TEDDY?

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La mia piccola vendetta nei confronti della signorina Cavendish mi porta a pagare un prezzo molto più alto di quello che pensavo.

Tre anni di riformatorio.

O carcere minorile, ognuno è libero di chiamarlo nel modo in cui preferisce.

Ciò non cambia il fatto che si tratta di una struttura da cui è impossibile uscire prima di aver scontato tutta la pena.

Questa volta zia Margaret è dalla mia parte, perché mi ritiene innocente, e fa qualunque cosa in suo possesso per evitarmi una punizione così severa; ma ogni suo tentativo è inutile e, proprio come ha detto lei, ormai sono quasi maggiorenne e sono abbastanza grande per affrontare le conseguenze delle mie azioni.

Contro ogni mia previsione, i tre anni in riformatorio si rivelano molto più piacevoli, ed anche se sono circondato da ragazzi problematici, per la prima volta riesco a stringere dei rapporti che si avvicinano all'amicizia; e quando arriva il momento, per me, di tornare alla realtà mi sento quasi triste.

Appena varco l'enorme cancello dell'istituto sento il rumore di un clacson e noto un ragazzo scendere da una macchina parcheggiata poco lontano; non vedo James da tre anni perché nel riformatorio le visite dei parenti e degli amici erano vietate, ma lo riconosco subito.

Lo raggiungo quasi correndo, lascio cadere a terra lo zaino che ho in mano e lo stringo in un abbraccio per ricompensare tutto il tempo che abbiamo trascorso lontani l'uno dall'altro.

Lui è una delle poche persone che mi sono mancate terribilmente in questi tre anni.

"Per poco non ti riconoscevo!" esclama poi, allontanandosi di un passo "che cosa hai fatto ai capelli?"

"Avevo voglia di un cambiamento" rispondo, passandomi una mano tra le ciocche lunghe, che mi sfiorano le spalle "e quel bolide? Hai preso la patente?"

"Si, ed ho comprato questo gioiellino mettendo da parte mesi e mesi di stipendio"

"Lavori?"

"Si, ti racconterò tutto con calma in un altro momento. Andiamo a casa, mia madre è ansiosa di vedere il suo nipote preferito"

"Aspetta, Jimmy" dico, raccogliendo lo zaino "prima di tornare a casa c'è una persona che vorrei rivedere".

Lui mi guarda per qualche istante, annuisce senza dire una sola parola e mi fa cenno di salire in macchina.



Entro solo io nella stanza, James preferisce rimanere nel corridoio perché dice che si sentirebbe solo un intruso in un momento simile, e gli sono grato per questa delicatezza.

Chiudo la porta alle mie spalle ed osservo l'unico lettino occupato, prima di avvicinarmi ad esso e prendere posto in una delle sedie a disposizione di coloro che vengono a trovare i propri familiari; contemplo in silenzio il volto di mia madre, quasi senza respirare: non è cambiata dall'ultima volta in cui l'ho vista, ha solo qualche ruga in più sul viso e delle ciocche grigie nella chioma castana.

Le stringo la mano destra con delicatezza, perché non voglio svegliarla, e le accarezzo la pelle per diversi minuti prima di alzarmi e tornare da James.

"Come è andata?"

"Sta dormendo, credo sia imbottita di farmaci" rispondo, scuotendo la testa; lui mi passa un braccio attorno alle spalle e mi conduce fuori dalla clinica, spostando la conversazione ad un altro argomento.

Alabama's Monster; Prison Break (✔️) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora