Contro ogni mia previsione, il mio giovane compagno di cella mi procura in pochissimo tempo ciò che gli ho chiesto: un'arma, una matita ed un foglio di carta.
Prendo in mano il cacciavite dall'estremità piuttosto affilata e l'osservo in silenzio; l'espressione che ho in viso deve apparire strana al mio inaspettato alleato, perché mi chiede subito se c'è qualcosa che non va.
"Ho sbagliato?"
"No, semplicemente mi è tornato in mente un ricordo che credevo di avere rimosso" mormoro, passando l'oggetto da una mano all'altra "quando ero rinchiuso a Donaldson, avevo chiesto al mio compagno di cella di procurarmi un'arma piuttosto affilata per uccidere il mio ex Capo, perché ormai era diventato troppo scomodo ed ingombrante, e lui mi aveva procurato un cacciavite, proprio come questo... Perché aveva letto nei giornali che era un'arma che prediligevo"
"Dov'è ora?"
"Ohh, lui non c'è più. Quando siamo scappati, durante il nostro trasferimento a Fox River, si è beccato una pallottola al posto mio e non c'è stato nulla da fare"
"Era tuo amico?"
"Era il mio unico amico, ad eccezione di mio cugino James" commento, mordendomi la punta della lingua "non ti ho ancora ringraziato... Cavolo, mi sono appena reso conto che non conosco il tuo nome"
"Jason"
"Jason. D'accordo. Ti ringrazio, Jason. Adesso, se non ti dispiace, ho molto a cui pensare".
Nascondo il cacciavite sotto il cuscino della mia brandina, appoggio il foglio sulle mie gambe ed inizio a giocherellare con la matita, mentre penso alle parole giuste con cui iniziare la lettera.
Susan occupa costantemente i miei pensieri, in ogni momento di ogni singolo giorno; ed anche se non mi vuole più vedere, anche se mi ha puntato contro una pistola e mi ha cacciato da casa sua dopo aver chiamato le autorità, io sono ancora innamorato di lei, e come ogni uomo innamorato che ha commesso un'enorme cazzata, voglio riconquistare la sua fiducia.
Anche se ho detto al mio compagno di cella di lasciarmi in pace, lui sembra essere di parere completamente opposto al mio, perché continua a lanciarmi diverse occhiate prima di rivolgermi ancora la parola sottoforma di una domanda curiosa.
"Quindi... L'arma che ti ho procurato ha soddisfatto le tue aspettative?"
"Sì" rispondo in modo distratto, scrivendo qualche riga.
"Allora, questo significa che mi devi raccontare la seconda parte del tuo piano"
"In questo momento sono molto impegnato"
"Sì, ma..."
"Jason, sembri un ragazzo molto simpatico, dico davvero. Ma oggi non sono dell'umore adatto per parlare"
"Come vuoi tu".
Jason si limita a fare un cenno con la mano destra ed io riprendo a scrivere, ritrovandomi ben presto a cancellare righe su righe di parole che appaiono ai miei occhi come inutili e patetiche; dopo l'ennesimo tentativo decido di arrendermi, almeno per il momento, ed appoggio la testa alla parete alle mie spalle, chiudendo gli occhi per qualche minuto, godendomi il silenzio quasi assoluto, perché la maggior parte dei detenuti è ancora profondamente addormentata.
Quando sollevo le palpebre osservo a mia volta il mio compagno di cella, proprio come lui ha fatto con me fino a poco fa, e solo ora mi accorgo che ha un viso e dei lineamenti carini.
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Alabama's Monster; Prison Break (✔️)
FanfictionPREQUEL DI 'LIKE A PRAYER'. "Non stiamo parlando di pazzia, ma c'è il serio rischio che quel seme possa depositarsi e germogliare, signora, se non interveniamo in tempo. La società rischierebbe di doversi occupare, un giorno, di un soggetto pericolo...