Jimin era sgattaiolato fuori dalla sua stanza non appena Hobi Hyung era caduto in un sonno profondo: non riusciva a dormire e stare sdraiato sotto le coperte senza fare nulla lo infastidiva.
Si diresse verso il salotto cercando di non fare rumore e una volta lì si lasciò sprofondare nel divano, beandosi del paesaggio che si osservava dalla finestra alla sua destra: il cielo era sereno quella notte, pieno di stelle luminose e nonostante fossero abbastanza in centro città, non c'era troppo rumore.
Jimin un po' sentiva la mancanza di Busan, della sua città natale, della sua famiglia e degli amici che aveva lasciato lì anni prima - non tutti erano rimasti al suo fianco, molti dopo le continue assenze si erano stufati, non si erano più fatti vivi e quando Jimin aveva provato a contattarli avevano chiuso i punti definitivamente, altri invece era stato lui stesso a lasciarli perdere, dato che dopo la sua fama improvvisa avevano cercato solo favori; in realtà erano veramente pochissimi quelli che considerava ancora amici, ma i più importanti erano lì con lui, in quella casa e su quei palcoscenici.
I Bangtan erano stati davvero una famiglia per lui, che era arrivato anni dopo - forse, intromettendosi un po' nella loro quotidianità, ma erano stati fin da subito tutti molto gentili e ben disposti ad aiutarlo.
Aveva dovuto imparare tanto e alle volte non era stato affatto facile, ma ora vedeva dove si trovava e si sentiva meglio, più o meno: aveva ancora tanto lavoro da fare, sia come cantante, sia come persona.
Voleva migliorarsi per se stesso, per i suoi Hyung che lo avevano sempre appoggiato e per Jungkook, che nonostante fosse più piccolo si era sempre dimostrato un passo avanti di fronte a lui: magari, era per questo che non sentiva l'impulso di chiamarlo Hyung, dato che era molto più bambino rispetto a lui.
Jungkook.
Jeon Jungkook.
Jimin non ricordava l'esatto momento in cui si era innamorato di lui, aveva la vaga idea che fosse iniziato tutto già la prima volta che si erano visti, ma all'epoca erano entrambi dei ragazzini e probabilmente aveva scambiato tutto ciò per un semplice fattore di ormoni.
Aveva avuto le sue esperienze con delle ragazze, idem il Maknae, che per un po' aveva frequentato una trainer lì nell'agenzia, ma per entrambi le cose non erano andate tanto bene sia perché non si erano sentiti veramente compatibili con loro, sia perché entrambi desideravano più realizzarsi professionalmente, che sentimentalmente.
Gli anni erano passati e con la scusa del fanservice Jimin si era ritrovato ad avvicinarsi al minore, le ship nei Bangtan erano numerose, quindi i giochi di sguardi e di parole erano stati sempre molto random, una coppia andava per l'altra, ma poi qualcosa era cambiato.
Jimin aveva smesso di fingere di imbambolarsi guardando ammaliato il minore, succedeva e basta.
Jimin aveva smesso di fingersi geloso davanti ai Taekook, semplicemente alle volte avrebbe voluto spaccare un polso o tirare un pugno sul naso al suo migliore amico - soprattutto quando esagerava con le toccatine.
Jimin aveva smesso di fingere di trovare piacevole il contatto con Jungkook, semplicemente ne assaporava il momento quando accadeva.
Era successo, fine.
Ogni giorno, ogni mese, ogni anno i suoi sentimenti si facevano più forti e lui tentava di sopprimerli con scarsi risultati, poi la sera stessa che Namjoon gli aveva annunciato che nel nuovo album si sarebbe dovuto occupare di cantare la Intro, Jimin era scoppiato.
Taehyung da mesi ormai aveva notato il suo comportamento e così lo aveva messo alle strette, finché il biondino non aveva cantato.
Jimin ricordava ancora la paura di essere lasciato solo dopo quelle parole, ma Tae lo aveva abbracciato e gli aveva assicurato che sarebbe andato tutto bene.
Mentiva.
Sapeva che avrebbe dovuto seppellire i suoi sentimenti per il più piccolo tempo prima, ma era stato impossibile, così come lo era in quel momento.
Era arrivato ad un punto di non ritorno e nonostante il dolore, la frustrazione, l'ansia, la paura, il nervosismo e tutto il resto, Jimin non riusciava a smettere di amarlo.«Che cosa fai sveglio?».
Il biondo sussultò a quella voce, un po' perché pensava che stessero dormendo tutti, un po' perché non aveva la forza di affrontarlo in quel momento, ma Jungkook era lì, a qualche passo da lui con indosso una semplice t-shirt bianca e dei pantaloni della tuta, che lo fissava abbastanza preoccupato.
«Non riuscivo a dormire, tu?» rispose il biondo, mentre cercava di non pensare alle parole dure e fredde usate quel pomeriggio.
Non gliene importava davvero niente di lui? O forse era solo la rabbia del momento?
Facevano comunque male, in ogni caso.«Anch'io, penso troppo.» ammise a mezza voce e si sedette al suo fianco, rimanendo a qualche spanna da lui, ma fissando fuori dalla finestra come il biondo.
Sembrava esserci una strana pace in quel momento.«Jiminie, mi dispiace per oggi, per le mie parole, per -».
«Lascia perdere, non mi va di parlarne.» sussurrò freddo il maggiore, che spostò lo sguardo dalla finestra al moro al suo fianco, trovandolo estremamente stanco.
«Ma-».
«Davvero Kookie, non ora.»
Quella di Jimin era una supplica e Jungkook capì che era meglio non insistere, ne avrebbero parlato un'altra volta, ma per il moro era strano stare seduto accanto al biondo sapendo che lui ricambiava i suoi sentimenti.
Perché sì, Jungkook si era arreso all'evidenza: gli piaceva Jimin, gli era sempre piaciuto ed era ora che prendesse in mano la situazione, non poteva rinunciare a tutto, non ora che era veramente a poco dall'ottenerlo.«Jungkook, faresti una cosa per me?».
Il minore annuì prontamente, era disposto a fare qualsiasi cosa per lui.
Jimin si alzò in piedi e senza dire una parola lo afferrò per la mano, lo trascinò lungo il corridoio dove stavano le camere e si infilò in quella del Maknae.
Prese posto nel letto e fece stendere anche il minore, poi si avvinghiò al suo corpo e portò un braccio del minore sotto al suo collo e l'altro intorno alla sua vita, per sentirsi abbracciato.«Mi puoi accarezzare i capelli?».
Jungkook non fece domande, semplicemente eseguì ciò che gli veniva chiesto, sperando di far rilassare il ragazzo tra le sue braccia, che sembrava sul punto di mettersi a piangere da un secondo all'altro: gli si stava spezzando il cuore a vederlo così per causa sua, era stato un vero cretino.
Iniziò a muovere la mano tra la sua chioma bionda e Jimin si strinse meglio contro di lui - i loro cuori battevano all'impazzata, ma in quel momento nessuno dei due se ne curava.
Jimin voleva dormire stretto tra le braccia del ragazzo di cui era innamorato e Jungkook voleva solamente vederlo felice.
![](https://img.wattpad.com/cover/184019805-288-k799592.jpg)
STAI LEGGENDO
Take me to the sky ✓
Fanfiction«Jimin, perché non vuoi andare in Giappone con Jungkook?». «E se poi mi innamorassi ancora di più di lui?». Jikook Accenni a NamJin/Yoonseok