💫27💫

3.5K 276 23
                                    

Jungkook era sotto il getto d'acqua calda della doccia e stava cercando di rilassarsi e di non pensare a nulla, anche se non fosse affatto facile.
Da una parte voleva trovare il coraggio di confessarsi a Jimin e trascorrere quella vacanza come una coppia, dall'altra aveva paura di correre troppo o di spaventarlo e rovinare tutto.
Avrebbe tanto voluto che le cose fossero più semplici.
«Hai intenzione di uscire o dovrò cenare da solo?» domandò Jimin, facendo spaventare il moro sotto la doccia, che non si aspettava una visita da parte del maggiore.
Doveva ammettere che fosse imbarazzante: Jimin se ne stava seduto sul bordo della vasca e lo osservava attraverso lo specchio.
«Cosa ci fai qui!?» sbottò imbarazzato e il maggiore mise un leggero broncio.
«Mi stavo annoiando, ero di là tutto solo.»
Jungkook lo avrebbe trovato tenero se non fosse che lui era completamente nudo di fronte al ragazzo che gli piaceva, certo non era la prima volta, ma ora era sicuro dei suoi sentimenti e non era la stessa cosa.
«Hyung vai di là! Finisco di prepararmi e arrivo.» mormorò cercando di non apparire troppo a disagio.
Jimin rimase ancora qualche secondo a fissarlo, poi annuì e lo lasciò nuovamente solo.
Jungkook prese un profondo respiro e dopo essersi accertato che Jimin non decidesse di rientrare, chiuse l'acqua della doccia e si apprestò ad asciugarsi.
Era leggermente affamato e non vedeva l'ora di mettere qualcosa sotto i denti, per non parlare di quando avrebbe messo la testa sul cuscino pronto per una bella dormita.
Nonostante il volo da Seoul a Tokyo non fosse poi così lungo, Jungkook sentiva tutta la stanchezza delle settimane precedenti sulle spalle e non vedeva l'ora di riposarsi un po'.
Una volta indossato i jeans chiari e una felpa scura raggiunse Jimin nella stanza e lo trovò intento a fissare il panorama. Tokyo era stupenda con il cielo scuro e le luci della città a decorare la notte. Jimin sembrava così ammaliato che il maggiore pensò di essersi appena innamorato nuovamente di lui.
«Ehi, tutto bene?» domandò il minore attirando l'attenzione del biondo, che si voltò verso di lui con un mezzo sorriso.
«Sì, stavo solo pensando.» sussurrò e Jungkook lo raggiunse, sedendosi accanto a lui sul letto di Jimin e osservando il panorama.
«È bellissimo, vero? Sono così felice di essere venuto qui con te.» mormorò Jungkook e il maggiore sentì le guance scottare. Adorava quando il più piccolo era così sincero e non si lasciava scalfire dall'imbarazzo.
«Anch'io, Kook. Grazie.» mormoró emozionato e il minore si voltò verso di lui, osservò gli occhi color cioccolato di Jimin e poi lo sguardo si posò sulle sue labbra rosse.
Chissà che sapore avevano, chissà se fossero davvero così morbide come sembrassero e chissà se le aveva davvero baciate la sera del compleanno di Jimin.
«Kook, tutto bene?»
Il minore annuì, tornando al presente e dopo qualche secondo si alzò in piedi, voltandosi verso Jimin e offrendogli una mano per alzarsi.
«Andiamo a cena? Sto morendo di fame.» sussurrò Jungkook e il maggiore annuì, sorridendo alle sue parole e afferrando la mano che gli stava porgendo.

---

La cena era passata fra le chiacchiere e qualche risata. Il cibo servito dall'hotel era molto buono e Jimin si premurò di finire anche gli avanzi di Kookie, che sembrava perso fra i suoi pensieri.
Il minore non faceva che fissare le labbra di Jimin e domandarsi se le avesse veramente baciate o meno. Di tutta quella situazione ciò che poi lo agitava era il fatto che non ricordasse nulla di quella notte e non sapeva se esserne felice o meno.
Sapeva che non fosse detto che avessero fatto qualcosa, nonostante Jimin avesse accusato del dolore al fondoschiena, ma se davvero fosse successo con dell'alcol in corpo, beh non che fosse poi così dispiaciuto di non ricordare. Preferiva che la sua prima volta avvenisse in modo perfetto e, soprattutto, non a causa dell'euforia data da qualche bicchiere di troppo.
Jimin, dopo cena, aveva chiesto di tornare in camera per riposare e il minore ne era stato felice, dato che non aveva la forza per uscire e affrontare la vita notturna di Tokyo.
Entrambi si preparano per la notte in silenzio, occupando a turno il bagno e osservandosi di sottecchi leggermente preoccupati.
Perché improvvisamente sembrava essere calato una sorta di disagio su di loro?
«Jungkookie, posso chiederti una cosa?» domandò Jimin, mentre il minore osservava la sua valigia aperta sul suo letto.
«Certo, Minie.» rispose sovrappensiero e il maggiore arrossì a quel nomignolo.
«Ecco, tu pensi mai a quella notte?» domandò imbarazzato e Jungkook rimase sorpreso da quella domanda. Non poteva essere una coincidenza che entrambi stessero pensando alla stessa cosa, vero?
«Beh, ad essere sincero ci penso spesso. Non riesco a ricordare e vorrei tanto sapere cosa sia successo in realtà.» spiegò raggiungendo il maggiore sul letto, lo sguardo puntanto negli occhi color cioccolato di Jimin.
«Io ricordo il sapore delle tue labbra.» confessò Jimin, le guance scarlatte per quelle parole e Jungkook sentì il fiato mancargli per qualche secondo.
Jimin ricordava che si fossero baciati e lui non ne aveva la certezza. Quante volte aveva desiderato sfiorare quelle labbra con le sue?
«Vorrei dire altrettanto, ma non ho il minimo ricordo di quella sera e ammetto che un po' mi disturba.»
Jimin sorrise timidamente e cercò una delle sue mani, facendo intrecciare le loro dita.
«Ecco, io penso che certe cose sia impossibile dimenticarle: se ci fossimo davvero baciati lo ricorderemmo o, comunque, potremmo riprenderci quel ricordo.» sussurrò a bassa voce e Jungkook non capiva dove stesse andando a parare.
«E come? Non possiamo tornare indietro nel tempo e, in ogni caso, non lo sapremmo comunque.»
Jimin trovò il coraggio di riportare lo sguardo nel suo e si fece improvvisamente serio, intimorendo un po' il minore.
«Possiamo provare.» sussurrò ancora Jimin.
«Cosa?» domandò confuso Jungkook, ma il maggiore sembrava avere le idee chiare.
«A ricordare, no? Basterà baciarci di nuovo.»
Jungkook a quella parole sentì le guance scottare e fissò sorpreso Jimin, che nonostante fosse rosso in volto aveva lo sguardo deciso. Il minore si morse il labbro inferiore: d'altronde come poteva tirarsi indietro?

Take me to the sky ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora