4. Finally back home.

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Veramente, non lo so neanche io. Non so se sono pronta, se voglio ritornare a mettere in gioco tutti questi sentimenti per lui.

L'unica cosa che veramente so, l'unica di cui sono sicura è di amarlo.

Recapitolando, cosa devo fare?
Chissà se definiró mai una conclusione a questa domanda.

« Non lo so, Ash... »

Dopo poco continuo:

« È che mi hai lasciata sola proprio quando avevo più bisogno di te. Mai una telefonata, mai un cenno di consolazione da parte tua. Hai smesso di rispondermi ai messaggi, hai ro... »

« Cosa? »

« Eh? »

Ribatto, confusa, l'ultima cosa che mi aspettavo era che mi interrompesse facendo finta di niente.

Ho passato l'inferno negli ultimi mesi.

« Lo sai benissimo. »

Inizio giá a perdere la pazienza.

*calmati.*

Tiro un rumoroso sospiro.

« Io ti ho inviato messaggi, foto, audio, di tutto. Ma mai una volta che mi tu mi abbia risposto. »

« Ti sbagli. Non ho mai ricevuto messaggi da parte tua. »

Rimaniamo entrambi in silenzio.

« Sono un coglione egoista perchè effettivamente pensavo che se non ti avessi sentita, sarei stato meglio. E non ho mai pensato che a te potessi mancare, che potessi aver bisogno di me. Non ho idea di quello che sia successo a Sydney negli ultimi mesi, da quando non ci siamo più sentiti. »

« Sono estremamente confusa, Ashton. »

Tiro fuori dalla tasca dei miei jeans il telefono ed apro la cartella dei messaggi.

Scorro un pó sullo schermo per arrivare alla chat con Ash, la apro.

« Ecco. »

Glie lo porgo e lui lo afferra con una mano, leggendo tutti i messaggi che gli ho inviato, ma a cui non ho mai ricevuto risposta.

« Sarah. Te lo giuro, io questi messaggi non li ho neanche letti. Mai ricevuti. »

Ha gli occhi sgranati.

E lucidi.

*Ashton's POV*

Non ho mai ricevuto questi messaggi. Mai.

« Dovrei crederti... Ash? »

Il mio cuore fa un balzo.
Mi ha chiamato con il mio soprannome, togliendo un velo di freddezza verso di me.

... E non si fida di me.

« Sí... dovresti. »

Le porgo nuovamente il cellulare con gli occhi fissi sul terreno di fronte a me, accorgendomi delle varie sfumature di verde che puó assumere l'erba durante un tramonto.

Non ci avevo mai fatto caso.

Ma lei ha passato tutto questo mentre non c'ero?

Ha dovuto superare tutto da sola? Che ne è stato delle promesse che le avevo fatto?

« Sarah. »

Mi preparo ad un discorso... pesante. E difficile.

« Tu hai bisogno di persone che rimangano nella tua vita, comunque essa vada. Hai bisogno di qualcuno che ti ami quanto lo faccio e l'ho sempre fatto io, ma che sappia rimanere molto di più di ció che sia riuscito fare negli ultimi mesi. »

Sospiro. Gli occhi mi stanno già diventando lucidi. Un buon inizio.

« Io potrei fare tutte queste cose insieme. Potrei. Non so se mi perdonerai, ti chiedo solo di valutare l'ipotesi. Di provare a perdonarmi. »

La guardo. I suoi occhi velati rilasciano una lacrima salata.

Lei tenta di non farla vedere ma è troppo tardi, ne stanno scendendo altre.

Io non sono certo meno emotivo, principalmente in questo momento.

« Rimarró, se vorrai. »

La voce mi trema.

« E me ne andró, se ne avrai bisogno. »

Dopo pochi secondi di silenzio, anche le mie lacrime iniziano a scendere.

« Sono un coglione, lo so. »

Mi alzo, pronto ad andarmene e lei fa l'ultima cosa che mi sarei aspettato oggi.

Scatta in piedi, mi afferra per il colletto della felpa strattonandomi nella sua direzione e mi bacia.

« Ed io, per quanto sia difficile ammetterlo, sono innamorata di questo coglione. »

Sussurra, staccandosi dalle mie labbra e guardandomi dritto negli occhi.

Mi prenderó cura di lei.

Lo faró.

La bacio a mia volta.

Ora sì che mi sento a casa.

The only reason | Ashton IrwinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora