Capisco di essermi fatto davvero un nemico molto pericoloso solo una settimana più tardi quando, poco prima di uscire dalla stanza delle docce, vengo bloccato dal gruppo di Wolf, mentre lui chiude la porta e si appoggia ad essa, con un'espressione soddisfatta.
"Sai qual è il bello di avere così tanto potere all'interno di una prigione?" mi dice, con un sorrisetto "puoi chiedere qualunque favore ai secondini e loro acconsentiranno sempre. E se dici che per qualche minuto devono far finta di non sentire i gemiti e i lamenti di un detenuto, faranno anche questo".
Prima che possa capire il vero senso delle sue parole, vengo immobilizzato, e colpito in qualunque parte del corpo con calci e pugni; non so con esattezza per quanto tempo dura il pestaggio, ma quando Wolf ordina di lasciarmi andare scivolo a terra, come uno straccio di stoffa, con il respiro ridotto ad un rantolo sommesso a causa di un dolore all'altezza delle costole.
Il mio ex compagno di cella s'inginocchia sulle piastrelle della stanza, macchiate del mio stesso sangue, e mi afferra il braccio sinistro, bloccandomelo dietro la schiena; avvicina il viso al mio e decide di darmi un'ultimissima possibilità, dicendomi che sono ancora in tempo per chiedere perdono e per sistemare ogni cosa prima che sia troppo tardi.
"Vaffanculo" rispondo, a denti stretti, con il volto schiacciato contro il pavimento.
"Come vuoi tu. Io ti ho dato la possibilità di rimediare".
Non riesco a trattenere un urlo quando sento un rumore sinistro provenire dal mio polso, e delle lacrime mi rigano il viso, seguite da alcuni singhiozzi spezzati; Wolf mi afferra per i capelli, tirando una ciocca con forza, un dolore insopportabile mi esplode in testa e poi tutto diventa nero.
Mi risveglio solo diverse ore più tardi.
Non nelle docce, ma bensì in un lettino dell'infermeria.
Un'infermiera mi spiega che ho il polso sinistro fratturato, delle costole rotte e sette punti in testa a causa di una profonda ferita; quando le chiedo se sa chi mi ha soccorso, si limita a dire che alcune guardie mi hanno trovato in pessime condizioni dentro le docce e che mi hanno portato subito qui.
"Vedrai che i responsabili verranno trovati" aggiunge poi, per tranquillizzarmi.
"Si, ne sono sicuro" rispondo io, con una smorfia, anche se il mio pensiero è un altro: non solo i responsabili non verranno mai presi, ma sono sicuro che, quando tornerò al Braccio E, Wolf e i suoi fedeli cagnolini finiranno il lavoro che hanno lasciato a metà alla prima buona occasione, perché è evidente che quello che è successo nella stanza delle docce è stato solo un avvertimento.
Resto bloccato sul lettino dell'infermeria per due intere settimane, e quando una guardia mi scorta fino al cortile del Braccio E, ho ancora il polso sinistro fasciato, diversi lividi sul viso e faccio fatica a camminare.
"T-Bag, sei vivo!" esclama David, allargando le braccia; non riesco a fermarlo in tempo e quando mi stringe in un abbraccio, il dolore è così forte che sento le lacrime pizzicarmi gli occhi "scusami... Non volevo..."
"Tranquillo, sto bene. Sono solo un po' ammaccato"
"Hai pagato le conseguenze della tua decisione?" mi domanda, con un mezzo sorriso, cercando di allentare la tensione quasi palpabile che si respira.
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Alabama's Monster; Prison Break (✔️)
FanfictionPREQUEL DI 'LIKE A PRAYER'. "Non stiamo parlando di pazzia, ma c'è il serio rischio che quel seme possa depositarsi e germogliare, signora, se non interveniamo in tempo. La società rischierebbe di doversi occupare, un giorno, di un soggetto pericolo...