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Jimin chiuse la valigia con un sorriso stampato in volto e si voltò verso Hoseok, che lo stava osservando divertito rimanendo sdraiato sul suo letto.
Ancora gli veniva da ridere per come Jungkook si fosse bevuto la balla che Jin avesse beccato Hobi e Yoongi a fare cose, la sua faccia schifata era stata esilarante.

«Sei sicuro di aver preso tutto?» chiese il rosso abbastanza preoccupato che si dimenticasse a casa qualcosa di fondamentale tipo il caricabatteria del cellulare o lo spazzolino da denti.

«Sicurissimo, Taehyung mi ha aiutato a preparare la roba ieri sera e stamattina ho aggiunto le ultime cose, il volo è tra cinque ore, quindi ne ho ancora due per assicurarmi di aver preso tutto prima di andare in aeroporto.» mormorò sedendosi al fianco del suo Hyung e lasciandosi scompigliare i capelli da quest'ultimo.

Alla fine gli sarebbero mancati i suoi amici, gli mancavano sempre - da quando erano diventati una famiglia Jimin si era legato molto ad ognuno di loro e gli veniva spontaneo provare tutto quell'affetto.

«Ti divertirai da morire e poi sarai con Jungkookie.» sussurrò maliziosamente Hobi, iniziando a solleticargli i fianchi facendolo scoppiare a ridere.
La risata di Jimin era uno dei più bei suoni che esistessero e su questo concordavano quasi tutti, era sempre così delicata e metteva di buon umore chiunque.

«Prometti che mi chiamerai, devi tenermi aggiornato sulla vostra vacanza.»

Jimin annuì e glielo promise, d'altronde gli avrebbe fatto bene anche a lui parlarne con qualcuno, sicuro che quel viaggio gli avrebbe riservato non poche sorprese.

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«Perché stai filmando?».

Jimin aveva appena imbarcato la sua valigia e osservava Jungkook intento a riprendere il panorama che si vedeva dalle vetrate dell'aeroporto - era carino con quella felpa gigante e il cappuccio tirato sul capo per nascondersi dagli sguardi curiosi della gente.

«Voglio avere un ricordo di questo viaggio, tu no?» domandò aprendosi in uno dei suoi sorrisi a coniglietto, che fece sciogliere il cuore del biondino.

«Sì, ovvio.» rispose in un sussurro e ben presto si avviarono verso il loro imbarco parlando del più e del meno, Jungkook continuava a riprendere qualsiasi cosa, lui compreso e questo lo metteva un po' in imbarazzo.
Nonostante sembrasse un ragazzo che adorava stare al centro dell'attenzione, in realtà era molto timido e alle volte preferiva di gran lunga nascondersi sotto le coperte e starsene lì per ore, lontano da tutti e tutto.

Salirono sull'aereo sempre tra le risate e solo qualche minuto dopo il decollo Jungkook decise di spegnere la fotocamera e rilassarsi sul sedile, per godersi il viaggio relativamente breve, che avrebbe portato entrambi a Tokyo.
Jimin sfogliava una guida della città, che aveva comprato online qualche giorno dopo aver prenotato il viaggio, stava cerchiando i posti che volevano visitare e stava calcolando più o meno quanto ci avrebbero messo dal loro Hotel - avrebbero potuto usare la metropolitana o il treno, ma da una parte temevano di essere riconosciuti e non volevano essere maleducati con le fan, dato che non avevano il permesso di ufficializzare quel viaggio privato, così avevano deciso di optare per le corse in taxi, anche se voleva dire spendere parecchio.
I soldi non mancavano, certo, ma erano cresciuti con il senso del risparmio e odiavano gli sprechi, anche se ora non ne avessero veramente più bisogno.

«Non ci credo che stiamo facendo davvero questo viaggio.» sussurrò emozionato Jungkook osservando il cielo fuori dal piccolo finestrino e Jimin si perse ad osservarlo qualche secondo: i capelli scompigliati per via del cappuccio, le labbra umide e rosse, gli occhi luminosi.
Il biondo non si sarebbe mai stufato di osservarlo, Jungkook era una piccola opera d'arte.

«Neanch'io! E poi meritiamo una vacanza dopo tutto il lavoro dell'ultimo periodo.» mormorò Jimin in risposta, cercando i suoi occhiali dentro la borsa - le lenti iniziavano a dargli fastidio e probabilmente le avrebbe usate veramente poco durante la loro vacanza, almeno avrebbe fatto riposare un po' gli occhi.
Jungkook pensava che fosse adorabile, non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce - almeno non in quel momento - ma Jimin con gli occhiali era qualcosa di affascinante, gli donavano particolarmente e il corvino pensava che dovesse usarli più spesso.

«Ho qualcosa in faccia?» chiese all'improvviso Jimin notando che il minore non smettesse di fissarlo.

«Cosa? Ehm ... No, no!».

Jungkook divenne bordò e spostò velocemente lo sguardo sul panorama fuori dal finestrino, cercando di ignorare la risata divertita di Jimin e sperò che arrivassero presto - anche se atterrare a Tokyo non avrebbe cambiato granché la situazione, avrebbero passato né più né meno l'intera settimana insieme e non aveva via di fuga.

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La donna alla reception consegnò loro la chiave della stanza e dopo averla ringraziata cordialmente si avviarono velocemente verso di essa.
Erano leggermente stanchi, anche se il viaggio non era stato affatto lungo o pesante, per fortuna avevano deciso di visitare solo la zona intorno all'hotel e lasciare il resto della città ai giorni successivi.
La camera era bellissima, situata al ventesimo piano della struttura, si apriva in un breve corridoio e poi c'era una stanza enorme in cui facevano ben mostra di sé due letti da una piazza e mezza dalle coperte chiare, mentre la parete di fronte a loro era composta da vetrate, che davano la vista su una Tokyo nel bel mezzo della sua giornata.

«Io voglio il letto vicino alla finestra.» urlò Jimin mollando la valigia e la borsa lanciandosi su quest'ultimo ridendo come un bambino.
Jungkook avrebbe voluto ribellarsi, dirgli che voleva lui quel posto, ma Jimin era così felice, che proprio non gli andava di iniziare quella vacanza con una discussione.

Poggiò anche la sua valigia e si tolse la borsa a tracolla, per poi avvicinarsi alla vetrata e rimanere ammaliato dalla vista: non che Seoul non fosse al pari di Tokyo, ma cambiare scenario ogni tanto gli faceva formicolare lo stomaco piacevolmente.

«Sto morendo di fame! Sistemiamo la roba e poi usciamo, ti va?».

Jimin era un concentrato di allegria in quel momento e Jungkook si perse a contemplarlo, mentre cercava nella valigia qualcosa a lui sconosciuto e parlava, parlava tanto di quello che avrebbero fatto in quei giorni, ma il corvino riusciva solo a pensare come dovesse essere baciare quei boccioli rossi e ricordarselo.

Take me to the sky ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora