Incontri.

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Emma.
Alle 6:30 ero già sveglia, la notte dormii poco e male, mi svegliavo di continuo.
Perché? Perché nella mia testa c'era Simone? Perché pensavo a me e Kenau? Ero venuta in Italia per studiare, non per complicarmi la vita.

Decisi di andare a fare colazione in un bar accanto a scuola dato che avevo abbastanza tempo.
Ordinai un cappuccino e una brioche liscia, indubbiamente la mia preferita.
Mangiai tranquillamente e ripassai degli arrangiamenti di alcune canzoni di cui avevamo parlato la settimana prima. Ripetei anche la loro teoria e gli argomenti che avevamo studiato. Anche se era passata una sola settimana avevamo già fatto molto e non potevo rimanere indietro con lo studio.
Avevo studiato molto per fare parte di questo instituto e la musica era veramente importante per me, non potevo rovinare tutto.

L: Andiamo a fare un aperitivo stasera? - mi chiese la mia amica riccia.
E: Domani abbiamo una verifica - le risposi io.
L: Dai Emma, hai già studiato e sei bravissima. Torniamo presto!
E: Okay, ma non farmi scherzi.
Ma Emma ti fai convincere così facilmente?
Lauren stava diventante sempre più speciale per me, la conoscevo da una settimana ma sentivo di poterle raccontare tutto. Non mi avrebbe mai giudicata.
Ogni volta mi ripromettevo di andarci piano con le persone, sono una ragazza che si affeziona veramente troppo velocemente e spesso questo mi si ritorceva contro, anche con lei potevo sbagliare ma fortunatamente, per il momento, non sembrava così.

L'ora di teoria sembrò interminabile.
Ma quanto parla questo?
P(prof): Muscat? - mi chiese.
E: Si prof?
P: Parlo il giusto.
Oddio! L'ho detto ad alta voce?
Abbassai la testa imbarazzata e sentii le mie guance andare a fuoco, che figura che avevo fatto. Almeno avevo strappato una risata ai miei compagni durante quella noiosa e lunghissima lezione.

Finita quell'ora ci recammo nell'aula 3. Lì tenevamo la prima lezione di canto durante la giornata, lì facevamo tecnica e vocalizzi.

Quelle ore passarono velocemente e tornai a casa dove trovai sia mia zia sia Filippo, sfortunatamente. Non avevo proprio voglia di litigare con lui.

Mangiai assieme a loro in assoluto silenzio.
Z: Non potete andare avanti così.
Non risposi, era meglio stare zitta. Qualsiasi cosa avrei detto ero sicura che Irama avrebbe ribattuto.
F: Sto bene così.
Bene! E io dovrei chiederti scusa?
Z: Filippo smettila - gli ordinò mia zia.
F: Ho solo detto quello che penso - si difese.

Finii velocemente di mangiare e mi diressi in camera, ma mia zia mi bloccò. Non le andava proprio bene la situazione che si era creata.
E: Che c'è? - chiesi più acida del dovuto.
Z: Non te ne vai finché non risolvete.
E: Non c'è niente da risolvere, io esco - sbuffai
Z: Dove vai?
F: Secondo te? Andrà da Biondo - disse acido.
E: Ti prego Fil smettila, non ci parlo nemmeno più. Abbiamo deciso di tenere le distanze.
F: È io ti dovrei credere? - quasi rise
E: Non ti sto dicendo questo, se non vuoi credermi sei libero di farlo. Se non vuoi risolvere va bene, ti assecondo ma non trovare una cosa per cui litigare ogni volta. Ti diverti? Perché io no.
Non rispose e questa fu l'ennesima conferma. Non avevo sbagliato proprio nulla eccetto che con Kenau.
Dovevo chiamarlo.
Lo feci.
Non so con che coraggio ma lo feci.

Uscii di casa e andai al parco, cercai il suo nome nella rubrica e lo chiamai.
Dopo qualche squillo finalmente rispose.
K: Ciao amore - sembrava quasi felice.
E: Ciao Kenau, come stai? - dissi cercando di iniziare bene la conversazione.
K: Bene ma non ti sei più fatta viva, è successo qualcosa?
E: Sono stata impegnata. Scusa - sorrisi anche se sapevo che non poteva vedermi.
K: Ti sento fredda.
E: Dobbiamo parlare - iniziai - Sai settimana scorsa? Quando avevi detto che ci saremo sentiti ma non è più stato così? - lui annuì e io andai avanti - Cosa avresti dovuto chiedermi?
K: Solo se andava tutto bene. Mentre parlavo con il tuo amico ti ho sentita ridere. Perché non volevi parlare? - mi domandò e potevo sentire la tristezza nella sua voce.
E: Ero solo molto stanca Kenau.
Cosa dovrei dirti? "Ero ubriaca come la merda e stavo per andare a letto con quello che definisci un mio amico"?
K: Se non volevi parlare potevi semplicemente dire che eri occupata.
E: Lo so ma ero ad una festa e non volevo farti preoccupare, così ho fatto rispondere lui - ammisi.
K: Allora perché pensava che io fossi tuo fratello?
Simone ti strozzo!
Lo sapeva bene che era il mio ragazzo.
E: Magari si è confuso - cercai di difendermi.
K: Va bene, voglio fidarmi.
Tirai un sospiro di sollievo anche se dentro di me mi sentivo tutto tranne che bene.
Non l'avevo rispettato come dovevo, mentre lui era stato così comprensivo.!Dovevo dirgli tutto ma mi ero limitata solo al minore dei mali.

