CAP. 09 - Sono proprio curioso di sapare chi sei

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POV ALEX

Svegliarmi con il profumo del caffè mentre sono abbracciato a Nate, è una cosa che qualche mese fa non avrei mai sperato. Lo abbraccio e mi stringo a lui per sentirlo meglio; ho una paura fortissima di constatare che è stato tutto un sogno. Apro gli occhi, lentamente, respirando piano, e mi accorgo che Nate è sveglio e mi guarda con dolcezza.
Gli sorrido, e lo bacio a fior di labbra, mentre ricambia il mio bacio e mi accarezza la schiena... Un bacio che riesce a farmi fremere in tutto il corpo. Cavolo, se solo un suo bacio mi fa questo effetto, non oso pensare quando ci spigeremo oltre… Non vedo l’ora.
Ci separiamo, e Nate mi bacia sulla fronte; un sempplice gesto che mi fa ridere, perché mi fa capire quanto mi Nathan mi conosca.
Ha capito che ero in ansia e ha voluto tranquillizzarmi; senza che me ne accorga, lo abbraccio con forza e gli salgo addosso, baciandolo con più passione di prima. Lo sento sorridere e appoggiare le mani sul mio sedere, mentre con il bacino si spinge contro di me, per farmi sentire quanto anche lui è contento. Dio, sono al settimo cielo.
«A quanto vedo, non devo fare niente per farvi mettere insieme, avete fatto tutto da soli. Un lavoro in meno». Mi volto immediatamente e, tutta sorridente, trovo Samantha appoggiata alla porta, con due tazze di caffè in mano e un ghigno malefico sul viso. «Buon giorno, miei cari, a quanto pare avete dormito molto bene, e sembra che il risveglio sia stato anche meglio... Se a voi non dispiace, vorrei che il mio restasse tranquillo, ma assistere ad un film hard non è proprio quello che intendo io per un “felice risveglio”, a meno che al posto vostro, non ci sia io con un bel ragazzo… Volete del caffè?». Credo che in questo momento stia gongolando per aver avuto ragione su di noi e, sono convinto, prima o poi lo dirà a voce alta per vantarsene.
Con la sua tipica frase “Te l’avevo detto”, ti tappa la bocca e vince la sfida immaginaria, che comincia appena abbiamo delle divergenze di opinioni. «Se non è troppo disturbo, non vorrei arrivare tardi a lezione stamattina, quindi vi lascio qui il caffè e vado a vestirmi. Alex, la tua divisa è sul tavolo in cucina; il bagno è pronto, anche perché credo che tu abbia bisogno di una bella doccia per riprenderti. O sbaglio? Datevi una mossa, tutti e due, che vi aspetto in macchina. Vi voglio bene». Finito di parlare, esce e ci lascia come ci aveva trovato: Nate sdraiato sul divano mezzo nudo e io a cavalcioni su di lui con le sue mani sul sedere...
Adesso posso davvero morire, ma per la vergogna. «Credo che questa scena ce la rinfaccerà a vita. Comunque, non me ne dispiace affatto». Lo guardo sconvolto, e decido di seguire il consiglio di Samantha andando a farmi una doccia, perché nello stato in cui sono, in questo momento, non credo sia saggio andare in giro.

Nathan mi accompagna in bagno, ma si ferma sulla porta con un sorriso divertito; penso aspetti un mio invito ad entrare con me nella doccia, ma non credo sia il caso. Abbiamo già dato abbastanza spettacolo per oggi. «Posso almeno guardati fare la doccia? Sempre che non sia troppo imbarazzante per il tuo cuoricino».

«Nathan, non fare lo scemo; se vuoi, rimani a guardare, ma guai a te se entri. Samantha ha ragione: sono già in ritardo per le prime lezioni e mi toccherà saltarle. Almeno vorrei arrivare per seguire Fisica in tempo. Tu la farai dopo, quando sarò andato via. Ci vediamo dopo al negozio.» Appena finisco di sgridarlo, sempre con il sorriso, mi spoglio e mi infilo nella doccia.

