Locked Inside

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(T/N)'s P.O.V.

Sei andata in cucina e hai preso un bicchiere di latte/caffè, tanto per metterti un minimo in forze, ne avevi bisogno.
Poco dopo hai sentito dei passi maschili venire verso di te e, infatti, appena hai spostato lo sguardo verso la porta hai visto Andrew in piedi, appoggiato alla porta con le braccia incrociate e un sorrisino sul volto.
"Che c'è?" Hai chiesto sorseggiando il tuo latte/caffè e godendoti il suo sapore.
"Ah, niente... per te non sarò Andy ma questa pare ancora casa tua" ha spiegato lui indicando con il dito indice il tuo bicchiere mezzo pieno. "Generalmente un ospite chiede di servirsi" ha aggiunto sollevandosi dalla porta e facendo qualche passo verso di te.
"Lo so, scusami, è solo che-" hai iniziato a dire per poi venire interrotta.
"Oddio, stai zitta, scherzavo. È ovvio tu possa fare quello che vuoi qui, per me sei ancora la mia ragazza." Ha detto Andrew roteando gli occhi ma usando un tono scherzoso. Era palese non volesse offenderti e tenerti a tuo agio seppur fosse scocciato dal tuo scusarti.
"Andrew... non stiamo più assieme." Lo hai ripreso leggermente tenendo un tono calmo, non volevi scatenare una lite o una scenata.
In tutta risposta, Andrew ha solo alzato le spalle cercando di sembrare quanto più tranquillo possibile seppur tu percepissi il suo nervosismo e notavi alcuni suoi muscoli che cercavano di contrarsi per il disagio.
"Andrew..." hai detto poi essere zittita da lui, il quale ha alzato una mano per distrarti e farti stare zitta.
"(T/n)... zittati." Ha detto lui guardandoti male. Aveva un tono ferito e infastidito, non gli stava piacendo questo tuo modo di fare, questa tua ossessione per dirgli che non stavate più assieme. Era palese fosse arrabbiato e volesse che tu lo lasciassi nelle sue convinzioni. "Io ti amo ancora, (t/n) (t/c). Tu, per me, sei ancora l'amore della mia vita, smettila di dirmi che non stiamo più assieme, ne sono consapevole, ma non puoi negarmi di pensare che avrò ancora un'occasione con te." Ha detto con tono duro come la sua mandibola si contraeva e lui stringeva i pugni.
"Ok... ok... scusami..." ha mormorato mentre la paura della sua reazione montava e cresceva a velocità smisurata dentro di te.
Hai spalancato leggermente gli occhi, le tue mani hanno iniziato a tremare e il tuo cuore ha iniziato a battere più velocemente. Eccolo... l'Andy che ti faceva paura.
"Penso che io debba andare ora..." hai mormorato spaventata appoggiando il bicchiere sul tavolo e affrettando il passo verso la porta.
Appena hai cercato di aprirla hai scoperto fosse chiusa a chiave.
"Io non credo." Ha detto Andy spostando il peso del corpo sull'altro piede.
"Andrew... apri la porta." Hai sibilato guardandolo con fare velenoso. Adesso dovevi quanto più possibile dimostrare di essere forte e volevi che ti lasciasse andare.
"No." Ha risposto lui avvicinandosi. Il suo tono era freddo e distaccato, aveva uno sguardo pensieroso e hai capito che avesse in mente qualcosa quando si è portato la mano a giocare col piercing che aveva al labbro. Era un tipico gesto che faceva quando stava pensando a qualcosa e, questa volta, eri spaventata dalle sue idee.
"Come sarebbe a dire no?" Hai chiesto tu facendo un passo indietro per allontanarti da lui.
