Capitolo 24

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Cam

Strinsi i lacci dei pattini facendoli aderire alle caviglie, poi mi alzai simulando dei passi per accertarmi che non avessi stretto troppo. Sorrisi soddisfatto mentre mi voltavo prima di ritrovarmi con un piccolo punto interrogativo. Osservai Erin ancora alle prese con i suoi pattini, aveva le mani rosse e tremanti a causa del freddo. Cercava di allacciarli ma non riusciva a tirare i lacci, aveva un'espressione davvero irritata, anzi. Furiosa. Altri due minuti e sarebbe esplosa lanciando i pattini chissà dove.

Sorrisi non riuscendo a trattenermi dal trovarla bellissima anche con il broncio. Una manciata di secondi dopo mi avvicinai piegandomi sulle ginocchia. << Aspetta, ti do una mano. >>

<< No! >> borbottò allontanando le mie mani. << Questa cosa del pattinaggio, è un'idea stupida! >>

La scrutai chinando la testa di lato mentre riprovava ancora e ancora ad allacciare i pattini ma le sue mani erano troppo intorpidite per riuscire ad afferrare saldamente i lacci umidi. Dopo una manciata di secondi sbuffò contrariata abbassando lo sguardo.

Le presi dolcemente le mani facendole lasciare i lacci, quindi li allacciai stando attento a non stringere troppo. Alzai lo sguardo incrociando un paio di grandi occhi azzurri che sembravano dispiaciuti, quasi mortificati. Non potei fare a meno di sorridere, nascosi le sue mani tra le mie, me le avvicinai alle labbra e le baciai.

<< Grazie. >> mormorò, le guance le diventarono rosse in un istante.

Mi alzai tendendole la mano per aiutarla a fare altrettanto, cercai di tenere la presa ben salda per non farla cadere. Erin fece un profondo respiro prima di rabbrividire, indossava uno spesso maglione che l'avvolgeva fin sopra le ginocchia, ma neppure quello serviva a tenerle caldo, così mi tolsi la sciarpa e il berretto di lana e glieli misi. La studiai per un istante come se mi trovassi di fronte a un'opera d'arte, cosa che per me lo era realmente. Rimasi talmente imbambolato come un ebete a guardarla che Erin non riuscì a non ridere arrivando a farmi tremare il cuore.

<< Andiamo. >> mormorai lasciando che il suono della sua risata mi avvolgesse completamente, le strinsi la mano e cominciai a camminare lentamente mentre lei avanzava a passi incerti. Sapevo che non aveva mai pattinato prima, non sopportava la sensazione di non sentire la terra sotto i piedi e temeva di cadere finendo col rompersi qualche osso.

Riuscimmo ad arrivare fino al bordo della pista senza troppi problemi, quindi l'aiutai a entrare. Sollevò un piede dalla moquette che correva lungo tutto il perimetro della pista e lo poggiò sul ghiaccio trattenendo il respiro, quindi fece la stessa cosa con l'altro.

Attesi che si rilassasse un po', era rigida come un tronco. Fece un profondo respiro, provò a fare un passo ma la lama scivolò all'istante. L'afferrai al volo sventando la prima e sgradevole caduta, in caso contrario non me lo avrebbe mai perdonato. La sostenni con le braccia, era rigida, le gambe tremanti, gli occhi inchiodati sul ghiaccio. Stava andando in preda al panico.

Scivolai alle sue spalle tenendo le mani sui suoi fianchi, la spinsi leggermente in avanti e lei si sbilanciò all'indietro prima di drizzarsi con la schiena. Mi morsi il labbro per trattenere una risata, lasciai che i pattini scivolassero sul ghiaccio portandomi in avanti con lei contro il mio corpo. Lentamente, la sentii rilassarsi mentre la mia presa si allentava.

<< Cam! >> brontolò storcendo le labbra in un'espressione contrariata.

Risi afferrandole la mano, quindi le arrivai di fronte porgendole anche l'altra che afferrò velocemente. Le sue gambe tornarono rigide, la schiena dritta mentre le sua mani stringevano saldamente le mie. Trascorsero una manciata di minuti prima che Erin cominciasse ad acquisire un po' di sicurezza ma Travis riuscì a rovinare tutto, ci sfrecciò accanto prima di schiantarsi contro il bordo della pista.

La ragazza con il cuore di lattaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora