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Jimin e Jungkook avevano deciso di uscire a cena quella sera, per la prima volta da quando erano lì Jungkook aveva lasciato la sua fotocamera nella stanza dell'hotel.
Voleva godersi la serata con Jimin e non pensare a nient'altro, avrebbero dovuto parlare meglio di ciò che fosse successo, ma in quel momento gli bastava vedere il biondino ridere spensierato al suo fianco.

«Jungkookie, sei sicuro?».

Jimin continuava a ripetergli quella domanda da un po', forse temendo che il corvino avesse battuto la testa da qualche parte e stesse delirando oppure semplicemente avendo paura che potesse cambiare idea nel giro di poco e lasciarlo in mezzo alle strade affollate di Tokyo, dichiarando di non volerne più sapere di lui.

«Sì Jimin, altrimenti non sarei qui.» mormorò in risposta Jungkook osservando con la coda dell'occhio il biondino, che annuiva fra sé.
Non voleva che Jimin ci pensasse troppo, ma doveva ammettere che il suo comportamento degli ultimi giorni non era stato dei migliori, il sol pensiero che avesse versato tutte quelle lacrime a causa sua gli serrava lo stomaco in una morsa poco piacevole, ma ora aveva capito - più o meno, però ci stava provando e le parole di Namjoon Hyung avevano aiutato parecchio.

Serendipity è per me.

Questo lo lasciava ancora senza parole, praticamente Jimin si era dichiarato a settembre e lui neanche se n'era accorto, forse era per quello che si era lanciato in quella stupida idea di testare i suoi sentimenti.
Se lui si fosse accorto prima che quella canzone parlava di se stesso, forse non ce ne sarebbe stato bisogno.
Certo, doveva ancora capire perché Taehyung e Yoongi si fossero lasciati trascinare da quella cosa, ma ricordava Jimin prima dell'uscita di Serendipity: era sempre malinconico, perso nel suo modo e Tae gli era sempre intorno per consolarlo.
Probabilmente stava passando un brutto periodo, forse stava cercando di mettere in ordine i suoi pensieri e i suoi sentimenti e aveva dovuto giungere ad una conclusione da solo.
Jungkook si pentiva di non aver indagato meglio, si pentiva di essere rimasto ad osservarlo da lontano, pensando che fosse meglio evitare di lasciarsi andare a certi istinti.
Eppure quando si era lasciato andare a quest'ultimi era andato tutto bene, come quando aveva baciato Jimin a Tokyo - dato che il loro primo bacio era ancora avvolto nella nebbia, ma il biondo aveva confermato che fosse avvenuto la sera del suo compleanno.

«Ti sei incantato, Kookie?» sussurrò Jimin parandosi di fronte a lui con un'espressione curiosa in volto, che fece sorprendere e arrossire tremendamente il corvino, che non si aspettava di trovarselo così vicino.

«Stavo pensando, scusa Jimin.»

Il maggiore alzò le spalle come per dire che non importava e poi proseguirono in direzione del ristorante a passo spedito, probabilmente il biondo era parecchio affamato, dato che non aveva veramente toccato cibo durante la giornata.

«Sei affamato?» domandò Kookie mentre allungava al passo per raggiungere Jimin, il quale in risposta annuì più volte.

«Avresti dovuto mangiare! Io te lo avevo detto! Aish, mi sono trovato un fidanzato o un bambino?».

A quelle parole Jimin si bloccò di colpo e Jungkook per poco non gli finì addosso, non capiva perché avesse praticamente inchiodato in mezzo al marciapiede e perché si fosse voltato fissandolo come se avesse qualcosa di strano in volto.

«Jimin-».

«C-Cosa hai d-detto?» sussurrò a bassa voce il biondino, che non sapeva esattamente cosa pensare in quel momento: non si era immaginato quelle parole, vero?

«Che avresti dovuto mangiare.»

L'innocenza di Jungkook non era fittizia, in quel momento non riusciva a capire veramente di cosa Jimin stesse parlando.

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