Eppure sentire.

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Emma.
Era domenica sera ed era passato il weekend. Avevo passato molto tempo a fare l'arrangiamento della canzone che avrei presentato il giorno seguente in classe. L'avevo provata infinite volte. Mi piaceva. Mi piaceva e non poco.
La sentivo mia, ancora non ne avevo capito il motivo e speravo che questo non mi giocasse brutti scherzi.
Era una canzone davvero molto toccante e la cantante che l'aveva composta era molto talentosa. Speravo di arrivare al suo livello un giorno. Era il sogno della mia vita.

Proprio mentre mi stavo sedendo al pianoforte in salotto per suonare la canzone, Simone suonò il campanello di casa.
Sapevo che sarebbe venuto per cena, ma avevo l'impressione che fosse leggermente in anticipo.
E: Ehi - lo salutai con un grande sorriso.
Ricambiò il saluto accomodandosi in salotto una volta che si tolse la giacca.
E: Stavo per provare la canzone per domani, sei arrivato nel momento sbagliato - ridacchiai prendendo gli spartiti che avevo posizionato sul pianoforte per portarli in camera.
S: Puoi cantarla a me - mi fermò Simone - Sarà una specie di prova generale.
E: Non lo so - a dirla tutta mi imbarazzava.

Dopo numerosi incoraggiamenti mi decisi a cantarla di fronte a lui.
Mi sedetti al pianoforte. Lui si trovava in piedi sul lato, in modo da guardarmi, con i suoi gomiti appoggiati sullo strumento.
Mi sentivo osservata da lui e mi metteva soggezione. Avevo paura di quello che poteva pensare di me. Ero sempre stata troppo timida per cantare una canzone di fronte a chi conoscevo, eccetto poche persone. Lui, probabilmente, mi aveva sentita solo in macchina o mentre mi facevo la doccia.

Feci un respiro profondo ed iniziai a cantare.
Mi sentivo avvampare dall'imbarazzo.
Con le mie dita che danzavano elegantemente sui tasti del pianoforte componevo la musica che accompagnava la mia voce.
Chiusi gli occhi prima di cantare le prime note, avevo bisogno di concentrarmi e non pensare che stavo cantando davanti a Simone.

Arrivata al prima ritornello presi coraggio e aprii gli occhi, vedendo che Simone continuava a studiarmi attentamente con interesse.
Eppure sentire, nei fiori tra l'asfalto - continuai a guardare le sue iridi nere nelle quali i miei occhi blu si perdevano.
Nei cieli di cobalto c'è - vedendolo accentuare un sorriso, non potei fare a meno di piegare anche gli angoli delle mie labbra.
L'imbarazzo era scivolato via, mi sentivo calma e rilassata.
Sentivo lo stomaco che si contorceva, in quel momento eravamo solo io e Simone. Mi sentivo in un'altra galassia e provavo solo tanta felicità.
Quasi mi strozzai verso la fine della canzone, sentivo un groppo alla gola che non riuscii più a nascondere.
Richiusi gli occhi per cantare le note finali - Un senso di te.

S: Whoa! - disse quasi sottovoce - Sei stata fantastica, veramente - continuò dopo essersi schiarito la voce.
E: Grazie - sorrisi.
Sentivo il cuore a mille, mi mancava quasi il respiro.
E: Vado un attimo in bagno.
Interruppi il contatto visivo dopo quella che mi pareva un'eternità di silenzio.

Mi guardai allo specchio, non sembrano nemmeno io.
I miei oggi erano più chiari del normale, ero quasi impallidita.
Solo in quel momento realizzai perché quella canzone la sentivo mia, l'avevo cantata a Simone, per Simone. Rappresentava quello che stavo vivendo.

Biondo.
Emma era stata davvero spettacolare, non avevo più parole per descriverla. Mi lasciava sempre a bocca aperta, era incredibile quanto cose sapesse fare alla perfezione.

Quella canzone era così forte, aveva un significato così profondo che mi faceva desiderare che quella canzone la stesse cantando per me, che l'avesse scelta pensando a me.
C'era ancora parecchia strada da fare con lei.
Io ci speravo sempre, ci speravo con tutto me stesso, ma le cose si stavano facendo lunghe. Ero sicuro che Emma provasse qualcosa per me, ma allo stesso tempo ero anche pieno di dubbi.
Perché non si dava una mossa?
Perché, per lo meno, non aveva ancora lasciato Keanu? Da quel che sapevo io non parlavano da giorni.

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