Emma.
Passarono settimane e le mie giornate proseguivano in maniera regolare.
Andavo a scuola, studiavo, uscivo con le ragazze quando avevo tempo e così via.Con Simone non avevo più parlato, per quanto mi mancasse, non avevo il coraggio di andare a parlarci anche perché ero ancora ferita dall'accaduto e sarebbe stato incoerente andare da lui per poi non risolvere nulla.
L'avevo visto qualche volta di sfuggita a casa mia dove si trovava con Filippo per giocare alla play, fare qualche festa o divertirsi a modo loro.
Nonostante questo non ci eravamo più nemmeno salutati, avevamo preso strade diverse.
Lui non esisteva per me.
Io non esistevo per lui.Era strano.
Era strano come quella persona che ritenevo il mio migliore amico si fosse ormai distaccato completamente da me.
L'avevo sempre ritenuto il mio punto di forza, sapevo che lui non mi avrebbe mai abbandonata, ma così non era stato.
Mi sono sempre odiata per questo lato di me: mi affeziono troppo velocemente, apro il cuore a chiunque si avvicini a me. Pochissime volte mi era capitato di non rimanerci male, per il resto mi sono sempre scottata. Sono sempre stata troppo buona e anche con il romano ho sbagliato di grosso.
Non era più parte di me e delle mie giornate ed in qualche modo dovevo imparare ad accettarlo.A risvegliarmi dai miei pensieri fu la campanella della scuola che segnava la fine della prima ora di lezione.
Presi il necessario e uscii dalla sala affiancata da Lori e Lauren per andare nell'aula di tecnica.
Le lezioni di tecnica erano sempre pesanti e noiose ma servivano senz'altro.Entrambi i miei amici non fecero altro che riempirmi di domande, continuavano a domandarmi se andasse tutto bene, cosa stesse frullando nella mia dannatissima testa, cosa mi preoccupasse. Tutte quelle erano domande secondarie, alle quali non davo nemmeno importanza. Ma poi arrivò quella.
Lo: Col biondo non parli ancora? - chiese.
Mi bloccai qualche secondo sul posto, fermandomi al centro del corridoio e quasi i miei compagni che si trovavano dietro di me mi vennero contro.
Non volevo pensare a Simone, non ce la facevo mentalmente a pensarci. Tutta questa situazione mi distruggeva sempre di più, volevo solo vivere.
E: No ma meglio così - risposi accennando un sorriso e iniziando a camminare.Ovviamente, da bravi amici rompi coglioni che erano, non me la diedero vinta e, come quasi ogni giorno, iniziarono a cercare di convincermi a parlargli e a risolvere tutto perché, a detta loro, si vedeva che ero giù di morale e, a dirla tutta, avevano anche ragione.
Io rimasi comunque della mia idea.
Sapevo perfettamente quello che stavo facendo e, anche se non sembrava in quel momento, lo facevo per il mio bene.L'ora di tecnica volò veloce così come quella successiva.
Andai finalmente a casa non vedendo l'ora di mangiare qualcosa. Quella mattina avevo scordato lo snack da mangiare a metà mattinata a casa e non ne potevo veramente più.
Il mio stomaco chiedeva pietà.
Nel tragitto stavo già sognando un bel piatto di pasta al sugo di pomodoro, la zia la cucinava veramente benissimo. Anche un bel piattone di insalata non sarebbe stato male così come una semplice frittata.
Insomma, mi sarebbe andato bene di tutto.Cercai le chiavi nel mio zaino, aprii la porta salutando tutti con un "ciao" e appendendo la mia giacca sull'appendiabiti.
Appena alzai lo sguardo lo vidi lì, seduto accanto a mio cugino. Vidi quel biondo ossigenato con gli occhi neri, un nero cupo e spento ormai da qualche settimana, quel suo viso angelico con al centro il suo bellissimo naso all'insù.
Lo ignorai, non potevo fare altro.F: Emma, ti dispiace se resta a pranzo? È da un po' che non rimane qui - mi chiese.
E: Uhm, sisi tranquillo, io stavo pensando di uscire a mangiare. Ora vado a prendere i soldi e me ne vado - dissi velocemente per poi dirigermi verso le scale.
Filippo cercò di fermarmi.
Non piaceva a nessuno la situazione che si era creata tra me e Simone perché, oltre che rovinare noi stessi, rovinavamo anche la nostra compagnia.
Uscivo io o usciva lui, non volevo vederlo.Infine mangiai in uno dei tanti fast-food presenti nella zona e capii che il mio sogno di una bella pasta al pomodoro era andato a farsi fottere.
La giornata passò veloce e quando tornai a casa studiai immediatamente in modo da poter uscire con Nicole la sera.
Carmen era andata in vacanza qualche giorno con la sua famiglia quindi non ci sarebbe stata.
Lauren, invece, sarebbe uscita con il resto della compagnia, cosa che io ovviamente non avrei accettato di fare a causa di Simone.Biondo.
Dalla mia litigata con Emma erano passati parecchi giorni, giorni che inizialmente parevano infiniti.
Dopo una settimana avevo imparato a convivere con il fatto di averla persa ormai per sempre.I primi fottuti sette giorni erano stati come pugnalarmi il cuore, non lo accettavo e non volevo accettarlo. Mi ero allontanato io definitivamente, avevo deciso io di non perderci più tempo eppure stavo male.
Dopo quelli non ho più sentito nulla, me ne ero fatto una ragione ed ero tornato alla mia vita prima di lei.
Nulla di impossibile, ovviamente.
La vedevo solo quando passavo da Irama e lei era presente, tutte le volte non facevo altro che guardarla senza dire niente. La guardavo, guardavo il suo viso, i suoi occhi, tutto il suo corpo, ma non sentivo nulla.
Era come scomparsa.Filippo era andato avanti giornate intere a chiedermi di mettere nuovamente da parte l'orgoglio e andarle a parlare, ma l'avevo fatto già fin troppo e avevo esaurito tutta la mia pazienza.
Ero certo che il mio migliore amico avesse parlato anche con la maltese, ma non solo io non volevo risolvere perché altrimenti mi avrebbe parlato invece di evitarmi.
Se c'era una cosa di cui lei aveva paura era di vedermi. Scappava persino da casa sua.
Non sarebbe stata in grado di mantenere il controllo davanti a me. La facevo incazzare, la facevo stare male, le mancavo e, anche se non avevo prove certe, mi bastavano i suoi occhi: ero sempre stato in grado di leggerli e di certo ne ero ancora capace.Quella sera uscii con la mia compagnia dalla quale mancava Emma, ovviamente, che era andata a fare un giro sola con Nicole.
Ci eravamo radunati nel solito campetto da basket, per una volta dopo tanto tempo volevamo passare una serata tranquilla, senza strafare.
Con la scuola che era ricominciata ormai da mesi avevamo preso a vederci di meno. La maggior parte di loro frequentava ancora l'ultimo anno del liceo, altri lavoravano come me e Filippo.Io avevo cambiato lavoro dall'anno precedente, diciamo che quello vecchio non mi entusiasmava più di tanto e non venivo nemmeno pagato bene anche perché era un lavoro giusto per guadagnare qualcosa siccome andavo ancora a scuola.
Ora lavoravo nell'Hard Rock Cafe di Roma, facevo il commesso e venivo pagato abbastanza bene, d'altronde era un posto che si faceva parecchi soldi e sono stato anche abbastanza fortunato ad aver ottenuto il posto.
Lavoravo cinque giorni a settimana, ognuno da quattro ore, con un totale di venti ore a settimana.Finita la serata mi recai a casa di mia mamma e non nella mia proprio perché domani mattina sarebbe arrivata Sara.
Era da qualche mese che non la vedevo, era sempre molto presa con l'università e i vari esami arretrati che doveva finire di dare.
Ora aveva un attimo di tempo per respirare, poi sarebbero ricominciati gli esami.Sara era una ragazza favolosa, aveva voti eccellenti, non si accontentava se non raggiungeva il massimo. Sapeva organizzarsi. Era sempre impegnata eppure oltre che a lei e allo studio pensava anche a me, mia madre e le altre persone a lei care.
Quando si era trasferita a Milano per studiare era stato difficile salutarla.
Era mia sorella maggiore, avevamo sempre vissuto tutto assieme raccontandoci ogni minima cosa, dalla più banale alla più importante, e vederla andare via era stato veramente brutto.
Proprio per quello, ogni volta, non vedevo l'ora di vederla.Ciao amici!
Come sono andate le vacanze? State bene?
Vorrei veramente tornare all'inizio delle vacanze, non ho la minima voglia di tornare a scuola!
Da oggi spero di riuscire a far tornare tutto come prima, ovvero essere più attiva.
Buona giornata a tutti, alla prossima💘
Ambra
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Solo amici > biemma♡
FanfictionEmma Muscat, intraprendente e determinata, si trasferisce dalla zia a Roma per frequentare una prestigiosa scuola di musica, lasciando la famiglia, gli amici ed il ragazzo nella sua piccola isola. Simone Baldasseroni, dolce e protettivo con chi ama...