«You know, I know~».
La voce di Jimin distrasse Jungkook da ciò che stava facendo, lasciò perdere l'app sul tablet che aveva aperto e si incamminò verso la cucina, ascoltando il ragazzo che continuava a cantare quelle quattro parole cercando l'intonazione giusta.
Si fermò sulla soglia della cucina, incrociò le braccia e rimase lì, a fissare Jimin che preparava probabilmente qualcosa per il pranzo, mentre cantava Serendipity: non riusciva a capire come potesse dire che non avesse una bella voce, era così armoniosa e dolce, angelica.«When you see me, when you touch me.»
Non era riuscito a trattenersi, aveva dovuto prendere parte a quella performance privata e aveva fatto sussultare Jimin, che si era voltato verso di lui con la bocca spalancata e le guance in fiamme: Jungkook non capiva se fosse per via dello spavento o per via delle parole che aveva cantato.
«Jungkook, che ci fai a casa?».
Jimin era sorpreso di vederlo, quella mattina quando si era alzato Taehyung gli aveva assicurato che lui fosse l'unico ad avere il giorno libero - oltre ad Hoseok e Yoongi, ma loro non contavano perché erano corsi ai loro studi verso le dieci annunciando al resto del gruppo che si sarebbero rivisti solo per cena.
Namjoon doveva vedersi con Pd-nim e Jin e Tae dovevano passare la giornata in sala prove per sistemare alcuni passi, che il loro coreografo aveva notato non andare esattamente bene nelle loro parti.
Mentre Jungkook doveva essere nel suo studio per finire del lavoro arretrato, almeno stando a ciò che gli aveva detto Tae.«Oggi ho la giornata libera, dove dovrei essere?».
Jimin arrossì e spostò lo sguardo sul ramen che stava preparando, per fortuna che aveva abbondato un po' con le dosi, almeno Jungkook non avrebbe dovuto cucinarsi niente.
«Non lo sapevo, comunque va bene un po' di ramen?».
Il moro annuì e prese posto su uno degli sgabelli della cucina, Jimin non si era più azzardato a cantare sentendosi troppo in soggezione sotto il suo sguardo, ma dall'altra parte adorava sapere che Kookie lo stesse osservando.
Mangiarono chiacchierando di videogiochi, anche se Jimin non se ne intendeva poi molto, quello patito di videogames era Taehyung, questo lo incupì un po': d'altronde se Jungkook fosse stato in compagnia del grigio si sarebbe divertito molto di più.«Ti va di uscire nel pomeriggio?».
Jimin quasi si strozzò a quelle parole, questo perché la sua mente aveva recepito male.
Non è un appuntamento, Chim! È un'uscita tra amici!
Il minore attese pazientemente una risposta e quando, dopo minuti interi di silenzio, Jimin acconsentì si sentì più sollevato.
Jungkook si offrì di lavare i piatti, mentre il biondo si fiondava in camera per cambiarsi e per chiamare Taehyung.«Maledizione rispondi, hai sempre il cellulare attaccato al culo!».
Il biondo era nervoso, non sapeva che mettersi né tanto meno come comportarsi, aveva bisogno del suo migliore amico.
«Jimin che succede?».
Jimin si lasciò cadere sul letto sospirando.
«TaeTae ... Jungkook mi ha chiesto di uscire con lui, tipo ora ed io vorrei tanto prendere a craniate il muro.»
Taehyung rise dall'altro lato della cornetta e a Jimin venne voglia di picchiarlo: aveva bisogno di un consiglio in quel momento.
«Okay, scusa Chim! Uhm mettiti qualcosa di carino e poi sì semplicemente te stesso! A Jungkook-ah piaci già da impazzire.»
Il biondo lo mandò a quel paese e chiuse la chiamata, Tae si divertiva sempre a prenderlo in giro, mentre lui sapeva che era da stupidi illudersi che Jungkook provasse qualcosa per lui: certo, ultimamente era molto più appiccicoso, sembrava intenzionato a tenerlo separato da Taehyung con tutto se stesso, ma non c'era nient'altro ... Probabilmente voleva Taehyung tutto per sé, non lui.
