Alex

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Afferrai il medaglione per teletrasportarsi e riapparì sulľOlimpo.
- Padre?-
- Alexandra, figlia mia!- mi girai, dietro di me c'era un uomo sulla cinquantina, con il capelli scuri e ondulati come i miei, a dire il vero mi somigliava tantissimo, tranne per gli occhi: quelli erano blu elettrico.
- È la prima volta che vieni qui, come mai?-
- Devo parlare con Giasone, devo scoprire dove si trova il Vello ďOro e fermare Luke-
- E già... quel figlio di Ermes ci sta dando dei problemi... hai un'impresa?-
- Probabilmente- risposi. Mi sentivo strana: era la prima volta che incontravo mio padre ( dopo ľincidente di Talia non mi hanno mai fatta uscire, tranne per ľimpresa di Luke) e nelle mie fantasie era leggermente diverso. Inoltre stavamo parlando in modo normale e non con fulmini e tuoni.
- Giasone entra!- la sua voce ricordava molto un tuono. Un ragazzo mezzo ubriaco:
- Sì?- chiese ridendo.
- La posizione del Vello, serve a mia figlia- il ragazzo mi guardò poi si inginocchiò.
- Tranquillo, non c'è ne bisogno.-
- Come ti pare- rispose scrollando le spalle- Tanto la posizione del Vello ďOro non me la ricordo...-
- Cosa?!-
- Come suo padre- commentò un ragazzo in fondo alla sala, lo riconobbi subito.
- Perseo?Io sono...-
- So chi sei, mia sorella- alzò il viso e per poco non mi venne un infarto: era identico a Jason!
- Tu sai dov'è il Vello?- chiesi con una briciola di speranza.
- Non ne ho idea-
- Fantastico!- sbuffai e uscii delľOlimpo. Una volta al piano terra afferrai il medaglione. Stavo per dire "Campo Mezzosangue" quando qualcuno mi tapò la bocca e esclamò:
- Principessa Andromeda!- fu così che mi ritrovai in quella maledetta nave. Luke era seduto di fronte a me e stava fischiettando mentre giocava a scacchi. Alzò lo sguardo e disse:
- Chi si rivede! Tutto bene in famiglia? Oh scusa, una famiglia non ce l'hai- giuro che se non mi stessero tenendo le braccia sarebbe già morto.
- Tuo padre che dice?- arricciò il naso come quando era indispettito, ma nonostante ciò era ľespressione più buffa e dolce che avessi mai visto. Poi si alzò e alľorecchio mi mormorò:
- Non ti conviene sfidarmi, bambina- gli tirai una ginocchiata allo stomaco così forte da stuccargli il fiato.
- Portatela di sotto- disse con un filo di voce e in un battibaleno ero in cella. Il problema principale era che soffrivo di claustrofobia e quindi ero in panico  totale. Come avrei fatto ad uscire?

La figlia di Zeus Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora