FRESH MEAT

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"Ahh!" esclamo, mentre sono impegnato a radermi le guance con una piccola lametta: appoggio l'indice ed il dito medio della mano destra sulla pelle, e piego le labbra in una smorfia quando mi accorgo che sono sporchi di sangue.

"Capo".

Una voce alle mie spalle mi fa sussultare, e per poco non rischio di tagliarmi una seconda volta sulla guancia destra.

"Trokey" dico, voltandomi a fissare il responsabile, minacciandolo con la lametta che ho ancora in mano "pensavo di avertelo già detto una volta: nessuno mi deve disturbare quando ho questa con me, tantomeno apparire alle mie spalle senza fare rumore. Avrei potuto tagliarti la gola, ed a quel punto mi avrebbero sbattuto in isolamento per un intero mese per colpa di un idiota"

"Mi dispiace,T." mormora lui, sinceramente dispiaciuto "non era mia intenzione spaventarti. Lo so che non vuoi essere disturbato quando sei impegnato a sistemarti il pizzetto, ma..."

"Ma non esiste alcun 'ma'. Sai benissimo quanto detesto ripetere un ordine per la seconda volta. Non farlo mai più"

"Volevo solo essere il primo a farti gli auguri".

Sollevo gli occhi al soffitto della cella, prima di rispondere con un sospiro seccato.

"Pensavo di essere stato chiaro anche riguardo a questa faccenda. Non voglio ricevere gli auguri di buon compleanno da nessuno per due semplici motivi. Primo: compio quarantasei anni e ciò significa che sono sempre più vicino ai cinquanta. Secondo: mi ricorda che sono a Fox River già da cinque anni. Altri cinque anni della mia vita sprecati dietro le sbarre di una cella, e non sono nulla in confronto a tutti quelli che ancora mi aspettano"

"Forse quello che sto per dirti migliorerà il tuo umore, T." Trokey entra nella mia piccola abitazione mentre termino di occuparmi del mio pizzetto "sono arrivate le nuove matricole e ti posso assicurare che tra loro c'è un ragazzo perfetto per te".

Le ultime parole di Chris catturano finalmente la mia attenzione: mi risciacquo il viso, lo asciugo con un panno pulito e poi mi volto a fissarlo con un sorriso sulle labbra.

"Raccontami tutto quello che sai riguardo a questo nuovo arrivato"

"La pausa è finita, faresti meglio a tornare nella tua cella, Trokey".

L'arrivo di Jason impedisce alla mia curiosità di essere soddisfatta e non mi faccio problemi a farglielo notare nello stesso momento in cui tutte le porte scorrevoli vengono chiuse; mi volto a fissarlo con gli occhi socchiusi e con le labbra piegate in una smorfia di disapprovazione.

"Sei stato molto scortese poco fa, lo sai? Questa giornata è iniziata in modo orribile e le parole di Chris stavano per trasformarla in qualcosa di molto più piacevole... Almeno fino al tuo arrivo"

"Lo sai che non mi fido di lui"

"Tu non ti fidi di nessuno della squadra, Maytag"

"Ti sono fedeli solo perché hanno paura di te, non perché nutrono del rispetto. Pensi davvero che non ti volterebbero le spalle alla prima occasione se ne traessero un vantaggio personale, T-Bag?" ribatte subito lui, incrociando le braccia.

In realtà, ciò che si nasconde dietro alla reazione del mio compagno di cella è ben diverso e non ha nulla a che fare con una questione di fiducia e lealtà.

Negli ultimi due anni il nostro rapporto si è rapidamente evoluto, e da una semplice amicizia e simpatia reciproca si è trasformato in qualcosa di più intimo e carnale, soprattutto quando cala la notte e appendiamo un lenzuolo davanti alle sbarre della nostra piccola abitazione.

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