Capitolo 14

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Erin

Il freddo mi investì, ero riuscita a uscire, a scappare da quella festa. Non sapevo come avessi fatto, non ricordavo niente se non lo sbattere a destra e a sinistra contro quelli che continuavano a ballare incuranti di tutto ciò che gli accadeva intorno. Ero inciampata un paio di volte su chissà cosa riuscendo a tenermi in piedi e, adesso, ero fuori.

M'incamminai verso la direzione che ricordavo avessimo percorso per arrivare. Rabbrividii, il gelo mi impregnò i vestiti entrandomi nella pelle perché nella confusione avevo dimenticato di prendere la giacca. L'idea di rientrare per riparare all'errore mi aveva sfiorato la mente, ma la cacciai all'istante. I piedi affondavano nella neve, mi strinsi le braccia intorno alle spalle cercando di riscaldarmi, ma era tutto inutile.

Continuai a camminare nonostante sentissi le gambe tremare, nonostante la testa fosse andata completamente in tilt. Dentro avevo il caos, avvertivo un fastidio allo stomaco che mi dava la nausea, mi veniva voglia di vomitare ma dovevo continuare, dovevo allontanarmi il più possibile da lì.

Improvvisamente sentii dei passi veloci alle mie spalle, non mi voltai per controllare chi fosse, tanto meno rallentai il passo, anzi. La mia andatura si fece ancora più veloce mentre la nausea aumentava.

<< Erin, fermati! >> urlò una voce famigliare.

Non lo feci, ma quel qualcuno mi afferrò per il braccio facendomi voltare. Gli occhi di Melanie erano fissi nei miei, scrutò il mio viso, aprì bocca ma la richiuse immediatamente.

Mi portai una mano davanti alle labbra, stavo per esplodere. Mi voltai appena in tempo e cominciai a buttare fuori di tutto, le gambe cedettero e io caddi in ginocchio sulla neve continuando a vomitare.

Melanie si accovacciò accanto a me e mi raccolse i capelli per non farli sporcare. << Dobbiamo chiamare qualcuno! >>

<< No! >> ringhiai asciugandomi le labbra col dorso della mano, mi tirai su a stento riuscendo a non ricadere, quindi ripresi a camminare.

<< Fermati! >> ripeté cercando di tenere il mio passo. << Gli altri ci staranno cercando! >>

<< Non mi interessa! >>

<< Hai intenzione di farti tutta la strada a piedi con questo freddo? >>

Esatto, pensai.

<< Erin! >> urlò, ma io continuai imperterrita a camminare.

Arrivò di fianco a me, eppure questa volta non cercò di fermarmi, anzi. Rimase in silenzio, un pesante e inquieto silenzio che mi irritò ancora di più del suo tentativo di fermarmi. La scrutai con la cosa dell'occhio notando che anche lei aveva dimenticato la giacca e mi sentii in colpa, ma non potevo fermarmi, non potevo tornare là.

<< Vattene! >> gli urlai nella speranza che abbandonasse la stupida idea di seguirmi e tornasse alla baita.

<< Non ti lascio sola. >>

Sbuffai stanca e contrariata.

<< Erin. >> mormorò mentre un colpo di vento gelido cercò di spingerci indietro. << Perché stai scappando? Cos'è successo? >>

La stanza era buia, le sagome si distinguevano a stento e la maggior parte della gente era ubriaca e strafatta, difficile che qualcuno potesse essersi accorto di quello che stava accadendo. La guardai rallentando il passo, poi scossi la testa e ripresi con un ritmo ancora più veloce. << Non posso. >> dissi mentre lo stomaco riprese a tormentarmi.

La ragazza con il cuore di lattaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora