HIERARCHY

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Trascorre quasi un anno, ma alla fine anche io, come la maggior parte dei detenuti, ricevo una visita dall'esterno di Fox River.

"Scusami se non sono venuto prima" si giustifica mio cugino James, con un sorriso imbarazzato, mentre mi siedo dall'altro capo del piccolo tavolo rotondo.

"Non ti preoccupare. Hai una famiglia a cui badare e so benissimo che l'Alabama non si trova proprio dietro l'angolo"

"Allora? Come ti trovi a Fox River?"

"Abbastanza bene" rispondo, con un sorriso, ma le mie parole non convincono Jimmy.

"Abbastanza bene? Che cosa significa abbastanza bene? Qualcuno ti crea problemi?"

"Diciamo che Fox River è molto diversa rispetto a Donaldson. I detenuti hanno un potere molto più limitato e c'è una vera e propria piramide sociale con cui i nuovi arrivati devono fare i conti: puoi arrivare fino ad un certo punto, poi rischi di fare una brutta fine perché ci sono gerarchie che non possono essere rovesciate... In Alabama è stato tutto molto più semplice"

"Teddy, potresti essere più chiaro?"

"Mettiamola su questo piano: al mio arrivo a Fox River ho peccato di presunzione e tutto quello che ho ottenuto è stato un pestaggio a sangue seguito da sei pugnalate allo stomaco".

Jimmy spalanca gli occhi prima di esplodere, riversandomi addosso una serie infinita di parole cariche di preoccupazione: mi chiede che cosa è successo esattamente, per quale motivo non l'ho avvisato prima e perché non riesco a stare lontano dai guai per un arco di tempo che supera i cinque minuti.

In verità, in parte credo che siano proprio i guai a non riuscire a stare lontani da me.

"Vuoi darmi qualche spiegazione che non sia un messaggio criptato?"

"Ricordi quando, a Donaldson, hai smesso di parlarmi perché ero diventato lo schiavetto sessuale di un detenuto più grande?"

"Si, ricordo"

"Quando mi hanno portato lì per la seconda volta, l'ho ucciso con le mie stesse mani per prendere il suo posto, perché era lui a comandare nel Braccio E. Volevo replicare la stessa cosa, ma in un arco di tempo molto più ristretto. Ho escogitato una trappola che mi si è rivoltata contro e ne sono uscito vivo per un soffio"

"Chi hai provato ad uccidere?"

"John Abruzzi"

"Il Capo della mafia di Chicago?"

"Si, proprio lui"

"Ohh, andiamo Teddy! Davvero pensavi di poter eliminare un individuo potente come lui senza andare incontro a ripercussioni personali?"

"Te l'ho detto: ho commesso l'errore di peccare di presunzione e ho pagato le conseguenze sulla mia pelle. Adesso sto benissimo, Jimmy, te lo posso assicurare. Le cicatrici sono sparite completamente, ormai sono solo un ricordo lontano e spiacevole" provo a rassicurarlo in questo modo, ma James rincara la dose e prova ancora a farmi capire quanto sono andato vicino all'esalare l'ultimo respiro; ormai è chiaro che i ruoli tra noi due si sono invertiti: una volta ero io a ricoprire quello del fratello maggiore, mentre adesso è mio cugino a comportarsi in questo modo con me.

"Teddy, sei a Fox River appena da un anno e ti sei fatto come nemico una delle persone più pericolose che sono rinchiuse qui dentro, se non la più pericolosa, se continui in questo modo non resisterai ancora per molto"

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