Gli incubi continuano a tormentarmi.
Ormai non c'è una sola notte in cui non mi sveglio con il pigiama impregnato di sudore, riuscendo a malapena a trattenere un grido.
Lo psicologo ha capito che c'è qualcosa che non va, e prova in qualunque modo a farmi confessare la verità.
"Per una volta, anziché continuare a raccontarmi cose futili, potresti dirmi che cosa non ti lascia dormire durante la notte, Theodore. Sarebbe un enorme passo in avanti per entrambi: io avrei finalmente qualcosa di serio su cui lavorare e tu non avresti più un peso ingombrante sulle spalle"
"Come fa ad essere così sicuro che si tratta di qualcosa che non mi lascia dormire?"
"Hai il volto pallido e le occhiaie, non ci vuole un medico per capirlo" risponde prontamente lui, con il suo solito sorriso viscido che riesce sempre ad irritarmi.
In verità, tutto quello che fa quest'uomo riesce sempre ad irritarmi.
"È normale non riuscire a dormire quando è estate ed il caldo è insopportabile, non crede? Non succede anche a lei? Non mi sembra nulla di così preoccupante. Sono sicuro che quando la temperatura si abbasserà, riuscirò a riposare più tranquillamente"
"Sei sicuro che tutto questo ha a che fare con un semplice problema legato alla temperatura e non a qualcosa di molto più profondo? Per esempio... A degli incubi?"
"Tutti noi facciamo incubi" commento, scrollando le spalle "non succede anche a lei?"
"Non cercare di spostare l'attenzione su di me, Theodore, ho capito quello che stai provando a fare. Ricordi il nostro accordo? Hai il permesso di vedere tua madre una volta a settimana solo se ti dimostri collaborativo e questo non è ancora accaduto. Lo sai che posso interrompere le visite in qualunque momento, se mi dai un valido motivo per farlo"
"Questo si chiama ricatto" sibilo, a denti stretti, ma lo psicologo non fa un solo passo indietro e ripete la sua minaccia.
"Se non ti dimostri collaborativo, interromperò subito le visite, Theodore, a te la scelta. Non vorrei usare questa tecnica con te, ma sembra che le minacce siano l'unica soluzione".
Chiudo per qualche istante gli occhi e passo entrambe le mani nei capelli, scompigliandoli: nel giro di pochi giorni mi ritrovo nuovamente con le spalle contro il muro, ma questa volta non esiste alcun modo per volgere la situazione a mio favore.
"Si, è vero" confesso alla fine, deglutendo a fatica "durante la notte non riesco a dormire a causa degli incubi"
"Racconta" cerca di spronarmi lo psicologo, senza riuscire a nascondere un sorrisetto compiaciuto, prendendo in mano penna e taccuino; mi agito sul divanetto ed incrocio le braccia, mentre mi sforzo di ricordare le immagini confuse che popolano i miei sogni.
"Non ci riesco. Non lo dico apposta, non la sto prendendo in giro! Non riesco a ricordare..."
"Non riesci a ricordare o hai un blocco che t'impedisce di farlo? Hai mai sentito parlare dell'ipnosi?"
"No... Di che cosa si tratta?"
"È uno stato simile al sonno. Tutto quello che devi fare è chiudere gli occhi, rilassarti e concentrarti sul suono di questo strumento".
L'uomo si avvicina ad una mensola, prende un metronomo e lo posa sopra la scrivania; osservo l'oggetto in silenzio e poi gli rivolgo uno sguardo scettico.
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Alabama's Monster; Prison Break (✔️)
FanfictionPREQUEL DI 'LIKE A PRAYER'. "Non stiamo parlando di pazzia, ma c'è il serio rischio che quel seme possa depositarsi e germogliare, signora, se non interveniamo in tempo. La società rischierebbe di doversi occupare, un giorno, di un soggetto pericolo...