possibile che mi conosca così bene, da sapere che mi sarebbe bastato sentire la sua voce per perdonarlo? Che la colazione che ha preparato può anche rovinarsi, visto che non gli darò il tempo di fargli venire voglia di mangiarla, visto che sarà occupato a divorare me?
Sì, lo crede, e ha dannatamente ragione! Vorrei saltargli addosso e buttare via ogni problema, ogni dubbio, ogni paura che ho e lasciarmi amare totalmente da lui, ma invece di farlo, sento salire la rabbia accumulata dalla tensione e scoppio.

«E credi che con un “Mi dispiace” o un “cercherò di rimediare” dovrei passare sopra a tutto e perdonarti? Tu sei completamente uscito di senno!» Ormai ho perso il controllo e insieme alle urla, afferro un cuscino e glielo tiro addosso. «Non puoi neanche immaginare quello che ho passato! Non puoi capire l’angoscia che ho provato, quando sono tornato qui e non ti ho trovato! La sofferenza quando guardavo il cellulare e speravo di sentire la tua voce ogni volta che suonava! La speranza di vederti entrare dalla porta ogni volta che sentivo una macchina per strada!» Allo stremo, e finiti i cuscini, comincio a tremare e trattengo le lacrime che sento spingere per uscire. Nicholas mi guarda, e nei suoi occhi leggo il senso di colpa, insieme alla voglia di raggiungermi e consolarmi.

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