"No. Tu non vai da nessuna parte, bambola, non lascerò che mi abbandoni di nuovo." Ha sibilato lui prendendoti per un braccio e tirandoti violentemente verso di sè. I suoi occhi azzurri mostravano di nuovo quella possessività che non vedevi da tre anni. La sua rabbia era percepibile nell'aria, c'era una tale tensione nell'aria che si poteva tagliare con un coltello da cucina. La tua paura è aumentata e hai cercato di liberarti dalla presa di Andrew... senza nessun risultato se non farlo arrabbiare ancora di più.
"TU NON ANDRAI DI NUOVO VIA." Ha urlato, furioso, come ti ha trascinata di forza al piano di sopra e ti ha sbattuta in camera, facendoti cadere a terra.
Hai cacciato un urlo e sei scoppiata a piangere raggomitolandoti in posizione fetale, abbracciando forte le gambe al petto con una mano mentre, con l'altra, ti proteggevi la testa.
"Tu non andrai più via." Ha sibilato il ragazzo dagli occhi azzurro ghiaccio come ha sbattuto la porta.
Hai sentito dei passi veloci scendere le scale e poi il silenzio... niente suoni, rumori di nessun genere. Si sentiva solo il tuo pianto violento e i tuoi singhiozzi che ti impedivano di respirare e prendere aria per bene.
Non ci credevi lo avesse fatto... non credevi fosse talmente possessivo da chiuderti in camera pur di non farti più andare via. Questa volta aveva superato ogni limite.
Hai cercato per tutta la stanza cercando la tua borsa, lì c'era il tuo telefono, potevi chiamare aiuto... ma niente.
Hai cercato nei cassetti, nell'armadio, sotto il letto, sopra il letto, sotto le coperte... la tua borsa non c'era.
Di colpo ti ha colpita un flash nella tua mente... avevi lasciato la borsa sul tavolo al pub non l'avevi portata con te quando dovevi andare al bagno.
"Cazzo..." hai sussurrato con veleno dando un pugno al letto dalla frustrazione. "Io e il mio vizio del cazzo. Me lo dicono sempre tutti di portarmi la borsa dietro quando mi alzo dal tavolo, in caso di emergenze, ma io non lo faccio mai." Hai sibilato come le lacrime stavano per rompere di nuovo gli argini dei tuoi occhi. "No, no, no... (t/n), non crollare, sei più forte di così." Hai sussurrato per calmarti e prendendo respiri profondi per non piangere. "LA FINESTRA!!" Hai sussurrato urlato andando verso la finestra.
Hai cercato di aprirla con tutta la forza che avevi ma non si voleva muovere. Era palesemente bloccata.
"Cristo..." hai sussurrato appoggiandoti con la schiena al muro e scivolando lungo di esso fino a finire seduta a terra con le ginocchia sollevate verso il petto.
"Sei un bastardo... sei un fottutissimo bastardo, Andrew, ti odio!" Hai mormorato con rabbia ricominciando a piangere violentemente. Ma una parte di te sapeva che non era così. Sotto sotto eri ancora legata a quel ragazzo, lo amavi ancora tanto anche se non lo avresti mai ammesso.
Era meglio non andare al pub la sera prima, era meglio stare a casa, era meglio lo stupro... davvero lo sarebbe stato? Al massimo ti saresti svegliata in un bagno del pub senza avere la minima idea di cosa fosse successo... ma almeno saresti stata libera di andare a casa.
Hai scosso la testa tra le lacrime come vari singhiozzi sono risaliti dal tuo petto. No, non sarebbe stato meglio.
Hai asciugato le lacrime con la mano e hai sospirato. Perché hai dovuto essere salvata da Andrew? Perché hai avuto cotanta fortuna da beccare proprio lui ieri sera? Era di questo che avevi paura. Avevi paura che lui facesse qualche cazzata come questa. Tu non eri più sua da tre anni ma lui era rimasto con la convinzione di poterti riavere... e, a quanto pare, non mentiva quando disse che ti avrebbe riavuta a ogni costo.

