Capitolo 19

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Cam

<< Fermati! >> le urlai dietro, quel suo comportamento stupido e infantile mi faceva uscire fuori di testa.

<< No! >>

La rabbia aveva cominciato a ribollirmi dentro. Non sapevo esattamente per quale motivo, esplodeva e basta senza darmi il tempo di capire. Quando si trattava di lei era sempre così.

<< Che razza di gioco stai facendo? >> l'afferrai per il polso facendola voltare. Guardò prima la mia mano, poi inchiodò i suoi occhi freddi come il ghiaccio nei miei. Mi trattenni dall'istinto di spingerla contro l'auto, di bloccarla col mio corpo e baciarla tanto da restare senza fiato. Erano giorni che desideravo farlo, desideravo sentire la sua pelle contro la mia, le sue labbra contro le mie, il suo respiro che si fondeva col mio, il sentirla tremare ad ogni mio tocco. Mi dovetti sforzare per non farlo anche in quel momento tutt'altro che favorevole.

<< Non sto giocando! >> ribatté usando il mio stesso tono.

<< Mi stai prendendo in giro? >> le mie mani iniziarono a sudare, attesi una risposta che ovviamente non arrivò. << Come ti è saltato in mente di potertene andare con uno che nemmeno conosci? >>

La vidi contrarre la mascella e restare ancora in silenzio. Feci un profondo respiro lasciandole andare il polso e cercando di calmarmi.

<< Tu puoi uscire con chi vuoi e io no? >>

Colpito e affondato. Le sue parole mi centrarono trapassandomi da parte a parte come una freccia. Pensava davvero che io potessi uscire con una ragazza che non fosse lei? Mi aveva visto insieme a Cleopatra ma, in fondo, tra noi non era successo niente a parte quel bacio. Mi lasciai sfuggire una risata amara, quindi feci un passo in avanti. << Ti stai sbagliando, tra me e quella ragazza non è successo niente. >> non sapevo il perché avessi sentito l'esigenza di farglielo sapere. << Questo non toglie il fatto che saresti potuta finire nei guai a causa della tua imprudenza. >>

Lei, di rimando, inarcò un sopracciglio incrociando le braccia al petto. << Non cercare di farmi la ramanzina, Cam. Fatti gli affari tuoi una volta ogni tanto, non hai diritto di parola su quello che faccio! >> distolse lo sguardo da me puntandolo verso le auto parcheggiate, i tratti del suo bellissimo viso erano tesi, arrabbiati.

<< È complicato stare al tuo passo. >> ammisi in un sospiro chinando la testa di lato.

<< Non ti ho mai chiesto di farlo! >> replicò freddamente.

Mi si gelò il sangue, avevo dimenticato quanto Erin potesse essere tagliente ma, a dispetto della situazione, continuavo a trovarla adorabile. I suoi occhi erano carichi di rabbia, la sua voce era come una frustata e le sue labbra erano curvate in una smorfia piena di irritazione. Ogni sfumatura di lei era il mio tallone di Achille, le sarebbe bastata una parola per farmi cadere ai suoi piedi e rigirarmi come una marionetta nelle sue mani, glielo avrei lasciato fare, le avrei lasciato tirare le fila della mia vita a suo piacimento.

Mi avvicinai ancora di più e lei indietreggiò finché la sua schiena aderì all'auto, i suoi occhi erano inchiodati nei miei. Avrei passato ore e ore a perdermi in quel ghiaccio che mi toglieva il respiro. Un altro passo ancora per arrivare a pochi centimetri di distanza e, quando le sue guance si colorarono di rosso, persi il controllo delle mie azioni. Intrappolai il suo piccolo corpo tra le mie braccia appoggiando le mani contro la macchina, il suo profumo m'inebriò all'istante.

Mi chinai fino a quando i nostri nasi si sfiorarono appena. Mi lasciai avvolgere dalla sensazione che mi trasmetteva la sua vicinanza, il mio cuore sembrava impazzito come se potesse fracassarmi il petto da un momento all'altro.

La ragazza con il cuore di lattaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora