17. I Wanna Be Loved.

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*Letizia's POV*

« Luke, si puó sapere cosa ti prende? »

Lo trascino a forza in camera mia, lontano dagli altri.

« Eh? »

Mi sta facendo perdere la pazienza.

« Perchè prima mi hai guardata in quel modo? »

« Mah, forse perchè pensavo fossimo qualcosa di diamine di più di amici. Il bacio del locale? Quelli che ci siamo rubati durante la settimana? Per te non si gnificano nulla? »

Apro la bocca e poi la richiudo, senza parole da proferire.

Dopo qualche secondo sussurro,

« Luke, io non pensavo di ferirti, così... »

Riduce gli occhi a due fessure.

« Letizia, tu non sei cretina. Anzi, sei una delle persone più intelligenti sulla faccia della terra e mi vorresti far credere di non avere mai pensato minimamente che io potessi... »

Si interrompe.

« Ah! Lascia stare. »

Si passa una mano fra i capelli.

« Senti. »

Cattura di nuovo la mia attenzione.

« Io ti amo. Okay?
Sarebbe stato bello non ammetterlo in questa situazione ma io fottutamente ti amo, cazzo.
Magari tu non ricambi, passi tempo con me solo perchè sono famoso o che cazzo ne so ma una cosa è certa.
Io ti amo e... basta.
Ora vado.
È meglio. »

Lo vedo allontanarsi, in direzione della porta.

Ma cosa diamine ho combinato?

*Luke's POV*

Cazzo.

Perchè ho reso tutti i miei sentimenti espliciti, distruggendo quel vetro impercettibile che avevo posto tra me e lei?

Perché non potevo semplicemente accontentarmi di come le cose stessero prima e ho dovuto raccontarle praticamente tutto?

Che poi non sa niente di me.

Proprio nulla.

Trovandola pensierosa davanti a me, mi volto e prendo la direzione della porta.

Voglio solo andare...

Una piccola figura più bassa di me ma con una forza incredibile mi volta di nuovo verso la camera, prima di premere le sue labbra sulle mie.
Cosí, la sollevo da terra, per arrivare meglio a baciarla, mentre mi avvolge i fianchi con le gambe snelle.

Il bacio, che non ha davvero nulla di casto, principalmente rispetto agli altri, finisce quando Leti parla,

« Anche io ti amo, cretino. »

Ed un sorriso si impossessa del mio volto.

« Vuoi essere la mia ragazza? »

Il cuore mi batte a mille.

« Sì. »

« Sì? »

« Eh già. »

« Sei la mia matta preferita. »

« E tu il mio pinguino. »

Ride.

*Sarah's POV*

Rimaniamo abbracciate così.

Senza staccarci.

« Sono stata solo una cretina, Sah. »

Charlotte si sfoga, staccandosi da me, piangendo e guardando il soffitto, tentando di ricacciare indietro le lacrime. Decido di lasciarla parlare, senza interruzioni.

« È che... non lo so. Io ti voglio davvero un bene dell'anima ed avevo il terrore che ti facesse soffrire ancora. Cosa che, quando è accaduta, mi ha fatto andare su tutte le furie. »

Si interrompe per strofinarsi gli occhi arrossati.

« Non avevo pensato a quanto effettivamente fare bene... dopo la morte di tuo padre, intendo. »

Mi sembra di sentire una fitta al cuore, ricordandolo.

« Lottie... »

« Sì? »

« Non potrei mai odiarti. E forse anche io avrei agito così se un qualche stronzo ti avesse lasciata. »

« Oh... beh... »

Scoppia a ridere, contagiandomi.

I suoi occhi azzurri si illuminano ancora, prima di stringermi forte a sé.

« Ti voglio bene, Lott. »

Le sussurro, fra i capelli color pece.

« Anche io, Sah. »

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HIIIIIIII.

Nononononononono oddio, 1,32k letture? Scherziamo?
Cioè, grazie infinite, non pensavo che molte persone si sarebbero fermate a leggere le stronzate che la mia mente contorta arriva a tirar fuori, davvero ahahah.
Ancora un grazie immenso.
Vi amo, pandacorni miei.
Alla prossima.
- Sarah

The only reason | Ashton IrwinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora