Sempre peggio.

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Emma.
La mattina seguente ci vollero numerose tazze di caffè per farmi assumere un aspetto decente.
Avevo la testa che mi esplodeva e di certo non solo per l'alcool.
Continuavo a pensare a me e Simone e al casino che avevamo fatto. Non solo Filippo ce l'aveva a morte con entrambi, come avevo potuto fare una cosa simile a Keanu?
Con tutte le volte che avevo preso una sbronza non mi era mai capitato di arrivare a tanto, ero sempre stata abbastanza cosciente.
Una cosa la sapevo, mi ripromessi di non lasciarmi mai andare più in quel modo.
Non sapevo minimamente se parlarne con Keanu o fare finta di nulla. Già ce l'aveva a morte con me dato che Simone aveva risposto al telefono.
Chissà che avrà pensato!
Era proprio questo il problema. Avrebbe potuto pensare le peggio cose e aveva anche ragione.
Avevo proprio combinato un grande casino con quel biondino.

Mi preparai velocemente e mi incamminai verso la scuola.
Dovevo scacciare via i brutti pensieri, almeno durante le lezioni.
Condussero tutti gli studenti del primo anno nell'auditorio per farci parlare con il preside, il quale ci spiegò le regole della scuola e gli orari di lezione. Già sapevamo di avere 5 ore per ogni giornata ma non sapevamo come sarebbero state disposte. Mistero svelato: dalle 9 alle 12 per la mattina, dalle 14 alle 16 per il pomeriggio.

Alla fine del discorso ci disse di andare a controllare nella bacheca del corridoio principale per vedere le classi a cui avremmo preso parte.
Una volta controllato mi diressi nella mia aula e mi sedetti in seconda fila. Era la migliore. Stare davanti sarebbe stato troppo, mentre se mi fossi messa dietro avrebbero pensato che ero una che voleva fare casino.

Si affiancò a me una ragazza mora e riccia, abbastanza alta e con degli occhi scuri.
Si presentò con un sorriso smagliante sul volto, si vedeva che era una persona molto solare e allegra, si chiamava Lauren.
E: Emma! Piacere! - dissi stringendole la mano.
L: Non sei italiana vero? - mi chiese subito.
E: Vengo da Malta, mi sono trasferita per frequentare la scuola.
L: Io sono americana ma vivo qui da sempre.
Mi stupii, non me l'aspettavo minimamente. Aveva un accento perfetto, probabilmente proprio perché viveva qui da quando era bambina.

Le lezioni mattiniere andarono bene. Non avevamo studiato più di tanto dato che era il primo giorno, passammo il più del tempo a parlare di come si sarebbero svolte le cose nella scuola.
Salutai Lauren e tornai a casa.

Appena entrai vidi Irama seduto sul divano, lo salutai ma lui, oltre che guardarmi male, non fece nulla.
Sapevo di aver sbagliato ma non perché Simone era un amico di mio cugino. Quello cosa centrava? Avevo sbagliato perché ero fidanzata.
E: Dai Fil, non puoi incazzarti per una cosa simile - iniziai il discorso.
F: Ci stavi per andare a letto Emma.
E: E anche se fosse successo, a te non deve fregare nulla - dissi convinta.
F: È il mio migliore amico - affermò freddo.
E: E quindi? Che centra? So che ho fatto una cazzata e anche se non sembra mi sento veramente in colpa per quello che ho fatto a Kenau, ma a te non ho fatto nulla di male.
Restò della sua idea e mi ignorò tutto il tempo, mangiai addirittura da sola.

Nel mezzo della mia pausa dalle lezioni mi arrivò un messaggio da Biondo.

Da Simo:
Ciao Emma, scusami per ieri. Non avrei dovuto. Irama?

A Simo:
Non è colpa tua. Filippo mi ignora.
Risposi secca.

Non capivo il senso del suo messaggio. Perché scusarsi? Era chiaramente una scusa per parlarmi.
Simone era l'unico amico che ero riuscita a crearmi al di fuori di Irama, ma era anche lo stesso a cui decisi di stare lontano. Tra noi c'era chiaramente una forte attrazione fisica, lui era dannatamente sexy in ogni suo gesto, anche quelli più scontati. Come quando si passava la lingua tra le labbra, per esempio.
Se devo dirne uno dei tanti!
Tra di noi c'era quello, non c'era sicuramente un interesse. L'unica cosa che mi dispiacque fu che a lui tenevo davvero tanto ma fu inevitabile: non potevo permettermi di sbagliare ancora.

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