Quando finii di parlare con lui al telefono decisi di scrivere a Nicole e Carmen. Non le vedevo dalla sera della festa e non ci eravamo nemmeno sentite. Era abbastanza presto per tornare a scuola e, così, mi vedetti con loro per un'oretta.

Mi chiesero come mai ero sparita e raccontai a loro ciò che era successo con Biondo e, quindi, anche della litigata con mio cugino.
Mi dissero che secondo loro si sarebbe risolto tutto e che Filippo avrebbe avuto bisogno del tempo per capire ma io stavo veramente  male, non avrei mai voluto far incazzare Irama così tanto.
Per quanto riguarda Kenau mi hanno semplicemente detto che se i dubbi andranno avanti allora dovrò pensare bene su cosa fare e avevano ragione, probabilmente è solo perché non ci vediamo da tanto ma comunque lo capirò. Ora non è il mio pensiero principale.
Mi hanno anche chiesto se mi interessa Simone e non capivo questa continua domanda da parte di tutti, anche Lauren me l'aveva chiesto quando le avevo raccontato la storia.
Se ti dico che è stata una cazzata e che l'ho fatto quando non ero in me perché dovrebbe interessarmi?

Il resto della giornata scolastica andò bene e quando tornai a casa mi catapultai subito sui libri. Dovevo assolutamente ripassare gli argomenti della verifica del giorno dopo in modo da poter uscire tranquillamente con Lauren. Ci tenevo veramente tanto ad andare bene.

Alle nove uscii di casa e mi diressi al bar dove avrei incontrato Lauren.
Nel tragitto mi arrivò la sua chiamata e quando risposi mi disse che sarebbe arrivata leggermente in ritardo.
Lauren sei la solita!
La aspettai circa quindici minuti e poi, finalmente, la vidi arrivare.

E: Finilly! - esclamai abbracciandola.
L: Scusa Emzi ma ho avuto un imprevisto - si giustificò.
E: Tranquilla! Dai entriamo che sto morendo di fame.

Era un locale dove potevi ordinare qualcosa da bere e, assieme a quello, potevi mangiare quanto e quello che volevi. Era pieno di stuzzichini e di cose buone, c'erano cose di ogni tipo. Dalla pasta alla carne, da semplici stuzzichini a piatti di verdure e frutta. Sicuramente avrei mangiato fin troppo.

Passammo qualche ora a chiacchierare e mi raccontò qualcosa di più su di lei e del perché, da bambina, si era trasferita in Italia.
Scoprii che inizialmente si era trasferita in un paesino accanto a Milano ma poi, sempre per lavoro dei suoi, sono dovuti venire a Roma.
Quando è venuta qua era comunque molto piccola, frequentava le elementari.
Chissà se conosce Simone.
Perché diavolo sto pensando ancora a lui? Emma basta.

Dopo aver pagato uscimmo dal locale con l'intenzione di andare verso casa, erano quasi le undici.
Mentre chiudevo la porta del locale dietro di me, scrutai in lontananza una testa bionda.
Non può essere lui, pensai.
La mia auto-convinzione venne decisamente buttata a terra quando me lo trovai più vicino. Era veramente lui.

E: Lauren muoviti - dissi nervosa tirando la mia amica per un braccio.
L: Che ti prende? Mi fai male! - urlò mollando la presa.
Se c'era una cosa che odiavo di lei era senz'altro la sua voce. Aveva sempre un tono altissimo e troppo squillante. Ci sentirono tutti e sentivo il suo sguardo si di me.
E: C'è lui - mi limitai a dire sperando che mi capisse.

Prima che la mia amica pazza potesse aggiungere qualcosa, sentii una mano sulla mia spalla. Era impossibile non riconoscere il suo tocco e chiusi per qualche secondo gli occhi con la speranza che fosse solo un sogno.
S: Ciao Lauren - disse, sgranai gli occhi dalla sorpresa.
Quindi si conoscono davvero?
Parlarono un po' e nel mentre mi ero scansata da Simone e messa accanto a lei.
Tirai una gomitata a Lauren per farle capire che doveva muoversi ma in risposta ebbi solo un urlo di dolore e via con un'altra figura che avrei felicemente evitato.

S: Vi saluto! - disse.
Alzai imbarazzata una mano per salutarlo e accompagnai il tutto con un misero e semplice "ciao".
Mi guardò un po' deluso, probabilmente si sarebbe aspettato qualcosa di più.
Gli manco anche io.

I miei pensieri vennero interrotti da Lauren.
L: Potevi dirmelo che era Simone Baldasseroni! Eravamo in classe alle medie ma poi ci siamo persi di vista - disse sorridendo.
E: Lo so, ma che ne sapevo io? Ora andiamo per favore. Non voglio stare in posti dove ci sia anche lui - sbuffai.
L: Emma ma perché? Mi hai detto che prima della festa comunque eravate già molto amici.
E: Lauren preferisco così, c'è troppa attrazione fisica... finirebbe come l'ultima volta - ammisi.
Fortunatamente non aggiunse altro e tornammo a casa.

Ciao ragazzi, scusate il ritardo, so che solitamente posto prima ma oggi sono stata a Milano e non ho avuto tempo.
Se vi piace il capitolo lasciate una stella, spero che vi stia interessando la storia!💌
Ambra

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