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Jimin fissava malinconicamente una Tokyo notturna illuminata artificialmente, l'indomani mattina avrebbero dovuto tornare a Seoul e questo lo rendeva un po' giù di umore.
Aveva passato tanti bei momenti in quel posto e poteva dire che lui e Kookie si fossero messi insieme in quella città pochi giorni prima, quindi acquisiva tutto un altro significato.
Non era solo più Tokyo, una meta ambita, era Tokyo la città dove il loro amore si era consolidato e questo avrebbero reso quel posto speciale per sempre.
Jungkook raggiunse il suo ragazzo sul letto e lo avvolse tra le braccia, cosa che ora poteva fare liberamente dato che erano lontani da sguardi indiscreti.
Jimin si appoggiò al petto del maggiore e socchiuse gli occhi, rilassandosi sotto le sue coccole.

«Non voglio tornare a casa.»

Ormai continuava a ripeterlo e Jungkook sorrise vicino al suo orecchio prima di depositarci sopra un leggero bacio, che fece rabbrividire il biondo.

«Ehi, una volta a casa non cambierà niente, Chim. Saremo ancora tu ed io, come qui.»

Jimin si sentì molto meglio a quelle parole e intrecciò le sue dita con quelle di Jungkook per poi fermarsi a osservarle.
Quelle di Kookie erano molto più belle delle sue, Jimin pensava che le sue assomigliassero a dei salsicciotti e le trovava ridicole: mani da bambino, non da uomo come quelle del suo ragazzo.
Ricordava ancora tutte le prese in giro per quel suo difetto fisico, uno dei tanti a sua detta e sospirò sconsolato.

«Che hai ora?» domandò preoccupato Jungkook, ma il biondo scosse il capo.

«Nulla: tu sei sicuro di me? Potresti trovare sicuramente di meglio e-».

«Jimin perché tutte queste insicurezze? Non c'è nessun altro che vorrei, nessun altro oltre a te, sei perfetto e dovresti iniziare ad apprezzarti di più.» sussurrò dolcemente baciandogli una tempia e Jimin sorrise leggermente: Kookie riusciva sempre a consolarlo.

«Kook-ah.»

Il biondo si voltò verso Jungkook e si catapultò sulle sue labbra, il bacio fu subito irruento e il corvino perse l'equilibrio finendo disteso sul letto, con un Jimin abbastanza soddisfatto seduto sul addome.

«Ti ricordi cosa ti ho detto oggi?» chiese con un sorriso divertito in volto e Jungkook arrossì a quelle parole, già sapendo a cosa si riferisse.

«Ora?» chiese leggermente intimorito e Jimin sorrise.

«Ora.»

Quella volta fu meno impacciata della prima, Jimin spogliò Jungkook con una frenesia che la volta precedente non aveva mostrato e Kookie si chiese dove fosse finito il suo dolce e timido Chim, dato che quello che aveva davanti era tutto tranne che dolce e timido.
Eppure fu delicato, si assicurò tutto il tempo che stesse bene e lo tenne stretto a sé così tanto e così forte che il corvino non percepiva altro che Jimin.
I capelli biondi della fronte gli solleticavano il naso, ma non erano poi così fastidiosi e il maggiore continuava a ripetergli quanto lo amasse, tanto che Kookie arrossì un paio di volte per quanto quei momenti fossero intensi anche e soprattutto ad un livello emotivo.
Amava Jimin, amava ogni singolo sorriso, ogni singolo attimo passato con lui e non gli importava cosa il mondo avrebbe potuto dire o pensare di loro, finché sarebbero stati insieme sarebbe andato tutto bene, finché a fine giornata avrebbe potuto baciarlo, fare l'amore con lui e sarebbe stato tutto perfetto, finché avrebbe potuto vederlo ridere, mangiare o dormire lui si sarebbe sentito a casa, perché Jimin era la sua casa e si pentiva di averci messo tanto per capirlo.
Erano uno la metà dell'altro, si comportavano perfettamente.

«Ti amo.»

Jungkook aveva gli occhi lucidi, la consapevolezza della portata dei suoi sentimenti lo aveva travolto e Jimin lo osservava, cercando di non pensargli troppo addosso e si chinò a raccogliere con le labbra quelle piccole gocce salate che erano sfuggite al suo controllo e che gli stavano bagnando la guancia.

«Ti amo tanto anch'io Jungkookie.»

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Jimin fissò la sveglia che segnava le cinque meno venti del mattino, alle sei la sveglia sarebbe suonata e i due avrebbero dovuto prepararsi: fare una doccia, chiudere le valigie e cose del genere.
Poi sarebbero scesi a fare una colazione veloce e non troppo abbondante per poi fare un ultimo giro per le strade di Tokyo prima di tornare a casa loro, a Seoul.
Jimin temeva un po' il ritorno, da una parte perché avrebbe dovuto affrontare gli Hyung e anche la sua famiglia, dall'altra perché temeva che una volta a Seoul si sarebbe spezzata quella magia che si era creata con Jungkook in quei giorni e aveva paura che il corvino si allontanasse da lui.
A quei pensieri si ritrovò a stringere meglio il corpo di Kookie contro il suo, mentre quest'ultimo dormiva beatamente con i capelli sparsi sul cuscino.
Era una visione celestiale e Jimin non era sicuro che si sarebbe mai abituato a tanta meraviglia, inoltre aveva lasciato anche lui qualche segno per vendicarsi, stando attento che fossero in posti facilmente nascondibili anche con una semplice t-shirt.

«Sei bellissimo, Kook» sussurrò osservandolo e desiderando poter rimanere in quel posto con lui per sempre, lontano dalla quotidianità del gruppo, lontano dal palcoscenico.
Era un pensiero molto egoista da parte sua, ma dubitava che nessuno dei suoi amici lo avesse mai avuto guardando la persona amata al suo fianco.

«Dovresti dormire Jiminie, altrimenti domani sarai a pezzi.» sussurrò Jungkook mezzo addormentato stringendosi meglio al biondino e inspirando il suo dolce profumo di vaniglia.

«Scusa, stavo pensando.» mormorò in risposta, spostando lo sguardo sul panorama di Tokyo - era così maledettamente bella.

«Non devi scusarti, ma non tormentarti per il niente, okay?».

Jimin annuì e Jungkook seguì il suo sguardo fino a contemplare anche lui lo spettacolo che era Tokyo in quel momento.
Avevano scelto bene di venire lì per la loro vacanza, per consolidare la loro relazione.

«Jungkookie, ci torneremo vero? Intendo solo tu ed io.»

Il corvino sorrise e posò un bacio sulla chioma chiara del suo ragazzo.

«Certo Jiminie, ci torneremo sicuramente.»

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