Capitolo 1

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Ero persa nei miei pensieri mentre guardavo l'acqua limpida e cristallina sotto di me incresparsi a diverse intensità, completamente in balia della potenza del motore che azionava le eliche del traghetto.

Non sapevo chi avrei trovato una volta arrivata a destinazione, chi di quelle tante tipologie di individui cui ormai ero così abituata avrei dovuto sposare e defraudare fino al suo ultimo centesimo.

Tutti uguali, tutti accomunati dalla stessa e inequivocabile parvenza di superiorità. Con quell'incrollabile e spasmodica convinzione altamente egocentrica che solo un certo ceto sociale e un elevato tenore di vita possono darti.

Uguali, certo, eppure allo stesso tempo tutti cosi maniacalmente diversi nella loro individualità personale, nei loro istinti e pensieri più reconditi e tortuosi.

L'ultima "vittima" era stata alquanto facile da raggirare, in pratica il solito gioco da ragazzi per una manipolatrice e seduttrice seriale ormai abile come me. peccaminosamente infallibile come hanno sempre detto in tanti.

Indubbiamente non ero sola nel progettare  scrupolosamente questi "innocenti" furti ai danni di tutti quei viscidi ricconi imballati di soldi che a momenti gli uscivano anche dal culo, In realtà la vera mente macchinosa di tutto questo era Carlos, colui che ho sempre considerato immancabilmente la mia unica famiglia e il mio unico vero amore da che ne abbia effettivamente memoria.

Mai, in tutta la mia intera vita, ho dubitato di quello che provavo per lui e ne tanto meno di quello che lui ha sempre sostenuto di provare per me, nemmeno quelle rare volte in cui avevo la netta e sgradevole sensazione che si approfittasse della mia incrollabile dipendenza per lui e di tutto ciò che da sempre rappresentava per me per sfruttare le mie innegabili doti di ammaliatrice per i suoi loschi scopi. Nemmeno lì, in quelle circostanze, riuscivo a distaccarmi dal pensiero ossessivo di un vuoto incolmabile senza la sua costante e pressante presenza.

In ogni caso lui mi aveva promesso più volte che tutto questo sarebbe presto finito, che non appena avremmo defraudato abbastanza beni da poterci garantire un lungo periodo di lussuosi e meritati agi saremmo potuti andare via, lontano da tutto e da tutti e vivere finalmente la vita che abbiamo sempre desiderato, agognato e bramato io e lui, solo io e lui. E questo a me bastava.

Si poteva quasi dire che eravamo tutto e niente allo stesso tempo noi due; un fratello e una sorella, due amanti appassionati, due macchiavellici "soci" in affari e anche, incredibilmente, due perfetti sconosciuti.

Questa volta, però, avevo come la strana sensazione che sarebbe stato diverso. Nonostante la mia notevole e inconfutabile esperienza ero inconsuetamente nervosa per questo lavoretto in particolare. Sarebbe stata la prima volta in assoluto che avrei dovuto sposare una donna e, si sa, da una parte con le donne è sempre tutto più difficile e celebrale, con equilibri emotivi maggiormente instabili e precari. Una gran buona parte a dirla tutta.

Mi ero già data il mio bel da fare con mogli di ricchi imprenditori, vedove benestanti ed ereditiere di un certo livello, tutte immancabilmente sessualmente frustrate, ma non mi ero mai ritrovata nella posizione di dover creare un rapporto anche emotivo e mentale con loro. Erano solo rapporti puramente carnali fini a se stessi, senza un seguito e senza nessun significato particolare per nessuna delle due parti coinvolte in questione.

Ora, invece, per poter accedere fintamente indisturbata a tutti i conti bancari di questa misteriosa imprenditrice cubana avrei dovuto fargli letteralmente perdere la testa per me, indurla suadente a fidarsi ciecamente senza nessun tipo di remora. Avrei dovuto dargli tutto ciò che voleva, ma in modo scaltro per raggiungere i miei reali obbiettivi e solo per fargli credere che io ero, di fatto, tutto ciò che avrebbe mai potuto desiderare e tutto ciò di cui avrebbe sempre avuto l'ossessiva e morbosa necessità. 

Turbid Obsession (Camren)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora