AVA

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Nella mia classe, oltre ad esserci il bullo della scuola, c'è anche la ragazza più carina e popolare dell'intero edificio.

Forse è perfino la ragazza più carina di tutta Conecuh County.

Si chiama Ava Martin ed ha quasi diciassette anni, esattamente come me e James.

È così perfetta che sembra un'attrice uscita direttamente dalla locandina di un film, ed incarna il desiderio di tutti noi maschi: capelli biondi, occhi azzurri, labbra sempre sorridenti e risata cristallina come l'acqua di un fiume.

Non ho mai avuto il coraggio di fare il primo passo perché quelle come Ava non escono con i ragazzi solitari e perseguitati dall'acne come nel mio caso: loro preferiscono i tipi affascinanti ed atletici come James o Jason, meglio ancora se fanno parte della squadra di football della scuola.

Proprio per questo motivo, un pomeriggio, perdo quasi l'uso della parola quando lei prende posto a mio fianco sopra al muretto che c'è appena fuori dal campus: incrocia le gambe, appoggia i palmi delle mani sui mattoni rossi e mi rivolge un sorriso, seguito da un saluto allegro e gentile.

"Ehi!"

"Ehi..." ripeto, chiudendo subito il libro che ho in mano.

"Tu sei il ragazzo nuovo, giusto?"

"Si, anche se sono trascorsi diversi mesi dal mio primo giorno di scuola. Il mio nome è Theodore, non so se te lo ricordi, ma puoi chiamarmi Teddy".

Le parole escono dalla mia bocca prima che abbia il tempo di collegarla al cervello, e subito mi pento di ciò che ho detto: 'Teddy' è il soprannome che zia Margaret e James mi hanno dato, solo loro lo conoscono e solo loro hanno il permesso di chiamarmi così.

Soprattutto perché è il diminutivo di 'Teddy-Bear', ovvero 'orsacchiotto'.

"Teddy? Davvero?" risponde Ava con un sorriso, senza alcuna risata od espressione di scherno "mi piace molto. È come Teddy-Bear, giusto? Ho sempre adorato gli orsacchiotti di peluche"

"Si... In... In effetti sono molto belli" balbetto, schiarendomi la gola.

Non so come interpretare le sue ultime parole.

Ci sta provando con me? No, non ha alcun senso.

Le ragazze come lei non sono attratte dai perdenti come me.

"Hai impegni per domani pomeriggio, orsacchiotto?" mi chiede, allora, e questa volta non riesco ad impedire alle mie guance di arrossire.

"No. Credo di essere completamente libero... Cioè... Sono completamente libero"

"Ti piacerebbe studiare insieme in biblioteca? Sono così stupida che non riesco a capire nulla degli ultimi argomenti di letteratura, mentre tu sei così bravo... Se non supero l'anno scolastico, i miei genitori potrebbero arrabbiarsi molto con me e rimarrei in punizione per tutta l'estate"

"Non devi darmi delle spiegazioni, per me sarà un piacere aiutarti a studiare. Non devi darti della stupida, non lo sei affatto, sono gli argomenti ad essere molto complicati. Anche io, a volte, faccio fatica a capirli"

"Perfetto" mormora Ava, rivolgendomi un sorriso che potrebbe sciogliere perfino una lastra di ghiaccio "allora ci vediamo domani pomeriggio in biblioteca. Alle quattro. Ti aspetterò vicino all'entrata. Ci vediamo, Theodore"

"Ci vediamo, Ava" la saluto a mia volta, mentre si allontana.

Non racconto nulla dell'appuntamento a James ed a Margaret: per la prima volta, da quando mi sono trasferito, non sento la necessità di condividere qualcosa con loro.

Alabama's Monster; Prison Break (✔️) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora