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Jungkook era terrorizzato dall'idea che qualcuno avesse potuto averli visti quel pomeriggio, Jimin lo aveva rassicurato sul fatto che nessuno stesse dando peso alla loro presenza, ma il corvino temeva di aprire la sua home Twitter e di trovarsi foto di lui intento a scambiarsi effusioni con Jimin in modo poco casto ... Sarebbe stato difficile da negare o smentire.

D'altro canto il biondo era pacifico, una volta tornato in hotel si era andato a fare una doccia lasciando il minore ai suoi mille pensieri - era stato attento quando lo aveva baciato, si era davvero assicurato che nessuno stesse guardando verso di loro, quindi potevano stare tranquilli.
Kookie doveva rilassarsi un po' di più, d'altronde capiva le sue preoccupazioni, lui stesso era il primo a farsi mille problemi per quella situazione, pensava ancora a come avrebbe detto alla sua famiglia di stare insieme ad un ragazzo, sempre se dopo tutta quella storia Jungkook avesse voluto stare con lui.
All'inizio gli era sembrata un'idea geniale, ora iniziava a pentirsi di quasi tutto quello che aveva fatto. Avrebbe potuto mentire al corvino e continuare a far finta di niente, ma non sarebbe stato leale nei suoi confronti.
Sospirò chiudendo il getto d'acqua della doccia e avvolgendosi in un accappatoio grande almeno il doppio di lui. Jimin amava i vestiti larghi e caldi, lo facevano sentire protetto e gli davano la sensazione di potersi nascondere all'interno: a tal riguardo, aveva adocchiato una felpa enorme verde di Jungkook all'interno della sua valigia e sperava vivamente che prima o poi gliela avrebbe prestata; probabilmente andava un po' larga anche al minore, quindi immaginava quanto comoda e confortevole fosse addosso a lui.

E poi avrebbe il profumo di Kookie.

Jimin arrossì a quel pensiero e si portò le mani di fronte al volto, voleva urlare come una ragazzina, ma era meglio evitare certi atteggiamenti, sicuramente Jungkook avrebbe potuto rivalutare il suo interesse per lui, anche se dopo tutto quegli anni assieme, ormai conoscevano tutto l'uno dell'altro.
Sospirò di nuovo e afferrò i suoi occhiali per indossarli, non si era mai veramente piaciuto con quelli addosso, ma sapeva che doveva alternarli più spesso con le lenti a contatto, ne valeva della sua povera vista d'altronde.

«Jimin, hai finito? Vorrei farmi una doccia anch'io prima di cena.»

Il biondo si riprese velocemente e uscì dal bagno, lasciando libero a Jungkook che si chiuse dentro velocemente. Jimin scoppiò a ridere quando sentì la chiave del bagno scattare, come se temesse di ritrovarselo di nuovo seduto sulla vasca come la sera prima.
Jimin ammetteva che fosse stato abbastanza divertente giocargli quello scherzo, forse si sarebbe reso conto di quanto si fosse sentito in imbarazzo quando era rimasto a fissarlo nelle docce comuni a Seoul.
Se solo ci ripensava voleva sotterrarsi, almeno lui aveva avuto la decenza di fissarlo solo negli occhi.
Cercò qualcosa da indossare che fosse abbastanza comodo e si ritrovò a mettere un paio di jeans scuri e la camicia che Kookie gli aveva regalato per il compleanno: era larga e più calda di quanto si aspettasse, ma decise di prendere su comunque una felpa - l'abbinamento faceva un po' schifo, ma a lui non importava, voleva indossare quella camicia come se ne dipendesse della sua vita e poi in hotel non faceva affatto freddo.

Mentre attendeva Kookie, Jimin si sdraiò sul letto e prese a giocare un po' con il cellulare, ogni tanto rispondeva a qualche messaggio inviatogli da Tae o Yoongi o Hobi, che chiedevano come stesse procedendo.
Avrebbe dovuto dire loro la verità, dire che Kookie lo aveva baciato e lui avrebbe svuotato il sacco domenica, ma proprio non gli andava di essere poi pressato dai suoi amici, così decise di mentire e dire che stava andando tutto bene.
Una volta tornati a Seoul avrebbe raccontato tutto, sia che fosse andato tutto per il meglio, sia se Jungkook avesse deciso di tirargli un pugno.

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Durante la cena Jungkook non aveva fatto altro che fissare Jimin, il quale aveva spazzolato tutto con una fame vorace e quando si era accorto del suo sguardo fisso su di lui, si era giustificato dicendogli che una volta tornati si sarebbe messo a dieta seriamente.
A Jungkook non importava se Jimin avesse messo peso, anzi ultimamente lo vedeva fin troppo magro, lui diceva di essere in carne, ma il corvino si chiedeva se si guardasse allo specchio qualche volta.
Era sì più basso di lui, cosa che non gli dispiaceva per niente, ma non era affatto grasso: i suoi addominali parlavano per lui, ma quando Jimin si metteva in testa qualcosa in testa era davvero difficile dissuaderlo.
Si annotò mentalmente di tenerlo d'occhio, voleva evitare che si ripetesse la stessa cosa di quella estate: saltare i pasti non era sano e sicuramente non lo avrebbe aiutato, dato che passavano tutto il loro tempo in sala prove.

«Vuoi uscire stasera? Ieri siamo andati a letto presto, ma dobbiamo ricordarci che non siamo Yoongi.»

A quelle parole Jungkook scoppiò a ridere, d'altronde concordava con il biondo - erano giovani e avevano bisogno di svagarsi.

«Va bene, ma a patto di non bere troppo, okay? Non siamo a Seoul, non riusciremmo a tornare a casa sani e salvi come al tuo compleanno.»

E mentre Jungkook si lasciava andare ad un'altra risata, Jimin sentì i sensi di colpa attanagliarli lo stomaco: avrebbe dovuto essere sincero con lui fin dall'inizio.

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