Sospirò e decise di prepararsi prima che il moro venisse a chiamarlo, optò per un semplice paio di jeans strappati ed una felpa nera praticamente di due taglie più grande, prese il cellulare e una mascherina nera per non farsi riconoscere e gli occhiali da sole, poi andò in salotto ad attendere il suo amico.
Jungkook arrivò subito dopo con il suo tipico look: jeans scuri, Timberland, maglietta bianca e felpa bianca.Lasciarono l'appartamento in silenzio, Jimin non si azzardò a chiedere dove stessero andando e lo seguì fino alla fermata della metro. Pregò di non essere riconosciuto, non perché non volesse fermarsi a parlare con le ARMY, ma voleva godersi quel pomeriggio con Jungkook.
Il centro di Seoul era affollato come al solito, c'erano un sacco di ragazzi e ragazze che si stavano godendo il bel tempo dopo una lunga giornata scolastica, alcune mamme con dei bambini, qualche coppietta felice.
«Vuoi bere qualcosa?» chiese Jungkook ad un certo punto indicando un bar alle spalle del biondino, che non era troppo pieno.
«D'accordo.»
Jimin cercava davvero di stare tranquillo, di non pensare a niente che lo mandasse nel panico, ma la sola presenza del minore lo rendeva agitato e quindi già una decina di volte si era ritrovato a balbettare frasi sconnesse rendendosi un po' ridicolo.
Ordinarono ad una giovane cameriera, che si perse ad osservarli un secondo di più prima di sparire dietro al bancone.«Penso che ci abbia riconosciuti, aish Jimin dovresti essere meno attraente.» sussurrò Jungkook divertito e il biondo arrossì.
«N-Non s-sono attraente! Parla per te, Kook-ah!».
Il biondo abbassò il capo improvvisamente interessato alle sue mani. Aveva appena detto al ragazzo che gli piaceva che fosse bello.
Voleva mettersi ad urlare e scappare da lì velcoemente.«Perché? Sono attraente Jiminie~?» lo provocò Jungkook, facendo sussultare il ragazzo di fronte a lui.
«Non far finta di non saperlo, sai cosa dicono le ARMY su di te!», cercò di deviare la risposta, mentre una vocina dentro di lui lo stava tormentando.
CERTO CHE SEI ATTRAENTE JEON-FOTTUTO-KOOK!
«Sei andato a cercare cosa pensano le nostre fan di me?».
Jimin avrebbe voluto sotterrarsi a quelle parole, si sentiva morire e non sapeva cosa ribattere, perché sì, gli era capitato spesso di andare a cercare le fancam di Jungkook o qualche video in cui qualcuna di loro montava dei momenti molto teneri fra di loro, naturalmente dopo si sentiva un coglione e voleva soffocarsi da solo nel cuscino, ma alle volte si illudeva che le ARMY avessero ragione: tipo quando dicevano che Kookie fosse geloso perché ogni qual volta che qualcun'altro interagiva con lui portava la lingua a premere nell'interno della guancia o che lo fissasse come se fosse una delle poche cose belle al mondo.
Sì, Jimin si sentiva proprio una ragazzina alle volte.«Potrei aver fatto lo stesso, sai?» disse all'improvviso, prima che la cameriera poggiasse le loro ordinazioni sul tavolo.
Jimin attese che se ne andasse prima di parlare.«Non sei un po' egocentrico?» sussurrò il biondo portando la cannuccia del tè verde che aveva ordinato alle labbra.
«Non hai capito, ho cercato te, Jiminie.»
Il biondo si strozzò a quelle parole e attirò su di sé gli sguardi di quasi tutti i presenti, Kook cercò di non ridere e di aiutarlo a riprende fiato, ma ogni secondo che passava iniziava a credere che non fosse poi così indifferente a Jimin.
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Take me to the sky ✓
Fiksi Penggemar«Jimin, perché non vuoi andare in Giappone con Jungkook?». «E se poi mi innamorassi ancora di più di lui?». Jikook Accenni a NamJin/Yoonseok