Capitolo 23 (seconda parte)

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Un calore intenso aveva iniziato a prendere vita nel mio basso ventre fino a propagarsi per tutte le mie terminazioni nervose. Ero riuscita a percepire sprazzi di suoni e movimenti intorno a me, suoni e movimenti che sicuramente non avrebbero dovuto esserci nel buio cieco della mia stanza, che appartenevano alla presenza imprevista di qualcuno apparentemente venuto a salvarmi e farmi riprendere dal mio indesiderato stato di intorpidita incoscienza.
Come tutte le volte che cadevo in una ansiosa paralisi da sonno, pur con uno immane sforzo e forza di volontà, proprio non ci riuscivo a venirne fuori, ad imporre ai miei occhi serrati di aprirsi e al mio corpo immobilizzato di risvegliarsi.
Le mie palpebre e i miei muscoli rimanevo bloccati in quel circolo vizioso. La situazione precipitava, Il panico si intensificava considerevolmente e mi schiacciava emotivamente da dentro se, inoltre, una probabile paralisi mi colpiva durante uno dei miei incubi peggiori. Uno di quelli che mi riportavano puntualmente alla memoria una serie di traumatici ricordi e avvenimenti del mio passato, più precisamente inerenti a quei pochi, psicologicamente insostenibili anni della mia infanzia. Una serie traumatica delle tante. Periodicamente si alternavano tra di loro, si davano inconsapevolmente il cambio, per venire a fottermi e uccidermi la mente nel sonno. Lo facevano Tanto per accertarsi sadicamente che davvero non ci fosse la minima possibilità per me di poter andare finalmente avanti, di superare e oltrepassare anche gli ultimi step mancanti.

Prima di captare in maniera abbastanza nitida qualche parola sussurrata del notturno visitatore inaspettato non avevo idea di quali fossero le sue vere intenzioni e né tanto meno di chi si potesse effettivamente trattare, se di qualche stronzo/stronza o se di qualche ben accetta anima pia.
Dopo che la frase "sveglia" mi era arrivata forte e chiara alle orecchie, anche se la paralisi persisteva e il truce incubo allucinogeno faceva altrettanto, il mio cervello si era rasserenato in automatico e il mio corpo, per quanto possibile, aveva iniziato ad allentare istantaneamente la tensione accumulata a causa della inconsapevolezza latente. Era chiaro che le intenzioni del benevolo intruso non rientravo nella schiera di quelle moleste da possibile viscido stupratore/sadico assassino.
Dopo che, però, avevo riconosciuto la voce calda e sensuale del suddetto intruso o, per essere più specifici, della suddetta intrusa, un altra amara, aspra consapevolezza, molto meno confortante della precedente, mi si era annidata come un corvo nero nelle membra.
Il timbro graffiato e graffiante che mi era entrato dentro non poteva che appartenere ad una sola, unica persona in questa tenuta, ad una sola, unica tipologia di cagna per eccellenza sfortunatamente presente in questa tenuta.
Lauren Jauregui non era sicuramente una stupratrice, anzi, considerando la quantità di donne e carne fresca che gli si buttava deliberatamente addosso ogni secondo, si poteva tranquillamente dire che a correre il deprimente rischio di essere stuprata a tradimento da qualche vecchia megera o da qualche ricco uomo troppo succube al suo fascino e alle sue grazie per potersi semplicemente trattenere fosse nettamente più da imputare a lei che non il contrario. E, almeno da quanto ne sapevo, non era nemmeno una psicopatica con particolari inclinazioni omicide. Era psicopatica, certo, ma non in quel senso o con quel tipo di follia fisicamente assassina a renderla tale. Anche se, in tutta onestà, se mi soffermavo a ripensare e a rivedere mentalmente le sue graziose opere artistiche che ritraevano molto più che realisticamente le sue abituali spasimanti e sgualdrine occasionali nude e senza testa, il dubbio incalzante che avrebbe potuto essere una depravata serial killer provetta mi avrebbe certamente colta se non avessi saputo delle sue vere inclinazioni da ninfomane ossessionata dal sesso e dalla fisionomia femminile.
Quelle, con ogni probabilità, erano le uniche vere e proprie inclinazioni patologiche e seriamente preoccupanti di Lauren.

Non era una stupratrice, non era una serial killer, forse, non ne ero sicura. Ma, di certo, non era propriamente quella che si poteva definire un anima pia. Tra le due categorie, "stronzi" e "anime pie", lei non rientrava in nessuna delle due. Lei ricopriva il ruolo di regina reggente in carica di una categoria totalmente a parte, quella delle stronze e, in aggiunta, delle provocanti e provocatorie cagne insieme. Con la sua personalità racchiudeva e riassumeva entrambe le due caratteristiche in questione perfettamente, deliziosamente, e ne deteneva e conservava lo scettro di diritto.

Turbid Obsession (Camren)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora