Nuda come mamma ti ha fatta e amore mio insieme in un unica frase pronunciata da Camila promettevano soltanto una cosa, solo la prossimità di un infausto destino: che la simil tragedia era sempre più vicina a ripetersi drammaticamente e a mie spese. Altre mie spese. Altre ancora.
Non volevo avere un altra crisi di panico il giorno dopo qualora avessi dovuto risvegliarmi tra le sue braccia un altra volta, con quel suo profumo inconfondibile mischiato a quello del sesso post coito ad inebriarmi le narici una seconda volta ancora in meno di 24 ore. Già il fatto che quel amore mio, pronunciato volitivo, senza ironia e con tutta quella sicurezza di intenderlo davvero, mi aveva fatto di nuovo tremare qualcosa dentro, poteva essere un segnale più che allarmante che un altra notte avvolta come in un mantello nella sua adorazione avrebbe aggravato notevolmente questi sintomi che avvertito di pseudo intossicazione. Anche prima, durante il pranzo di oggi, un calore imprevisto mi aveva riempita in un secondo nel sentirla apostrofarmi in quel modo. Un calore che era partito dal mio petto per poi irradiarsi fino alla punta della mie orecchie. Allora, in quel momento, ero sobbalzata sulla sedia per poi affrettarmi a battere furtiva in ritirata neanche fossi stata una ladra dentro casa mia. Talmente spaventata da quel calore e da quei suoi effetti da sentirmi anche e addirittura un intrusa nella mia stessa pelle. Dalla Lauren innavicinabile e incrollabile che ero sempre stata, ero diventata la Lauren che si faceva ridurre in una completa crisi di nervi da un amore mio. A cui il cuore batteva, a cui sembrava di avere un cuore in grado di battere per uno stupido, smielato, insignificante appellativo amorevole. Mi era battuto a quel amore mio a pranzo, e mi stava battendo adesso per quello di poco fa. Mi era sembrato e mi stava sembrando di non riconoscermi più. Una intrusa, si. Una intrusa, era quello il termine giusto. Una Lauren fragile, una Lauren fallibile e appassionata, una Lauren che invece di buttarsi a capofitto nella succulenta prospettiva di una notte di sesso la temeva e respingeva per il terrore che non sarebbe stato solo quello, che non sarebbe stato di nuovo solo del fantastico e incredibile sesso e basta. Una Lauren sempre vogliosa ma intimorita da quella voglia e dalle sue possibile conseguenze. Una Lauren debole che poteva facilmente cadere nel baratro a cui la vecchia Lauren, quella forte, quella sfrontata, quella inarrivabile e intoccabile, aveva aperto la porta stringendogli la mano invece che tenergiela sbarrata e sputarci sopra, apparentemente incapace di farlo.Era un disastro. Era tutto un enorme disastro e un enorme buco nero che mi voleva risucchiare, mi voleva reinventare. E la cosa peggiore era che io glielo stavo lasciando fare, io stavo perdendo la forza di combatterlo, la forza di rimanere salda e di ritornare in me.
Il "gioco" non era ancora iniziato ed io ero già sul punto di voler sgattaiolare via nuovamente come un ladro con la coda tra le gambe per via di quel vezzeggiativo affettuoso, e di volermi buttare dalla finestra a causa di un po di pelle scoperta. Ok, non un po...molta pelle scoperta, tutta scoperta. Ma questo non era mai stato un problema per me prima e, sicuramente, mai e poi mai un motivo di ancestrale difficoltà...anzi.
Riprenditi, Riprenditi, Riprenditi. Torna in te, torna in te, torna in te.
-Ti sei spogliata, vuoi che mi spogli, ti sei portata dietro due bottiglie dei miei liquori dopo aver preso già un bourbon in tempi non sospetti, e, ti vorrei ricordare, nemmeno sette ore fa eri quella che spergiurava di non aver bisogno di farmi ubriacare per potersi approfittare sessualmente della sottoscritta...-
Così andava meglio. Andava molto meglio. Io non ero la Lauren che si faceva sopraffacere da alcunché e da alcunchi, io ero la Lauren che sopraffaceva la qualunque e chiunque. Non Ero quella che si faceva mettere all'angolo da un paio di chiappe e tette al vento, ero quella che poteva lei mettere all'angolo chiunque esponendo le proprie grazie scultore. E, soprattutto e non di meno, non ero quella che si lasciava rendere fallibile da qualcuno ma ero quella che, di contro, fallibile avrebbe potuto rendere chiunque volesse, quando e come avrebbe preferito. Non quella a cui batteva stranamente il cuore per un amore mio qualsiasi, ma quella che lo faceva battere fino a scoppiare agli altri anche solo respirandogli davanti.
Francamente, in tutta onestà, non ero mai stata tanto orgogliosa del mio tono irriverente e provocatorio. Probabilmente perché lo avevo recuperato dopo averlo perso, mi ero recuperata dopo essermi persa. Era una esperienza del tutto inconsueta anche quella, perché il mio classico aplomb non lo avevo mai smarrito per una difficoltà che nemmeno avrebbe dovuto essere tale per me. malgrado fosse grave che avessi dovuto sforzarmi per riprendermi da quel tipo di situazione e da quel tumulto reattivo, ne andavo stranamente fiera perché lo avevo fatto con i nervi a fior di pelle e con il cuore in gola, lo avevo fatto nonostante quel panico e quei brividi mai affrontati prima. E li avevo affrontati, e li avevo vinti e scansati. Almeno per il momento e nella speranza che, ora che li avevo ritrovati, e non senza fatica, il mio "stile" e la mia forza di volontà contraddistintivi di chi tutto può avrebbero continuato a veleggiare con il vento in poppa senza altri stravolgimenti di sorta.
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Turbid Obsession (Camren)
Fanfiction"Non poter fare a meno di qualcosa non significa che la possediamo, ma che ne siamo posseduti."