Andrew's P.O.V.

Era in cucina a valutare le sue opzioni sul come tenerti lì. Intanto un passo era fatto, eri bloccata in camera sua e da lì non saresti uscita fino a che non lo riprendevi come tuo ragazzo. Questa volta non ti avrebbe lasciata fuggire.
Questi tre anni le aveva provate di tutte per trovarti ma avevi disattivato ogni tuoi account, da quello di Facebook a quello Instagram, il tuo numero di telefono era inesistente e nessuno gli dava informazioni sul dove tu fossi. Aveva del tutto perso le tue tracce. Nemmeno Dio sa quante volte ha pianto, quante volte si è disperato, quante volte ha preso a pugni il muro per la frustrante situazione. Voleva contattarti, parlarti... ma niente, non c'erano informazioni su di te da nessuna parte.
"Lei mi ama?" Si è chiesto a voce alta alzando lo sguardo verso le scale. "Non lo so... non mi spiego il suo modo di fare aggressivo nei miei confronti... ma sì. Deve ancora provare qualcosa per me, mi guarda ancora con gli stessi occhi... deve per forza amarmi." Si è convinto lui stringendo i pugni. Lui ti avrebbe riavuta, non gliene fregava un cazzo delle conseguenze. Tu eri roba sua, eri il suo tesoro, eri la sua ossessione. Per tre anni ti ha cercato e cercato, per tre anni ci ha perso sanità mentale e per tre anni ha rischiato di rovinarsi la carriera... ma non si è mai arreso. Ha passato ore davanti a un pc per cercare di trovare uno straccio di informazione su di te, anche solo sapere la tua ultima residenza... niente. Non ha mai trovato un cazzo di niente su di te, era come tu fossi sparita dalla faccia della terra.
Quante dannate notti insonni, quante fottutissime notti passate in preda a ansie, paranoie e crisi di rabbia perché non ti trovava. Per un periodo ha avuto seriamente paura tu fossi morta. E invece no, stavi solo scappando da lui... non sapeva quale delle due opzioni fosse meno dolorosa. Insomma, ha sempre fatto di tutto per te, ha sempre dato il massimo e ci ha sempre provato, come potevi voler scappare da lui?
La sua mente era un mix di pensieri, era ferito da questo tuo fuggire da lui... cioè, andiamo! Lui non era la causa di tutti i tuoi mali, anzi ti ha sempre dato cinque anni da principessa. Ti dava di tutto, ti amava da morire (ti AMA da morire), ti dava una casa, ti dava i soldi, ti cucinava da mangiare, ti portava con sè a concerti e anche nei suoi tour... ti ha anche lasciato la tua indipendenza seppur ciò lo mettesse maggiormente in difficoltà. Andava in ansia ogni volta che ti lasciava sola, aveva permanentemente paura che tu potessi stare male o che venissi aggredita da qualcuno. Eppure non è stato abbastanza per farti rimanere. Non è stato abbastanza per farti pensare e chiedere "cosa è successo quella sera?"... no, anzi sei comunque scappata. Lo hai fatto dormire sul divano e, al suo risveglio, tu eri scappata via da lui. Nemmeno un messaggio, un addio, niente. Lo hai solo abbandonato.
Ha sospirato e ha mandato giù l'ultimo sorso di caffè che era rimasta nella sua tazzina. Il liquido amaro del caffè gli ha leggermente bruciato la lingua dato che era ancora molto caldo ma è andato giù velocemente.
"Stronza." Ha sussurrato guardando il blocco schermo del suo cellulare... aveva ancora la foto di te e lui che vi baciavate. Tu premuta contro un albero e lui che ti bloccava lì e baciava. Ha ricordato le risate di Christian mentre scattava la fotografia, dicendo che sembrava una qualche scena di un film sdolcinato per ragazzine. Ha sorriso al ricordo... era un buon periodo per voi, le cose andavano bene e passavate tanto tempo assieme. Quella foto è stata ciò che lo ha spinto a non arrendersi mai e tentare di tutto per ritrovare la ragazza che tanto amava. E infatti eccola... era al piano di sopra, nella sua camera, chiusa a chiave. Sarebbe andato a fare spesa e le avrebbe cucinato qualcosa, come ai vecchi tempi. "Sì, sarà questo che farò!" Ha pensato deciso per poi prendere qualche banconota e uscire in moto.

A Rebel Love Story || Andy Black X Lettore ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora