2. Sydney.

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"And I know I shouldn't tell you but I just can't stop thinking of you. Wherever you are."

Il video pubblicato sul loro canale Youtube continua a scorrere velocemente, mentre una lacrima calda mi riga il viso.
Dio solo sa quanto mi manchino quei quattro ragazzi.

Mi sono sorpresa a contare i giorni, le ore, i minuti e i secondi di ogni settimana della mia vita, da quando sono partiti. E la situazione è peggiorata a picco quando Ashton mi ha scaricata, forse sostituita, come si puó fare con un vecchio giocattolo.

E non c'è cosa più orribile di sentirsi il giocattolo rotto di un bambino viziato.

Mentre io sto male, lui sarà in giro a fare concerti e divertirsi alle feste.

Gli manco? Gli mancheró mai?

No, non penso.

"Every night I almost call you, just to say it always will be you... wherever you are..."

Improvvisamente una notifica illumina lo schermo del mio cellulare, che vedo sfuocato, date le lacrime e gli occhi lucidi, che bruciano alla forte luce.

Li strofino fino ad asciugare il restante del mio pianto e sblocco il cellulare, che si apre sull'applicazione di Twitter. Esco subito, non ho voglia di guardarci.

In questo momento potrei tranquillamente stare stalkerando gli spostamenti di Ed Sheeran in giro per il mondo come tutte le normali persone fanno col proprio idolo, ma a quanto pare no, ho deciso di rimanere in esilio dai social network.

Mi rende triste vedere tweet di Ashton allegro e felice senza di me, segno che mi ha rimpiazzata totalmente.

Ieri Michael mi ha mandato un messaggio, dicendo che 'in realtá gli manco e che sta malissimo' e tutte le cavolate della maschera felice addosso ad una persona triste e così via.
Ma, sinceramente, ho l'impressione che l'abbia detto solo per farmi sentire meglio. E gli voglio davvero un bene enorme per questo... nonostante sia arrivato a dirmi una bugia.

"VIENI DI SOTTO."

Il suono prodotto dalla voce di mia madre supera di gran lunga il rumore dei miei pensieri. Forse le cose belle che superano quelle brutte esistono ancora, dopo tutto, in un mondo come il nostro.

"ARRIVO."

Mi tolgo le cuffie e scendo in fretta le ripide scale di casa mia, attenta a non ammazzarmi.

Il suicidio non mi sembra una via adeguata per mettere fine alla mia vita.

Sto diventando quasi macabra e questa cosa mi sta spaventando.

Mi siedo al tavolo della cucina accennando un finto sorriso. Gli occhi ancora gonfi.

Lei deve notarlo perchè il suo sorriso si tramuta in un'espressione triste.

"Sarah..."

"Ho capito."

Vorrei evitare discorsi deprimenti per almeno una serata se possibile.

"Non puoi rimanere per sempre... triste. Per quel ragazzo. La vita va avanti."

Mia madre non ha mai avuto nulla contro i ragazzi. Erano riusciti a farmi sorridere quando ormai sembrava impossibile. Quando i miei genitori erano via, mi tenevano sempre compagnia senza trascurarmi un secondo, sembra impossibile.

Lei sa che quando sono con loro mi sento felice. Ma sa anche ció che è successo con Ashton.

Mi prende una mano fra le sue.

« Non so neanche io cosa farei al tuo posto se fossi nella tua situazione con quel ragazzo, quindi non mi sembra il caso di fare la madre che sa sempre tutto, anche se vorrei riuscire a consigliarti qualcosa. Non so se lo perdonerei. Tutti commettono errori, lo sai, ma a loro volta non tutti gli errori possono essere perdonati. Ad ogni modo, sta a te decidere che fare. »

The only reason | Ashton IrwinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora