Capitolo 31

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Erin

Erano le nove quando terminammo di cenare, questa volta mi proposi di aiutare Richard in cucina e permettere a Cam di passare ancora un po' di tempo con sua madre. Ero rimasta incantata nel vederli insieme, adoravo quel lato che Cam tirava fuori quando era con Karen.

Egoisticamente mi chiesi se, almeno qualche volta, guardasse anche me in quel modo, con quegli occhi pieni di adorazione e l'ombra di un sorriso che avrebbe fatto tremare persino la terra.

<< Significa molto per noi il vostro essere qui. >> il tono pacato di Richard mi strappò dai miei pensieri.

Lo guardai mentre finiva di sciacquare un piatto prima di passarmelo e, come in una perfetta catena di montaggio, lo riposi nel cestello della lavastoviglie.

<< Non è niente. >> mormorai stringendomi nelle spalle.

<< Invece sì, ci mancava, soprattutto a Karen anche se la memoria si sta affievolendo sempre di più. >>

Contrassi la mascella a quel pensiero e cercai di sorridere, ma non ci riuscii. Per fortuna Richard non mi guardò, altrimenti mi sarei sentita ancora più orribile di fronte alla sua confessione. Proprio non riuscivo ad accettare il fatto che una madre, che ama suo figlio fino allo sfinimento, finisse col dimenticare quel sentimento a causa di una stupida malattia. Potevo sopportare una totale mancanza di amore da parte di un genitore ma non quello, soprattutto se era una cosa non voluta.

<< Ricordo com'era diventato quando scoprimmo della malattia di Karen, Cam è quello che ha sofferto di più. Gli mancava avere lo stesso rapporto che aveva prima con sua madre nonostante non volesse ammetterlo. Sembrava un cucciolo bastonato che preferiva tenersi tutto dentro piuttosto che aprirsi e tirare fuori il dolore che provava, non sapevo come comportarmi o come aiutarlo. Era diventato silenzioso, solitario e diffidente. Avrei preferito che spaccasse tutto, che urlasse o che scoppiasse a piangere piuttosto che chiudersi in se stesso. >> tirò un profondo sospiro prima di continuare. << Una sera andai in camera sua per provare a parlarci ma la trovai vuota. Mi prese il panico, non sapevo dove fosse finito o trovarlo, temevo che potesse essergli successo qualcosa. Volevo evitare di dirlo a Karen ma le bastò guardarmi per capire cosa fosse successo. >> si voltò a guardarmi tendendo le labbra in un grande sorriso e gli occhi gonfi di lacrime. << All'inizio non capii la sua calma, pensai che stesse avendo un altro dei suoi vuoti. Invece, mi disse di stare tranquillo perché era certa che fosse insieme a te. >> un altro sorriso prima di tornare con lo sguardo sulla pila di piatti sporchi nel lavello, si passò la mano dietro il collo e sorrisi, era lo stesso gesto che faceva Cam quando era nervoso. Poi, i suoi occhi scuri si fissarono di nuovo su di me.

<< Sono grato alla vita che gli ha permesso di incontrarti, sei stata la sua cura. >>

<< In realtà, non credo che il merito sia mio, anzi. >>

Richard scosse la testa. << Puoi anche pensare che non sia così, ma l'ho visto. Vedo come ti guarda perché è esattamente come io guardavo Karen. Non mi sono mai sentito alla sua altezza ma lei, tra altre miliardi di persone, aveva scelto me. >> si strinse nelle spalle distogliendo lo sguardo. << Posso capire che stia ancora soffrendo, che sia ferito nonostante gli anni trascorsi ma, mi piace pensare che non sarà sempre così. A causa della malattia Cam perse tutto, soprattutto l'amore di sua madre. Cercai in ogni modo di rimediare provando ad essere un padre migliore. Adesso lo vedo cambiato in meglio e non posso far altro che credere che sia la tua influenza, sono felice che abbia incontrato una persona come te. >>

Annuii felice delle sue parole ma anche certa che non le meritassi affatto. Mi colse di sorpresa quando avvolse le braccia intorno a me tirandomi in un abbraccio che, ovviamente, non riuscii a contraccambiare, mi tremarono le gambe ma, prima che potessi dire qualcosa di scomodo, Richard si allontanò da me con l'ombra di un sorriso.

La ragazza con il cuore di lattaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora