Le sue gambe intrecciate alle mie sotto le lenzuola, il suo respiro caldo sul mio collo e cadenzato dalla quiete di un sonno pacifico e sereno, i suoi lunghi capelli di seta che mi solleticavano il petto da un lato procurandomi una costante pelle d'oca. In quella posizione, distesa in parte sul mio letto e in parte sul mio corpo, con quel piccolo broncio sulle labbra appena schiuse e le mie braccia a cingere i suoi fianchi costantemente come a voler vegliare sul suo sonno, mi appariva improvvisamente come la cosa più innocente e delicata che avessi mai visto. Non più un qualcosa da temere, ma solo un qulcosa da proteggere e custodire in quella sua inusuale manifestazione di fragilità assopita. Un qualcosa di diverso e di speciale anche in quello, anche nel suo apparire inconsapevolmente fragile come una bambina bisognosa di affetto e di cure, apparentemente al sicuro stretta tra le mie braccia, avvinghiata al mio collo.
Un qualcosa di unico, avvincente ed ammaliante perfino nel suo mostrarsi una volta tanto del tutto innocua e non la femme fatale provocatrice dalla personalità instabile e contorta, perversa, che tutti volevano, che tutti conoscevano solo in quel modo, in quel suo aspetto peculiare e a cui nessuno riusciva chiaramente a resistere.
Ogni volta che abbassavo lo sguardo sul suo viso di porcellana bianco e disteso, rilassato dal sonno, non potevo fare a meno di pensare a quanto somigliasse ad un angelo in questo momento più che ad una divoratrice di uomini e di donne. A quanto la sua immagine potesse essere molto più associabile a quella di un essere ultra terreno e celestiale più che a quella consueta che tutti conoscevano, che tutti gli affibbiavano come unica sfaccettatura della suo essere, della sua essenza. Non potevo fare a meno di ritenermi incredibilmente fortunata e privilegiata per il fatto che questo squarcio di questa sua parte rara, la sua parte fragile e innocente, era stato riservato a me. Almeno per questa notte, almeno per queste poche ore abbracciate sul mio letto.
Si, sembrava davvero un angelo. Un bellissimo angelo nero. Il mio angelo nero.
Non riuscivo a non ammirarla e idealizzarla anche in questa veste, non riuscivo ad evitare di sentire il mio cuore battere più forte e più veloce nel sentirla anche solo distesa inerme parzialmente sulla mia pelle, nel guardarla addormentata e abbandonata sul mio corpo, tra le mie braccia. Era un battito differente dai precedenti. Non era dovuto alla rabbia, non era alimentato dalla fiamma di una eccitazione sessuale palpabile, dirompente, era un battito sempre legato alla passione, la mia passione per lei, ma in una forma diversa e, non per questo, meno intensa. Anzi, se possibile, lo era ancora di più, così come era addirittura più insidiosa e pericolosa perché quella forma, quella fiamma nuova che mi stava facendo esplodere il cuore nel petto, era suscitata da una adorazione viscerale e totale altrettanto incontrollabile. La mia adorazione per lei.Forse mi era sbocciata dentro quando mi aveva pregata di scoparla, di farla mia. Forse era stato allora che tutte le mie difese avevano finito con lo sciogliersi definitivamente come neve al sole, o forse una breccia nelle mie vere mura, un seme nella mia vera anima, se li era presi e me li aveva introdotti fin dall'inizio senza che io me ne accorgessi davvero e il fatto di supplicarmi di farla mia, il fatto di averla avuta veramente mia, altro non era stato che il tassello decisivo per farmi impazzire del tutto, il tassello che mancava per capovolgere definitivamente tutti i miei piani, stravolgere i miei desideri reconditi, sovvertire in un colpo solo il mio intero mondo e tutte le sue leggi. Era diventata il mio angolo di paradiso in questo inferno e in quello che lei stessa mi aveva promesso, il mio spiraglio di luce nel buio delle tenebre, la strada che non dovevo ma che volevo seguire, che desideravo ardentemente, sui cui volevo proseguire il cammino con tutte le mie forze irrazionali e ormai anche coscienti. Seppure era un paradiso solo per metà, uno spiraglio di luce altalenante, una strada ancora più dannata, sempre di più croce e delizia.
Questo amore ossessivo nei suoi confronti, fatto di brividi dell'anima e non più solo fisici, mi era sbocciato dentro come una rosa nera. Se già da prima o solo da dopo non mi era dato saperlo. Era stato tutto talmente incontrollato, naturale e istintivo come un fiume che segue il suo corso al punto che probabilmente sarebbe rimasto un mistero in eterno. Un mistero bellissimo.
Fatto stava che, mentre la osservavo dormire su di me, incapace di fare altro, incapace di addormentarmi anche io agitata, frastornata come ero da quei brividi al cuore che quella sola visione dolcemente fatale mi aveva fatto venire, ero ora irrimediabilmente consapevole di quanto e come Lauren fosse diventata a tutti gli effetti il mio angelo nero, di quanto e come fosse il fulcro indefesso di quella rosa nera che mi era nata al centro del petto, che si era incisa nelle mie mura arrivando a sgretolarle.
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Turbid Obsession (Camren)
Fanfic"Non poter fare a meno di qualcosa non significa che la possediamo, ma che ne siamo posseduti."