Lo so che mi guarda, lo sento trattenere i sospiri, ma cerco di far finta di niente e finisco di lavarmi. Quando esco, sento Nate avvolgermi nell’asciugamano e, visibilmente eccitato, mi abbraccia sospirando all’orecchio. Mi manca un battito e comincio a tremare; ogni volta che mi sfiora, ogni piccolo contatto, anche se leggero, riesce a farmi perdere il controllo del mio corpo e vorrei saltargli addosso e non lasciarlo più.
«Non puoi capire la fatica che ho fatto nel restare fuori dalla doccia. Riuscire a controllarmi, sapendoti nudo, caldo, e tutto eccitato, è stato un’agonia continua. Ricordati di ringraziare Samantha, perché la prossima volta non mi tratterrò: sei avvisato». Detto questo mi bacia il collo, per poi infilarsi lui nella doccia.
Adesso sono io a guardarlo, ma non credo di avere il suo stesso auto controllo, per cui mi impongo di chiudere gli occhi ed uscire dal bagno, prima di fare qualcosa di cui potrei pentirmi. Lo voglio, dannazione, ma non deve essere qui. Devo resistere e scendere, prima che Samantha mi venga a prendere per i capelli.
«Nate, io vado, altrimenti farò fare tardi anche a Samantha. Non credo che tu voglia incombere nella sua ira, vero? Lo sai come diventa quando si arrabbia … Non ci tengo a finire tra le sue mani, quindi mi vesto e vado. Ci vediamo oggi pomeriggio.» Sospiro e mi volto per uscire, quando Nate mi afferra e mi trascina nella doccia.
Lo guardo sconvolto. Mi bacia, spingendo il mio corpo sulle piastrelle e, facendo scontrare i nostri bacini, sento, molto chiaramente, quanto è eccitato e quanto mi vuole.
Devo staccarmi da lui, altrimenti non rispondo delle mie azioni, anche perché comincio ad eccitarmi di nuovo. Cerco di staccarmi, ma Nate è più forte di me e riesco soltanto a smettere il baciarlo, da riuscire almeno a parlargli.

«Nathan, ti prego, non resisto se continui così. Anch’io ti voglio, non sai quanto, ma è davvero tardi e Samantha si arrabbierà. Lasciami andare, e ti prometto che stasera sarò tutto tuo, e potrai farmi quello che vuoi. Ti può andare bene come l’idea? Adesso lasciami andare, per favore». Con voce tremante dall’eccitazione riesco a dire quello che penso e sento la sua presa diminuire, ma, con ancora le sue labbra sul collo, mi lecca salendo verso l’orecchio, facendomi tremare ancora di più.

«D’accordo, per stavolta sei salvo, ma stasera non mi scappi. Sarai mio, perché ti voglio dal profondo e, per quel che ho potuto sentire, anche tu mi vuoi. Ogni volta che ti bacio o ti tocco, il mio cuore comincia a battere forte, ed è una sensazione meravigliosa. Ho sempre pensato che le emozioni che provavo per te, la voglia di protezione nei tuoi confronti, fosse soltanto amore fraterno, ma adesso che ho capito cosa sono e da dove provengono veramente, non intendo più lasciarti scappare. Ti amo, Alex, adesso ne sono consapevole e spero che i tuoi sentimenti siano come i miei». Rimango immobile, sconvolto dalle sue parole.
Mi ama, ha detto che mi ama. Non riesco a credere alle sue parole e, senza che me ne accorga, incomincio a piangere gettandogli le braccia al collo. Non riesco a trattenere i singhiozzi e, mentre tremo, sento le sue mani sulla schiena che mi cullano; Nate cerca di farmi calmare, baciandomi sulla fronte, ma il risultato è peggio, perché quel gesto adesso assume un significato maggiore nei miei confronti. Ora è diventato il suo modo per esprimere il suo amore e io sono al settimo cielo dalla felicità.
Nathan mi ama e io non posso chiedere altro al destino. «Anche io ti amo, Nathan, da sempre, e poterlo dire a voce alta mi fa quasi paura. Ho sperato tanto di sentirtelo dire, e adesso non riesco a credere che sia vero. Sono felice.»

CHARMED DESTINYDove le storie prendono vita. Scoprilo ora