«Uno, due .. No, No! Così non va! Jimin dove diamine hai la testa!?».
Hoseok era tornato in modalità "vi uccido tutti se la coreografia non è perfetta", ma Jimin non stava proprio seguendo quel giorno, troppo imbambolato a fissare Jungkook: che fosse il suo culo, le sue gambe, la sua schiena, le sue spalle o le sue braccia o i suoi capelli inumiditi dallo sforzo o le sue labbra, rosse e umide, beh non importava, ovunque si voltava i suoi occhi trovavano sempre lui e più volte era inciampato nei suoi stessi piedi oppure era finito addosso ad uno dei suoi Hyung.
«Scusa Hobi Hy-» iniziò il biondino, ma Hoseok lo bloccò con gli occhi pieni di rabbia.
«Scusa un cazzo, Chim! È tutto il giorno che sei su un altro pianeta, io capisco tutto, ma proprio tutto, ma ora dobbiamo sistemare questo pezzo altrimenti giuro che ti tengo qui dentro finché non cadi a pezzi!».
Jimin abbassò il capo mortificato, sapeva che era colpa sua se quel giorno stessero rallentando con il programma, ma la sua testa si rifiutava con tutta se stessa di lasciarlo pensare ad altro che non fosse Jungkook.
Era un problema, sia per il lavoro, sia per se stesso ed ora che Hobi Hyung lo aveva ripreso davanti a tutti si sentiva bruciare dalla vergogna.
Jimin non pensava di essere abbastanza bravo, né come ballerino né come cantante e spesso si era chiesto che cosa ci facesse nei Bangtan ed ora sapeva di esserne un peso, soprattutto quando la sua mente lo lasciava alla deriva.«Jimin, torna qui con noi.» sussurrò Taehyung toccandogli una spalla, non si era nemmeno accorto di essersi perso nei suoi pensieri o di aver iniziato a piangere - comportamento da debole, da bambino viziato, iniziò a ripetersi nella sua testa e quando si guardò intorno vide gli occhi dei suoi amici puntanti su di lui abbastanza preoccupati.
«Chim non c'è bisogno di piangere, Hobi è un idiota, non voleva essere così duro.» mormorò Jin avvolgendo un braccio intorno alle piccole spalle di Jimin, ma quest'ultimo scosse lentamente il capo.
«No, ha ragione, sto rallentando tutti, mi dispiace ragazzi, scusa Hyung ... Prometto che da adesso in poi non sbaglierò più niente.» sussurrò inchinandosi per chiedere perdono.
Hoseok si sentì un po' in colpa per aver alzato la voce e si avvicinò a Jimin per abbracciarlo: odiava non riuscire a rimanere arrabbiato con quel Mochi, era più forte di lui.
«Scusa tu, ho esagerato, ma solo perché ieri hai ballato in modo impeccabile e mi rifiuto di credere che tu sia lo stesso di ieri.»
Jimin gli sorrise un po' più tranquillo, certo alcuni pensieri non lo abbandonavano mai, ma avrebbe dimostrato per l'ennesima volta che lui si meritava di stare con loro, di esibirsi e tutto il resto.
Gli allenamenti ripresero come prima, ma stavolta Jimin cercò di non lasciarsi distrarre da Jungkook, che tenne gli occhi su di lui tutto il tempo, preoccupato da quello strano comportamento da parte del suo Hyung: era raro che andasse male durante un allenamento, dava sempre il massimo ed era il primo a prendersela con se stesso se qualcosa non andasse bene, quindi vederlo così abbattuto e perso lo aveva lasciato perplesso.«Okay, chiudiamo qui per oggi! Jimin stai su, d'accordo?».
Ormai Hobi gli chiedeva di rimanere su di umore praticamente tutti i giorni, più volte al giorno e Jimin apprezzava che il suo Hyung si preoccupasse per lui, ma alle volte non capiva perché continuasse a ripeterglielo, soprattutto quando erano a casa ed essenzialmente non stavano facendo niente di che.
Temeva che Tae si fosse lasciato scappare qualche parola di troppo o che lui stesso si fosse fatto beccare, cosa che non era poi così difficile, dato che quando Jungkook si trovava nella sua stessa stanza cambiava completamente atteggiamento sembrando una ragazzina.
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Take me to the sky ✓
Fanfic«Jimin, perché non vuoi andare in Giappone con Jungkook?». «E se poi mi innamorassi ancora di più di lui?». Jikook Accenni a NamJin/Yoonseok