Capitolo 41

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Erin

La mano di Cam stringeva dolcemente la mia avvolgendomi con un dolce torpore che cercava di trasmettermi calma e sicurezza per non lasciarmi prendere in contropiede dalle emozioni che stavano già spingendo per ottenere il comando.

Eravamo di fronte alla porta di casa di mio fratello da una decina di minuti durante i quali avevo cambiato idea almeno un centinaio di volte. Un attimo prima ero convinta di ciò che stavo facendo, quello successivo desideravo girare i tacchi e allontanarmi da lì, da tutto ciò che ancora mi collegava al passato.

Tirai un profondo respiro stringendo ancora più forte la mano di Cam nella mia, così tanto che avrei potuto bloccargli la circolazione del sangue. Per fortuna, lui non se ne uscì con alcuna battutina che mi avrebbe fatto sentire in imbarazzo per la mia mancanza di autocontrollo, oppure c'era l'alternativa che prevedeva una me che iniziava a sbraitargli contro in preda al nervoso colpendolo di pugni sul braccio. Sorrisi come un'ebete al pensiero di quanto potessi essere lunatica e di come Cam contribuiva ai miei sbalzi d'umore. Mi feci coraggio, contai fino a tre e mi decisi a fare quel passo che continuava a prospettarsi più difficile del previsto.

<< Okay. >> mormorai come se cercassi ancora di convincere me stessa.

Gli occhi scuri di Cam mi fissarono, le sue labbra si addolcirono nel sorriso più sexy che possedeva.

Mi morsi il labbro trattenendomi dal gettargli le braccia al collo e baciarlo prima di pregarlo di riportarmi a casa. Mi ammonii mentalmente, da quando mi venivano quei pensieri su di lui in momenti del genere? Cacciai dalla mente ogni immagine che prevedeva me e Cam insieme in ogni modo umanamente possibile, quindi allungai la mano libera per suonare il campanello.

Trasalii nel sentire quel suono stridulo e Cam se ne accorse, trattenne a stento una risatina guadagnandosi un'occhiataccia assassina da parte mia.

<< Andrà tutto bene. >> mormorò con voce sensuale arrivando a toccare e far vibrare ogni corda della mia anima prima di stamparmi un piccolo bacio tra capelli.

In quel momento, mi assalì la profonda esigenza di dirgli quanto ogni suo piccolo gesto riuscisse ad infondermi coraggio, quanto riuscisse a spingermi a superare i miei limiti e combattere le mie paure. Aprii bocca per farlo quando venni interrotta dal cigolio della porta di fronte a noi.

Mi voltai di scatto mentre le mie guance andavano a fuoco, la vecchia me era ancora presente, quella che non sopportava essere vista in un momento del genere, che odiava sentirsi in imbarazzo. Feci un profondo respiro incrociando una Kim confusa che faceva vagare lo sguardo tra me e Cam con un enorme punto interrogativo stampato in faccia. Era ovvio che non si aspettasse di rivedermi ancora, almeno non dopo quanto successo durante la mia ultima visita, giornata che avrei cancellato volentieri.

<< Ciao. >> mi sforzai di dire lottando contro la voglia di andarmene.

<< Tesoro, chi è? >> la voce di Jason lo precedette solo di qualche secondo, il suo viso sbucò da dietro la spalla di Kim, il sorriso gli svanì all'istante quando mi vide, poi tornò più raggiante di prima.

<< Erin! >> esclamò superando la moglie fino ad avvolgermi in un forte abbraccio che, un tempo, mi avrebbe fatto mancare l'aria e gettata nel panico.

Dovetti ammettere che, in un primo momento, rimasi paralizzata, letteralmente. Poi, d'istinto, lo strinsi mentre le lacrime premevano prepotenti per uscire, ma non glielo permisi, quel momento non prevedeva assolutamente una me che piangeva come una ragazzina. Lì, tra le braccia di mio fratello, mi resi davvero conto di quanto mi fosse mancato e di quanto fossi stata stupida, infantile ed egoista nel volerlo tagliare fuori dalla mia vita solo perché la mia mente continuava a ricollegarlo alla causa di tutte le mie sofferenze.

La ragazza con il cuore di lattaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora