CAP. 06 - L'Ora della Verità part.4

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PoV Jacob

Sembra che il Destino si diverta a torturarmi, che cerchi di farmi pagare ogni secondo della mia vita l'ignorare costante del mio Dono. Quest'oggi le anime sono completamente impazzite, fuori controllo, mi torturano fino allo sfinimento. Non le sopporto più.
Non sono riuscito a seguire neanche una lezione per colpa delle miriadi di domande che mi hanno rivolto e ho dovuto subire tutto senza neanche poter replicare. Hanno il terrore di non poter più passare oltre, soprattutto ora che le abbandonerò, e non posso dare loro torto.
Chi le ascolterà, quando me ne sarò andato? Non credo che esista un altro cacciatore che possa aiutarle, e se anche esistesse non penso che si trovi nei paraggi. Vorrei rimanere e continuare la mia missione per loro, anche perché ormai ne sono capace, ma non sono io a decidere, quindi, come sempre faccio lo stronzo e ignoro ogni supplica che mi rivolgono.
Ma delle anime in pena sono l'ultimo dei miei problemi in questo momento. Quello che mi angoscia è questo cazzo di tempo che non scorre. Non riesco a credere che da domani non lo vedrò più; oggi sarà l'ultima volta che mi sorriderà, che riderà con me, che mi guarderà con quei suoi occhi profondi e pieni di passione. Sarà l'ultima volta che faremo sesso.
Al pensiero di non poterlo più stringere, ascoltare il mio nome tra i suoi gemiti, non avere le sue mani addosso, ma soprattutto di non sentirlo più dentro di me, sento un dolore forte al petto che non mi fa respirare. Non voglio andarmene: non lo voglio lasciare.

Sento la campanella suonare e una mano appoggiarsi sulla spalla, destandomi dai miei pensieri, e vedo il mio amico Sasha guardarmi preoccupato : «J. T., tutto bene, amico? Perché piangi?» Piangere, io? Ma che dice? Mi passo una mano sul viso e mi rendo conto che sto piangendo come un bambino; questo mi sconvolge ancora di più. Cerco di asciugarmi velocemente con la manica della maglia per non agitare ulteriormente Sasha; mi stampo il mio solito sorriso da stronzo – che tanto adora – e lo spingo via dolcemente. Non voglio lasciargli un brutto ricordo di me, gli voglio bene e mi mancherà tantissimo.

È un ragazzo dolce e sensibile e nei momenti difficili mi è sempre stato vicino. «Ehi... Stai tranquillo, sto bene. Ho solo un po' di tristezza, ma passa subito, vedrai. Sorridi, altrimenti ti vengono le rughe e poi chi ti scopa più se diventi brutto? Non voglio partire sapendo che sono la causa della tua castità forzata.» Dicendo questo lo afferro per la vita e lo abbraccio con forza, stampandogli un bacio sulla guancia. Sasha si irrigidisce – lo so che ha sempre avuto una cotta per me – e poi ricambia l'abbraccio molto calorosamente.

«Non voglio che te ne vai... Chi mi proteggerà adesso, quando i bulli della scuola avranno la luna storta? Chi mi aiuterà a fare i compiti e a copiare nelle verifiche? Chi mi coccolerà quando sarò triste? J.T... ti prego, resta con me!». Santo Dio com'è difficile dirgli addio... Gli voglio bene e vedere il suo dolore è una sofferenza, ma non posso farci niente, perché questa è la mia croce: devo andare via e lasciarlo libero di vivere felice.

«Se potessi lo farei, piccolo, resterei qui per sempre; ma purtroppo non decido io della mia vita, ma qualcosa di più grande di me» dico, sussurrando al suo orecchio, mentre lo coccolo e cerco di fermare i singhiozzi che cominciano ad arrivare.

«Mi scriverai, vero, fratellone? Rimarremo in contatto e tornerai a trovarmi presto? Promettimelo!»

«Non posso fare promesse che non so neanche se riuscirò a mantenere. Lo sai che non amo mentire, specialmente a te, quindi non posso prometterti niente; posso solo dirti che ci proverò... Dipenderà tutto da come andrà il lavoro a mio fratello, ma tu stai tranquillo e continua a vivere sereno». Non potevo dirgli la verità, non potevo mentigli dicendo che sarei tornato, perché già sapevo che non lo avrei fatto. Non posso farci niente, perché queste sono le regole. Questo è il prezzo da pagare per salvare le persone e le loro anime: nessun ricordo.
E stavolta sarà ancor più doloroso sapere che Sasha dimenticherà ogni cosa di me; i pomeriggi a giocare con la Wii, le gite al mare con gli amici, rimorchiare i ragazzi carini al Club Selene e le sbronze per dimenticare i bastardi che ci scaricavano dopo averci usato. Appena lasceremo questa città, ogni ricordo, ogni minimo pensiero che riguarda me o mio fratello verrà dimenticato. Tutte le persone che sono venute in contatto con noi, dimenticheranno ogni cosa, ma questo è il rovescio della medaglia per mantenere il nostro segreto, e non posso oppormi.
Lo stesso succederà a Sasha: ogni singolo e intenso momento passato insieme sarà completamente cancellato dalla sua memoria. L'unica cosa che ricorderà di noi sarà una semplice conoscenza. Il problema è che io invece ricorderò tutto. Non è giusto... non questa volta.

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